Prevenzione del cancro colorettale: perché fare il test

Il comico Paolo Cevoli è testimonial della campagna di screening contro il cancro colorettale. Perché con un linguaggio schietto, e un pizzico di ironia, il messaggio arriva prima a destinazione



255613È abituato a scatenare risate. Ma questa volta Paolo Cevoli (qui nella foto www.zamario.com), cabarettista che per anni è stato una delle colonne del programma televisivo Zelig, mette la sua simpatia al servizio di una iniziativa molto seria, la campagna di prevenzione del cancro colorettale. Lo scorso anno, secondo un’indagine realizzata dalla Fismad (Federazione Italiana Società Malattie Apparato Digerente), che ha accorpato i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Screening fra gennaio e settembre 2020, lo stress da pandemia ha portato il 20% degli italiani a saltare l’appuntamento che era stato loro fissato. Ed ecco allora che arriva l’ironico e scanzonato Paolo Cevoli a ricordarci di fare l’esame.


Paolo, qual è il valore aggiunto della comicità in una campagna per prevenire il cancro?

Sono convinto che una sana comicità sia la via più "seria" per affrontare anche temi importanti, come quello della prevenzione del cancro colorettale. Un approccio sereno aiuta a restare positivi pure davanti alle patologie più invasive. Il mio ruolo di testimonial si basa proprio sull’ironia e la leggerezza dello stesso Paolo Cevoli che avete conosciuto a Zelig e che vi ha fatto sbellicare con personaggi comici come l’assessore alle "attività varie ed eventuali" di Roncofritto Palmiro Cangini, l’imprenditore e proprietario del maialificio omonimo Teddi Casadey, o "Il lepro di Viserbella", Olimpio Pagliarani.

Questa volta, però, c’è poco da ridere, si parla di salute: la nostra. Ecco perché ho deciso di diventare testimonial della campagna della Fismad “Non è questione di culo”, per la prevenzione del tumore al colon. Un tema molto importante per la salute, soprattutto per chi si avvicina ai cinquant’anni.


Ti sei già “prestato” ad altre iniziative di impegno sociale in passato?

Certo. Non è la prima volta che mi rendo disponibile per qualcosa in cui credo. L’ho già fatto per il Banco farmaceutico e quello alimentare. È un modo per ricambiare la buona sorte e, allo stesso tempo, richiamare l’attenzione con un volto noto. Sono stato contattato dalla Fismad, che ho conosciuto attraverso mia nuora. Cercavano un personaggio celebre e con una buona dose di ironia, mi hanno chiesto di essere testimonial e io ho accettato con piacere.


L'adesione al test per la prevenzione del cancro colorettale in Italia è ancora parziale. Che cosa diresti alla gente per rassicurarla?

Che restare in salute non è una questione di fortuna ma di responsabilità e attenzione alla prevenzione. Sottoporsi allo screening per il cancro colorettale riduce del 20% il numero di nuovi casi e la mortalità per questo tumore del 30%. Eppure in Italia la partecipazione rimane stabile su valori di poco superiori al 40%. Ecco perché a chi ha superato i 50 anni, a maggior ragione se ha una storia di familiarità, dico di farsi controllare regolarmente anche se non ha sintomi. Così o non c’è davvero nulla oppure si individua qualche disturbo in uno stadio talmente iniziale che si può curare con maggiore facilità.


Fai regolarmente il test del sangue occulto?

Ho una storia di familiarità con il tumore al colon. Mia madre ne fu operata a 60 anni e l’intervento le salvò la vita, permettendole così di arrivare a spegnere la bellezza di 90 candeline. Sapendo quindi di essere più esposto al rischio, ho sempre effettuato il test di screening sul sangue occulto, sono stato rimandato a eseguire una colonscopia e mi hanno trovato qualche piccolo polipo, che è stato completamente asportato. Grazie a questo controllo sto benissimo e ho evitato un intervento più invasivo.


Basta davvero così poco?

Nel caso del tumore al colon si guarisce completamente con la sola asportazione di un polipo. È essenziale sottoporsi sempre a controlli in base alla propria età, così si vive più sereni. La salute va tutelata e dipende da noi, non è una questione di fortuna, parafrasando il claim della campagna. 


Cos’è per te il corpo?

È la nostra Ferrari e dobbiamo curarlo con il giusto carburante, a partire dalla sana alimentazione e da uno stile di vita corretto. Ma alla fine ciò che fa la differenza è mantenere uno sguardo positivo sulle cose e conservare la capacità di sorridere con ironia anche davanti alle difficoltà della vita. Sorridi e le tue cellule ti sorrideranno!


E in questo periodo così critico sei fatalista, salutista o scanzonato?

Direi una via di mezzo fra scanzonato, salutista e… Patacca, ma sempre nel rispetto delle regole per proteggere la salute. Diciamo che sotto la mia mascherina c’è sempre un sorriso.


Dopo questa campagna ti senti anche tu un po’ “medico”, almeno di te stesso e dei tuoi cari?

Sicuramente sì. Sono molto più attento alla dieta, agli alimenti da evitare o ridurre a tavola, a partire dalle carni rosse e conservate, passando per i prodotti industriali con conservanti fino a alcolici, bevande gassate e al caffè, che ho sempre adorato ma che adesso bevo di rado. Inoltre, ho detto addio a divano e telecomando per dedicarmi ogni giorno a un po’ di movimento e il mio colon ringrazia! Sto iniziando persino a rimorchiare più di prima…


Nei tuoi futuri spettacoli teatrali ci sarà posto anche per il Coronavirus?

Perché no… In effetti l’idea di un personaggio che aiuti le persone a sorridere del Virus, ripensando con maggior serenità che il peggio è ormai alle spalle - ovviamente con le dovute cautele - sarebbe uno spunto originale. Ora la cosa importante è vivere a pieno la fase di ripartenza, cosi densa di energia e voglia di fare, in ogni ambito della nostra vita. Quest’estate ci ha restituito la socialità e la condivisione, che sono gli aspetti più veri della nostra vita e di quella normalità che troppo spesso diamo per scontata. Sono convinto che questi mesi porteranno una bella adrenalina! Viviamoli in modo responsabile.


Meno diagnosi a causa del Coronavirus

La pandemia da Sars-CoV-2 ha avuto ripercussioni anche sulla salute dell’apparato digerente degli italiani. Secondo un'indagine presentata dalla Fismad, l’anno scorso nel nostro Paese si è verificata una diminuzione delle diagnosi di tumore del colon-retto, pari all’11,9% in confronto al triennio 2017-2019. Sospensioni e ritardi hanno più che dimezzato (-52,7%, dati Ons) il numero di persone che fra gennaio e settembre 2020 si è sottoposto agli esami di screening rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Articolo pubblicato sul numero n° 8 di Starbene in edicola e in digitale dal 13 luglio 2021







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