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Anoressia: come riconoscere subito i sintomi e curarla

Cogliere al volo i primi segnali e sintomi dell’anoressia è fondamentale per poter intervenire con tempestività e farsi aiutare nella cura della malattia



C’è un "virus" molto contagioso che sta imperversando tra gli adolescenti: l’anoressia. Un’epidemia che, secondo gli ultimi dati del Ministero della salute, è cresciuta del 30% in un anno e che non accenna a diminuire. Abbiamo chiesto a Sara Bertelli, responsabile del servizio disturbi alimentari in età adulta dell’Asst Santi Paolo Carlo a Milano e Presidente dell’Associazione Nutrimente Onlus, di aiutarci a capire il fenomeno e di spiegarci come riconoscere i sintomi del disturbo nel comportamento dei nostri figli.


Quali sono i segnali a cui prestare attenzione?

Una ragazza che sta diventando anoressica inizia a mostrare un grande interesse per la cucina, la preparazione del cibo, la scelta delle ricette. Magari comincia perfino a cucinare per tutta la famiglia. Durante i pasti, poi, è assorta e concentrata su quello che sta mangiando e non presta attenzione ai discorsi dei familiari.

Un altro campanello d’allarme dell'anoressia è l’attività fisica svolta in modo ossessivo: ormai esplose App di ogni genere su come mantenersi in forma. Personal trainer di tutto il globo hanno lanciato video dedicati a perfezionare ogni parte del corpo: workout, danza, total body, contapassi e altro ancora sono a portata di clic, gratuiti e facili da seguire. Di nascosto, ovviamente, perché è molto facile chiudersi nella propria stanza lontano dallo sguardo dei familiari.

Quanto al dimagramento, spesso non è facile accorgersene perché i ragazzi possono indossare tute e felpe larghe. Infine, un segnale di cui tenere conto riguarda il perfezionismo: chi sviluppa un disturbo alimentare tende ad adottare standard elevati in tutto ciò che fa. Se fuori è il caos totale, nel mio mondo interno tutto deve essere perfetto. Quindi: voti altissimi a scuola (con estrema frustrazione se non si raggiunge il massimo del punteggio), applicazione ossessiva verso un hobby (come suonare uno strumento musicale per ore oppure imparare una lingua straniera) ed estrema cura del corpo.

Oltre alla già citata attività fisica, queste ragazze tendono al costante controllo del peso, a un make up impeccabile e via dicendo. Infine, in associazione a tutti questi fenomeni, compare un’instabilità dell’umore, l’isolamento sociale e una rigidità caratteriale: queste adolescenti iniziano a tagliare i ponti con gli amici, diventano inflessibili sulle loro scelte e in generale verso il mondo intero e manifestano nervosismo e malinconia.


Quando i genitori si accorgono del problema

I genitori spesso vengono dilaniati dai sensi di colpa. Inutili, perché è difficile accorgersi di quello che sta succedendo alle ragazze che soffrono di disturbi alimentari. Chi soffre di anoressia è abituata a lavorare sul controllo e dedica molto tempo a elaborare strategie per non venire scoperta. Evita magari di mangiare insieme ai familiari, indossa vestiti ampi e comodi, non parla di cibo, si allena compulsivamente nella propria stanza. E piano piano inizia a dimagrire senza che si noti.

Una mamma, per esempio, mi ha raccontato di essersi accorta della perdita di peso di sua figlia solo dopo due mesi, quando a giugno sono andate al mare. So che è difficile, ma per i genitori è molto importante tenere a bada le emozioni negative correlate alla scoperta dell’anoressia: sensi di colpa, timori sugli sviluppi, vergogna e impotenza non solo non aiutano a risolvere la situazione ma spesso creano un cortocircuito familiare da cui è difficile uscire. Capita, per esempio, che nella coppia ci si incolpi a vicenda, oppure si scarica l’aggressività proprio su chi in quel momento ha più bisogno di aiuto.


Qual è la prima cosa da fare?

Innanzitutto è necessario rivolgersi a un centro specializzato in disturbi alimentari (sul sito del Ministero della Salute si trova la mappa dei centri pubblici su tutto il territorio nazionale e il numero verde nazionale: 800 180969, attivo da lunedì a venerdì dalle 9-21). Bisogna farsi aiutare da specialisti qualificati, scegliendo un centro vicino a casa, e non tentare la via del fai da te, inutile e pericolosa.

In secondo luogo, è importante tentare di aprire un canale di comunicazione con l’adolescente tendente all’anoressia per avviare un percorso condiviso, che coinvolga tutta la famiglia. È necessario far percepire alla ragazza presenza e affetto, ma è vietato e nocivo parlare di cibo: diventa facilmente terreno di scontro. Il momento del pasto e il piano di rieducazione alimentare verrà gestito da un interlocutore esterno in modo da evitare conflittualità. Infine, è importante non perdere la speranza: dall’anoressia si può guarire con pazienza e amore. Bisogna crederci.


L'associazione a cui chiedere una mano

L’associazione Nutrimente Onlus offre un servizio di orientamento di primo livello allo scopo di aiutare i genitori a capire come muovere i primi passi. Organizza inoltre i gruppi Ama: uno spazio di scambio, confronto e condivisione per i familiari di chi soffre di disturbi alimentari dove intervengono due genitori facilitatori e uno psicologo esperto. Gli incontri sono aperti a tutti e si tengono con cadenza quindicinale sulla piattaforma Zoom. Ci si iscrive a questa mail: [email protected].


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Articolo pubblicato sul n. 6 di Starbene in edicola e nella app dal 18 maggio 2021


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