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Cuore lento: quando preoccuparsi

In quali casi allarmarsi se il cuore pulsa a ritmi troppo bassi? Ecco i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione

credits: iStock



di Oscar Puntel


Si definisce cuore lento, quello che pulsa al di sotto dei 70-80 battiti considerati normali. Avere un numero di pulsazioni "sotto la media" è sintomo di una patologia cardiaca? Chi è a rischio? Lo abbiamo chiesto a Valerio De Sanctis, cardiologo ed elettrofisiologo dell’Istituto Clinico Sant'Ambrogio di Milano.


QUESTIONE DI BATTITI

«Una frequenza cardiaca normale, in genere oscilla fra i 70 e gli 80 battiti al minuto. Si parla di bradicardia quando ci sono meno di 60 battiti al minuto, e di tachicardia per più di 100 battiti al minuto», spiega il cardiologo.

Situazioni di bradicardia o tachicardia non implicano però una patologia. Uno sportivo, per esempio, ha un numero di battiti generalmente più basso della media. Si tratta di un fenomeno “adattativo”: il corpo l’ha sviluppato, come conseguenza degli allenamenti, e gli è utile per tollerare maggiormente gli sforzi fisici.

«La maggior parte degli atleti ha questa caratteristica, perché il loro cuore "predilige" una gittata maggiore, rispetto alla frequenza di pompaggio. Hanno un battito più forte, perché così ai muscoli e alla periferia del corpo arriva più sangue, ma la frequenza del battito è più bassa».


BRADICARDIA E TACHICARDIA: QUANDO PREOCCUPARSI

«Non sempre una condizione di bradicardia è patologica. Lo diventa quando l’organismo non la tollera più e mostra segni di affaticamento», spiega l'esperto.

Per alcune persone non è un problema, per gli atleti, come abbiamo visto, o per i vagotonici, coloro che, per costituzione genetica, hanno il sistema nervoso parasimpatico più sviluppato dell’ortosimpatico, che presentano fra 40-50 battiti al minuto, senza disfunzioni».

Diversa, inevece, la condizione di chi ha una frequenza cardiaca tendenzialmente alta, cioè oltre gli 80 battiti al minuto. «Non si tratta di tachicardia in senso stretto, per esempio, il caso dello stress: una vita dai riti frenetici agevola la produzione di adrenalina che agisce direttamente sul numero dei battiti, aumentandoli. A lungo andare e in età avanzata, porta a uno scompenso cardiaco, che riguarda una situazione patologica», chiarisce lo specialista.


I CAMPANELLI D'ALLARME

«Tra i segnali a cui prestare attenzione, c'è senz'altro la dispnea, cioè l’affanno; la sensazione di “fame d’aria” per sforzi lievi, per cui mentre prima si percorreva una rampa di scale senza difficoltà, ora non si riesce più a compiere la stessa attività senza avvertire affaticamento», spiega l'esperto.

E ancora, un altro campanello d'allarme da non sottovalutare è l’astenia: la perdita di forze, il sentirsi deboli e stanchi; quindi, dolori muscolari diffusi e la sensazione di spossatezza», dice il dottor De Sanctis.

In questi casi è bene intervenire tempestivamente e sottoporsi agli esami diagnostici per verificare lo stato di salute del proprio cuore.

11 aprile 2017

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