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Tubercolosi -Malattia tubercolare

Tubercolosi Contagio Malattia tubercolare Diagnosi Trattamento

La malattia è il risultato del mancato controllo del germe da parte del nostro sistema immunitario, per cui i germi si moltiplicano aggredendo i tessuti (linfonodi, polmone, ossa, reni, ecc.) e causando appunto la malattia tubercolare. La riattivazione di un focolaio latente rappresenta l’origine di circa il 90% di tutti i casi di malattia. L’infezione colpisce di preferenza i polmoni, ma può localizzarsi in ogni parte dell’organismo (linfonodi, ossa, reni, cervello, colonna vertebrale ecc.); se non trattata può essere mortale. La malattia ha caratteristiche talmente proteiformi che è impossibile descriverne in poche righe tutte le possibili varianti delle presentazioni cliniche, radiografiche e di localizzazione.

I sintomi sono molto vaghi e comprendono stanchezza, debolezza, febbre, tosse prolungata, perdita di peso, sudorazioni notturne; l’inizio è insidioso e i sintomi sono presenti in media per 1-2 mesi prima che sia fatta la diagnosi. Il coinvolgimento polmonare si manifesta con tosse, espettorato con sangue (emoftoe, emottisi), dolore toracico, dispnea. Le lesioni polmonari possono presentarsi come infiltrati infiammatori del tutto simili a focolai di polmonite, lesioni escavate (cavitarie), noduli, aree di fibrosi o piccoli noduli diffusi a entrambi i polmoni (cosiddetta tubercolosi miliare); possono essere presenti inoltre versamento pleurico o ingrandimento dei linfonodi del mediastino.

La tubercolosi in sede extrapolmonare può essere la conseguenza di un interessamento per infezione del polmone contiguo o dei linfonodi mediastinici (pleuriti, pericarditi) o per disseminazione linfoematogena: le più comuni sedi di malattia sono il sistema nervoso (meningite), le ossa (con distruzione e deformità delle ossa lunghe o dei corpi vertebrali, situazione nota come malattia di Pott), i reni (con lesioni granulomatose, piuria, ematuria, epididimite). Altre sedi relativamente frequenti di malattia sono ancora l’apparato gastroenterico e il peritoneo.

La più comune sede di infezione extrapolmonare è quella linfatica, di solito con interessamento dei linfonodi posti lateralmente nel collo e da una sola parte: questa forma si caratterizza per la “morte” (necrosi) del linfonodo e per la comparsa di una comunicazione (fistola) con la cute; quando altre sedi linfonodali sono colpite ciò indica una malattia più grave, disseminata. Esistono poi infezioni cutanee e laringee.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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