Amiloidosi renale
Patologia caratterizzata dall’accumulo nei reni di sostanza amiloide, materiale costituito da proteine con affinità per alcuni coloranti, come il rosso Congo, ed evidenziato al microscopio elettronico come fibrille caratteristiche con diametro da 75 a 100 Å.
L’amiloide si deposita nelle pareti arteriose, lungo i capillari glomerulari e, successivamente, anche negli interstizi. Clinicamente, può essere asintomatica e si manifesta inizialmente con proteinuria (presenza di una quantità eccessiva di proteine nelle urine), che degenera rapidamente in una sindrome nefrosica completa con edema generalizzato, elevata proteinuria, ipoprotidemia (notevole diminuzione delle proteine nel sangue). La diagnosi si basa sulla biopsia renale, la quale evidenzia la presenza di sostanza amiloide nei glomeruli (unità filtranti dei reni). La malattia può essere primaria, familiare, far parte di un processo senile, o essere secondaria a stati flogistici o a un mieloma multiplo; spesso è causata da un processo che coinvolge anche altri organi del corpo. Nelle forme secondarie, il trattamento dell’amiloiodosi renale può arrestare, se non far regredire, il processo. Nelle forme primitive o associate a mieloma multiplo, la patologia evolve irreversibilmente verso un’insufficienza renale, la quale necessita di un trattamento con emodialisi (depurazione del sangue mediante filtraggio attraverso una membrana semipermeabile). Può essere consigliato un trapianto di rene ma occorre tenere presente che, dopo un periodo più o meno lungo, l’amiloidosi renale può colpire anche l’organo trapiantato.
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