Una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da una ridotta massa minerale e dal deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture, in una parola: osteoporosi.
Secondo i dati riportati dalla Lega Italiana Osteoporosi, nel mondo sarebbero circa duecento milioni le persone colpite da questa malattia, un dato che, nel prossimo futuro, si stima aumenterà in proporzione all'allungamento della vita media e all'invecchiamento della popolazione generale.
Ma quali sono le cause dell’osteoporosi?
Se l’invecchiamento determina già una fisiologica demineralizzazione dell'osso, qualora la perdita di massa ossea scenda al di sotto di determinati livelli, allora sopraggiunge l'osteoporosi.
«Un momento critico per le donne arriva con la menopausa, tanto più se precoce o chirurgica – spiegano gli esperti della Lega Italiana Osteoporosi – In assenza di precauzioni e di cure, spesso una donna di settant’anni (un'età che oggi non appare più tanto avanzata) si trova ad aver perso senza accorgersene il 30% o più della sua massa ossea adulta».
Oltre ad essere legata a fattori innati come l’appartenenza al sesso femminile o la familiarità per questa malattia poi, il rischio di osteoporosi può essere associato anche allo stile di vita, ed in particolare a carenze alimentari di calcio, proteine, latticini, frutta, verdura e vitamina D, così come alla sedentarietà, al fumo e all’abuso di alcol.
L’esercizio fisico in particolare, svolge un ruolo molto importante nel prevenire l’insorgenza dell’osteoporosi, dal momento che contribuisce alla definizione e al mantenimento della densità ossea.
Sin da bambini quindi è importante dedicarsi all’attività fisica, soprattutto considerando che se la pratica sportiva permette di aumentare del 10% il picco di massa ossea nei bambini (ovvero il valore massimo di massa ossea accumulato nel periodo di rapida crescita che va dagli 8 ai 16 anni, durante cui si accumula circa il 50% della massa ossea adulta), vi è la possibilità di ridurre fino al 50% il rischio di una frattura osteoporotica nel corso della vita adulta.
La ricerca scientifica poi ha dimostrato come il tessuto osseo accumulato dalle ragazze tra gli 11 e i 13 anni sia pari alla somma di quello perso durante i trent’anni successivi alla menopausa, motivo per cui è importante che le ragazze di questa età si dedichino alla pratica sportiva, che permetterebbe peraltro di guadagnare circa il 40% di massa ossea in più rispetto alle coetanee meno attive.
Chiaramente anche in età adulta è molto importante impegnarsi nella pratica costante di un'attività fisica, che nonostante sarà commisurata in base alle esigenze e alla capacità personali, dovrà comunque aggirarsi intorno a sessioni da 30 o 40 minuti per tre o quattro volte alla settimana.
Anche in questo caso, alcuni studi hanno dimostrato come le persone con uno stile di vita sedentario abbiano maggiori probabilità di incorrere in una frattura dell'anca rispetto agli individui fisicamente attivi, tanto che, ad esempio, le donne che trascorrono più di nove ore al giorno sedute, sono esposte ad una probabilità di frattura dell’anca del 50% maggiore rispetto a coloro che rimangono sedute per meno di sei ore al giorno.
Dedicarsi alla pratica di un’attività fisica da anziani infine permette non solo di preservare la densità ossea, ma anche di mantenere un buon tono muscolare, migliorare l'equilibrio e ridurre così al minimo il rischio di cadute, senza dimenticare che gli esercizi volti al rafforzamento dell’apparato muscolare risultano di fondamentale importanza anche nel trattamento dell’osteoporosi (ossa e muscoli infatti, sono strutture da considerarsi "simbiotiche"), previo consulto del proprio medico.