QUINAPRIL ID ZE 14CPR 20+12,5 -Avvertenze e precauzioni

QUINAPRIL ID ZE 14CPR 20+12,5 Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Quinapril Ipotensione sintomatica L’ipotensione sintomatica si osserva raramente nei pazienti con ipertensione non complicata. Nei soggetti ipertesi ai quali si somministra quinapril, l’ipotensione sintomatica è più probabile che si verifichi nei pazienti con deplezione volemica conseguente per esempio a terapia diuretica, dieta iposodica, dialisi, diarrea o vomito, o che presentano grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). È stata osservata ipotensione sintomatica nei pazienti con insufficienza cardiaca, associata o meno ad insufficienza renale. Questa può insorgere con maggiore probabilità nei pazienti affetti dalle forme più gravi di insufficienza cardiaca, rispecchiate dall’uso di dosi elevate di diuretici dell’ansa, dall’iponatriemia o dalla compromissione della funzionalità renale. Nei pazienti ad aumentato rischio di ipotensione sintomatica, è necessario uno stretto monitoraggio al momento dell’istituzione della terapia e in occasione degli aggiustamenti posologici. Simili considerazioni si applicano ai pazienti con cardiopatia ischemica o cerebrovasculopatia, nei quali un eccessivo calo della pressione arteriosa può provocare un infarto miocardico o un evento cerebrovascolare. In caso di ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve essergli somministrata soluzione fisiologica tramite infusione endovenosa. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce una controindicazione a ulteriori somministrazioni, che possono essere riprese senza difficoltà una volta che la pressione arteriosa sia risalita in seguito all’aumento della volemia. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca che presentano valori normali o bassi della pressione arteriosa, il quinapril può provocare un ulteriore calo della pressione sanguigna sistemica. Questo effetto è prevedibile e non richiede solitamente la sospensione del trattamento. Qualora l’ipotensione divenga sintomatica, può rendersi necessaria una riduzione della dose e/o la sospensione del diuretico e/o del quinapril. Stenosi mitralica e aortica / cardiomiopatia ipertrofica Al pari di altri ACE-inibitori, il quinapril deve essere somministrato con cautela ai pazienti che presentano stenosi mitralica e ostruzioni all’efflusso dal ventricolo sinistro quali stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. Compromissione della funzionalità renale Nei casi di compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina < 80 ml/min), il dosaggio iniziale di quinapril deve essere regolato in base alla clearance della creatinina che presenta il paziente (vedere paragrafo 4.2), e successivamente in funzione della risposta del paziente al trattamento. In tali pazienti, la normale pratica clinica prevede il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina. In taluni pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale, o con stenosi monolaterale nei pazienti con un solo rene funzionante, trattati con ACE-inibitori, sono stati osservati aumenti dell’azotemia e della creatininemia, di solito reversibili con l’interruzione della terapia. Questo effetto è probabile che si verifichi soprattutto nei pazienti con insufficienza renale. La presenza anche di ipertensione nefrovascolare comporta l’aumento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale. In tali pazienti, il trattamento deve essere istituito sotto stretta sorveglianza medica con dosi ridotte e attentamente valutate. Dal momento che il trattamento con diuretici può contribuire a produrre gli effetti sopra citati, esso deve essere interrotto e durante le prime settimane di terapia con quinapril è necessario monitorare la funzionalità renale. In alcuni pazienti ipertesi senza apparente nefropatia preesistente si sono osservati aumenti, generalmente lievi e transitori, dell’azotemia e della creatininemia, soprattutto quando quinapril è stato somministrato in concomitanza a un diuretico. Tali episodi sono più probabili nei pazienti con preesistente compromissione della funzionalità renale. Possono rendersi necessari la riduzione della dose e/o la sospensione del diuretico e/o di quinapril. Trapianto di rene Non vi sono dati relativi alla somministrazione di quinapril nei pazienti recentemente sottoposti a trapianto renale. Pertanto il trattamento con quinapril non è raccomandato. Pazienti emodializzati Sono state riferite reazioni anafilattoidi nei pazienti dializzati con membrane ad alto flusso e in terapia concomitante con ACE-inibitori. In tali pazienti deve essere considerato l’utilizzo di un diverso tipo di membrana dialitica o una diversa classe di agenti antipertensivi. Ipersensibilità/Angioedema Sono stati raramente riferiti angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe nei pazienti trattati con ACE-inibitori, quinapril compreso. Questi episodi possono verificarsi in qualsiasi momento nel corso della terapia. In tali casi, la somministrazione di quinapril deve essere immediatamente interrotta e devono essere istituiti un trattamento e un monitoraggio adeguati per garantire che i sintomi si risolvano completamente prima di dimettere il paziente. Anche nei casi in cui l’edema interessi esclusivamente la lingua e in assenza di sofferenza respiratoria, i pazienti possono richiedere un periodo di osservazione prolungato poiché il trattamento con antistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente. Molto raramente, sono stati segnalati casi letali a seguito di angioedema associato ad edema della laringe o della lingua. L’interessamento della lingua, della glottide o della laringe, soprattutto nei pazienti con anamnesi di chirurgia delle vie aeree, può portare all’ostruzione di queste ultime. In tali casi deve essere tempestivamente istituita la terapia di emergenza. Questa può prevedere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree. Il paziente deve essere tenuto sotto stretta sorveglianza medica fino a completa e duratura risoluzione dei sintomi. La frequenza di episodi di angioedema causati dagli ACE-inibitori è superiore nei pazienti di razza nera rispetto a quelli di altre razze. I pazienti con anamnesi di angioedema non correlato alla terapia con ACE-inibitori possono correre un rischio superiore di sviluppare angioedema durante il trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.3). L’uso concomitante di ACE-inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato in quanto aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). Uso concomitante di inibitori mTOR (ad esempio sirolimus, everolimus, temsirolimus) I pazienti che assumono concomitanti terapie con inibitori mTOR (ad esempio sirolimus, everolimus, temsirolimus) possono essere a maggior rischio di angioedema (ad esempio gonfiore delle vie aeree o della lingua, con o senza compromissione respiratoria) (vedere paragrafo 4.5). Inibitori di Neprilisina (NEP) (ad esempio racecadotril) I pazienti che assumono in concomitanza inibitori di neprilisina (NEP) (ad es. racecadotril) possono essere a maggior rischio di angioedema (ad esempio gonfiore delle vie aeree o della lingua, con o senza compromissione respiratoria) (vedere paragrafo 4.5). Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) Raramente, i pazienti in terapia con ACE-inibitori durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno sviluppato reazioni anafilattoidi potenzialmente letali. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia a base di ACE-inibitori prima di ciascuna seduta di aferesi. Desensibilizzazione Alcuni pazienti in terapia con ACE-inibitori durante il trattamento desensibilizzante (es. veleno di imenotteri) hanno sviluppato reazioni anafilattoidi intense. Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate con la temporanea sospensione degli ACE-inibitori, ma si ripresentavano se la somministrazione di tali medicinali veniva inavvertitamente ripresa. Insufficienza epatica In rari casi, gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che esordisce con ittero olestatico ed evolve in necrosi epatica fulminante e (talvolta) morte. Il meccanismo alla base di tale sindrome non è chiaro. I pazienti in terapia con ACE-inibitori che sviluppino ittero o marcati innalzamenti degli enzimi epatici devono interrompere l’assunzione dell’ACE-inibitore e ricevere un’appropriata assistenza medica. Neutropenia/Agranulocitosi Nei pazienti in terapia con ACE-inibitori sono state segnalate neutropenia/ agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con funzionalità renale nella norma e privi di altri fattori di complicazione, la neutropenia si verifica raramente. La neutropenia e l’agranulocitosi sono reversibili dopo sospensione dell’ACE-inibitore. Quinapril deve essere somministrato con estrema cautela nei pazienti con collagenopatie vascolari, in terapia immunosoppressiva, trattati con allopurinolo o procainamide, o che presentano una combinazione dei suddetti fattori di complicazione, specialmente in caso di preesistente compromissione della funzionalità renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in qualche caso non hanno risposto ad una terapia antibiotica intensiva. Se il quinapril viene somministrato a tali pazienti, si consiglia un monitoraggio periodico della conta dei leucociti e va data istruzione ai pazienti di riferire qualsiasi segno di infezione. Differenze etniche Al pari di altri ACE-inibitori, il quinapril può avere efficacia antipertensiva minore nei soggetti di razza nera rispetto a quelli di altre razze, forse a causa di una maggiore prevalenza di bassi livelli di renina nella popolazione ipertesa di razza nera. Tosse A seguito dell’assunzione di ACE-inibitori è stata riferita la comparsa di tosse. Questa tosse è tipicamente secca, persistente e si risolve alla sospensione del trattamento. Nella diagnosi differenziale della tosse si tenga presente la tosse indotta dagli ACE-inibitori. Chirurgia/Anestesia Nei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o anestetizzati con agenti che provocano ipotensione, il quinapril può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. In caso di ipotensione che si ritenga attribuibile al suddetto meccanismo, essa può essere corretta mediante espansione della volemia. Iperpotassiemia In alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori, quinapril compreso, sono stati osservati innalzamenti dei livelli sierici di potassio. I pazienti a rischio di insorgenza di iperpotassiemia includono quelli con insufficienza renale, diabete mellito o quelli che assumono diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, o quelli trattati con altri farmaci associati ad innalzamenti dei livelli sierici di potassio (ad esempio eparina, cotrimoxazolo anche noto come trimetoprim/sulfametoxazolo). Qualora si ritenga appropriata la somministrazione concomitante dei suddetti agenti, si raccomanda un regolare monitoraggio della potassiemia (vedere paragrafo 4.5). Pazienti diabetici Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina, durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore è necessario un attento monitoraggio del controllo della glicemia (vedere paragrafo 4.5). Litio L’associazione di litio e quinapril non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Gravidanza La terapia con ACE-inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6). Idroclorotiazide Compromissione della funzionalità renale In pazienti nefropatici l’assunzione di tiazidici può indurre un aumento dell'azotemia. Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale il farmaco può dare luogo ad effetti cumulativi. Se l’aumento dell’azoto non proteico dovesse evidenziare una progressiva compromissione della funzionalità renale, occorre riconsiderare attentamente la terapia, valutando l’opportunità di interrompere la somministrazione del diuretico (vedere paragrafo 4.3). Compromissione della funzionalità epatica I tiazidici devono essere somministrati con cautela nei soggetti con funzionalità epatica compromessa o con epatopatia progressiva, in quanto alterazioni lievi dell’equilibrio idro-elettrolitico possono indurre coma epatico (vedere paragrafo 4.3). Effetti endocrini e metabolici La terapia con diuretici tiazidici può compromettere la tolleranza al glucosio. Per i soggetti diabetici può rendersi necessario modificare i dosaggi dell'insulina o degli agenti ipoglicemizzanti orali. La terapia tiazidica può rendere manifesto un diabete mellito latente. La terapia a base di diuretici tiazidici è stata messa in relazione con un aumento della colesterolemia e della trigliceridemia. In taluni pazienti in terapia con tiazidici si possono osservare iperuricemia o un peggioramento delle manifestazioni gottose. Cancro della pelle non melanoma In due studi epidemiologici basati sui dati del Registro nazionale dei tumori danese è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma(NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma a cellule squamose (SCC)] associato all'aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide (HCTZ) assunta. L’effetto fotosensibilizzante dell’HCTZ potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell’NMSC. I pazienti che assumono HCTZ devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di sottoporre a controllo regolare la cute per verificare la presenza di nuove lesioni e segnalare immediatamente eventuali lesioni cutanee sospette. Al fine di minimizzare il rischio di cancro cutaneo, occorre consigliare ai pazienti l’adozione di possibili misure preventive quali l’esposizione limitata alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, una protezione adeguata. Eventuali lesioni cutanee sospette devono essere esaminate immediatamente, possibilmente con l’ausilio di esami istologici su biopsie. Può essere inoltre necessario riconsiderare l’utilizzo di HCTZ nei pazienti che hanno manifestato NMSC in precedenza (vedere anche paragrafo 4.8). Effetti sull’equilibrio elettrolitico Il controllo periodico degli elettroliti sierici deve avvenire ad intervalli appropriati, come per tutti i pazienti in terapia diuretica. I diuretici tiazidici, idroclorotiazide inclusa, possono dare origine a squilibri idro-elettrolitici (ipopotassiemia, iponatriemia, ed alcalosi ipocloremica). I segni di allarme di uno squilibrio idro-elettrolitico comprendono secchezza della bocca, sete, astenia, letargia, sonnolenza, irrequietezza, dolori o crampi e affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali quali nausea o vomito. Sebbene con l'uso dei diuretici tiazidici possa svilupparsi ipopotassiemia, la terapia concomitante con quinapril può ridurre l’ipopotassiemia indotta dal diuretico. Il rischio di ipopotassiemia è superiore nei pazienti affetti da cirrosi epatica, in quelli che presentano diuresi abbondante, che ingeriscono una quantità insufficiente di elettroliti e che assumono una terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH (vedere paragrafo 4.5). In presenza di temperature esterne elevate, i pazienti edematosi possono manifestare iponatriemia da diluizione. Il deficit di cloro è generalmente di lieve entità e di solito non richiede trattamento. I diuretici tiazidici possono ridurre l’escrezione urinaria del calcio e causare, pur in assenza di disturbi noti del metabolismo del medesimo, un intermittente e lieve aumento del calcio sierico. Una spiccata ipercalcemia può essere indicativa di un iperparatiroidismo latente. La terapia tiazidica deve essere sospesa prima di effettuare prove di funzionalità paratiroidea. È stato dimostrato che i diuretici tiazidici aumentano l'escrezione urinaria di magnesio e che possono provocare ipomagnesiemia. Glaucoma secondario acuto ad angolo chiuso e/o miopia acuta L’idroclorotiazide è una sulfonamide. La sulfonamide o i farmaci derivanti da sulfonamidi possono causare una reazione idiosincratica, che può risultare in glaucoma secondario acuto ad angolo chiuso e/o miopia acuta. I sintomi comprendono insorgenza acuta di diminuita intensità della vista o del dolore oculare e si verificano tipicamente in ore o settimane dall’inizio del trattamento. Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare a perdita permanente della vista. Il trattamento primario è quello di interrompere l'assunzione del farmaco quanto più rapidamente possibile. Se la pressione intraoculare rimane incontrollata può essere necessario considerare un rapido trattamento medico o chirurgico. Storia di allergia alle sulfonamidi o alle penicilline possono considerarsi fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma acuto ad angolo chiuso (vedere paragrafo 4.8). Test anti-doping L’idroclorotiazide contenuta in questo medicinale può dare positività ai test anti-doping. Altro Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità, sia nei pazienti con anamnesi positiva che negativa per allergie o asma bronchiale. È stata segnalata la possibilità di riacutizzazione o attivazione del lupus eritematoso sistemico. Associazione quinapril/ idroclorotiazide Rischio di ipopotassiemia L’associazione di un ACE-inibitore e di un diuretico tiazidico non esclude la possibilità che si manifesti un’ipopotassiemia. Devono essere effettuati regolari controlli dei livelli di potassio. Litio Associazione con litio: non è raccomandata l’associazione di QUINAPRIL IDROCLOROTIAZIDE ZENTIVA con litio, dal momento che la tossicità di quest'ultimo ne risulta potenziata (vedere paragrafo 4.5).

Farmaci

NORAQUIN14CPR 20MG+12,5MG

PRINCIPIO ATTIVO: QUINAPRIL CLORIDRATO-IDROCLOROTIAZIDE

PREZZO INDICATIVO:2,22 €