OXALIPLATINO SUN 1FL 100MG20ML -Avvertenze e precauzioni

OXALIPLATINO SUN 1FL 100MG20ML Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

L’oxaliplatino deve essere usato unicamente in reparti specializzati in oncologia e deve essere somministrato sotto la supervisione di un oncologo esperto. Compromissione renale I pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata devono essere monitorati attentamente per le reazioni avverse e il dosaggio deve essere modificato in base alla tossicità (vedere paragrafo 5.2). Reazioni di ipersensibilità Un monitoraggio particolarmente attento deve essere garantito per i pazienti con anamnesi di manifestazioni allergiche ad altri prodotti contenenti derivati del platino. In caso di manifestazioni anafilattiche, l’infusione deve essere immediatamente interrotta e deve essere iniziato un trattamento sintomatico appropiato. Una nuova somministrazione di oxaliplatino è controindicata. Sono state riportate reazioni crociate, talvolta fatali, con tutti i composti del platino. In caso di stravaso di oxaliplatino, interrompere immediatamente l’infusione e iniziare un normale trattamento sintomatico locale. Sintomi neurologici Monitorare attentamente la tossicità neurologica dell’oxaliplatino, specialmente se somministrato insieme ad altri medicinali con tossicità neurologica specifica. Effettuare un esame neurologico prima di ogni somministrazione e successivamente periodicamente. Per i pazienti che sviluppano disestesia laringo-faringea acuta (vedere paragrafo 4.8), nel corso o entro le ore successive l’infusione della durata di 2 ore, somministrare la successiva infusione di oxaliplatino in 6 ore. Neuropatia periferica In caso di sintomi neurologici (parestesia, disestesia), i seguenti aggiustamenti della dose raccomandata di oxaliplatino dovranno basarsi sulla durata e la gravità di questi sintomi: - se i sintomi durano più a lungo di sette giorni e sono fastidiosi, la successiva dose di oxaliplatino dovrà essere ridotta da 85 a 65 mg/m²(condizioni di metastasi) oppure 75 mg/m² (condizioni di terapia adiuvante) - se la parestesia senza compromissione funzionale persiste fino al successivo ciclo di trattamento, la dose successiva di oxaliplatino deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m²(condizioni di metastasi) oppure 75 mg/m²(condizioni di terapia adiuvante)- se la parestesia con compromissione funzionale persiste fino al successivo ciclo di trattamento, interrompere la somministrazione di oxaliplatino - se questi sintomi migliorano dopo l’interruzione della terapia con oxaliplatino, considerare la ripresa del trattamento.I pazienti devono essere informati circa la possibilità di comparsa di sintomi persistenti di neuropatia sensoria periferica dopo la fine del trattamento. Parestesie moderate localizzate o parestesie che possono influire sulle attività funzionali possono persistere fino a 3 anni dopo l’interruzione del trattamento in condizioni di terapia adiuvante. Sindrome da leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS) Nei pazienti trattati con chemioterapia di associazione con oxaliplatino sono stati riferiti casi di sindrome da leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS, nota anche come PRES, sindrome da encefalopatia posteriore reversibile). La RPLS è una condizione neurologica rara, reversibile e a rapida evoluzione che può comprendere convulsioni, ipertensione, cefalea, confusione, cecità e altri disturbi visivi e neurologici (vedere paragrafo 4.8). La diagnosi di RPLS si basa sull’imaging neurologico, preferibilmente con RMI (Risonanza Magnetica per Immagini). Nausea, vomito, diarrea, disidratazione e alterazioni ematologiche La tossicità gastrointestinale, che si manifesta con nausea e vomito, giustifica una terapia anti-emetica profilattica e/o terapeutica (vedere paragrafo 4.8). Disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipopotassiemia, acidosi metabolica e insufficienza renale possono essere provocati da grave diarrea/emesi, soprattutto con l’associazione oxaliplatino/5-fluorouracile. Durante il trattamento con oxaliplatino sono stati riportati casi di ischemia intestinale, inclusi esiti fatali. In caso di ischemia intestinale, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto e misure opportune devono essere messe in atto (vedere paragrafo 4.8). In caso di tossicità ematologica (neutrofili < 1,5x109/l o piastrine < 50x109/l), la somministrazione del successivo ciclo di terapia deve essere rinviata fino a che i valori dei test ematologici abbiano raggiunto nuovamente valori accettabili. Una conta ematica completa, con differenziale dei globuli bianchi, deve essere effettuata prima di iniziare la terapia e prima di ogni ciclo successivo. Gli effetti mielosoppressivi possono essere additivi a quelli di una concomitante chemioterapia. I pazienti con una grave e persistente mielosoppressione sono ad alto rischio di complicanze infettive. Sepsi, sepsi neutropenica e shock settico sono stati osservati in pazienti trattati con oxaliplatino, inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.8). Se uno di questi eventi si verifica, oxaliplatino deve essere interrotto. I pazienti dovranno essere adeguatamente informati sul rischio di diarrea/emesi, mucosite/stomatite e neutropenia dopo somministrazione di oxaliplatino e 5-fluorouracile; in tal modo, essi potranno contattare con urgenza il proprio medico per una cura adeguata. In caso di mucosite/stomatite con o senza neutropenia, il trattamento successivo dovrà essere rinviato fino a che la mucosite/stomatite siano tornate di grado 1 o inferiore e/o fino a che la conta dei neutrofili sia ≥1,5 x 109/l. Per l’associazione di oxaliplatino con 5-fluorouracile (con o senza acido folinico), deve essere applicato l’aggiustamento di dose per il 5-fluorouracile in relazione alla tossicità. In caso di diarrea di grado 4, neutropenia di grado 3-4 (neutrofili < 1,0x109/l), neutropenia febbrile (febbre di origine sconosciuta senza un’infezione documentata clinicamente o microbiologicamente con una conta assoluta dei neutrofili <1,0 x 109/l, una temperatura > 38,3°C in una singola misurazione o una temperatura sostenuta > 38°C per più di un’ora), o trombocitopenia di grado 3-4 (piastrine < 50x109/l), deve essere ridotta la dose di oxaliplatino da 85 a 65 mg/m² (condizioni di metastasi) oppure 75 mg/m² (in terapia adiuvante), oltre a ridurre la dose di 5-fluorouracile. Reazioni polmonari In caso di inspiegabili sintomi respiratori, quali tosse secca, dispnea, crepitii o infiltrati polmonari definiti radiologicamente, interrompere l’oxaliplatino finché ulteriori indagini a livello polmonare non escludano una malattia polmonare interstiziale (vedere paragrafo 4.8). Patologie del sangue La sindrome emolitica-uremica (SEU) è un effetto indesiderato che può causare la morte (frequenzabnon nota). Il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell’emoglobina in concomitanza a trombocitopenia, innalzamento della bilirubina sierica, della creatinina sierica, dell’urea del sangue, o della LDH. L’insufficienza renale può non essere reversibile con la sospensione della terapia e può essere necessaria la dialisi. In associazione al trattamento con oxaliplatino è stata riportata coagulazione intravascolare disseminata (DIC), inclusi esiti fatali. Se diagnosticata la DIC, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto, e deve essere somministrato un adeguato trattamento (vedere paragrafo 4.8). Prolungamento QT Il prolungamento QT può indurre un aumentato rischio di sviluppare aritmie ventricolari, comprese le Torsioni di Punta, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.8). L’intervallo QT deve essere attentamente monitorato su base regolare prima e dopo la somministrazione di oxaliplatino. Si deve prestare cautela in pazienti con storia o predisposizione per il prolungamento del QT, in quei pazienti che stanno assumendo medicinali noti per prolungare l’intervallo QT, e in quelli con alterazioni elettrolitiche come ipokalemia, ipocalcemia o ipomagnesiemia. In caso di prolungamento del QT, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.5 e 4.8). Rabdomiolisi È stata riportata rabdomiolisi, inclusi esiti fatali, in pazienti trattati con oxaliplatino. In caso di dolore muscolare e gonfiore, in associazione a debolezza, febbre o urine scure, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto. Se viene confermata la diagnosi di rabdomiolisi, devono essere messe in atto misure opportune. Si raccomanda cautela se medicinali associati a rabdomiolisi sono somministrati in concomitanza con l’oxaliplatino (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Ulcera gastrointestinale/ulcera gastrointestinale con emorragia e con perforazione Il trattamento con oxaliplatino può causare ulcera gastrointestinale e potenziali complicanze, come emorragia e perforazione gastrointestinali, che possono essere fatali. In caso di ulcera gastrointestinale il trattamento con oxaliplatino deve essere sospeso e devono essere messe in atto opportune misure (vedere paragrafo 4.8). Reazioni epatiche In caso di risultati anormali dei test di funzionalità epatica o di ipertensione portale che non derivano chiaramente da metastasi epatiche, valutare la possibilità di casi molto rari di disturbi vascolari epatici indotti dal farmaco. Gravidanza Per l’uso del farmaco in gravidanza, vedere paragrafo 4.6.Fertilità Negli studi preclinici con l’oxaliplatino sono stati osservati effetti genotossici. Di conseguenza, si consiglia ai pazienti maschi trattati con oxaliplatino di non generare un figlio nel corso del trattamento e fino a 6 mesi dopo la fine dello stesso e di cercare consigli sulla conservazione dello sperma prima del trattamento, poiché l’oxaliplatino può avere un effetto negativo irreversibile sulla fertilità. Pazienti donne non devono iniziare una gravidanza nel corso del trattamento con oxaliplatino e devono usare un efficace metodo contraccettivo (vedere paragrafo 4.6). Effetti immunosoppressori/Aumento della suscettibilità alle infezioni: La somministrazione di vaccini vivi o vivi attenuati nei pazienti immunocompromessi con agenti chemioterapici tra cui oxaliplatino, può provocare infezioni gravi o fatali. La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitato nei pazienti trattati con oxaliplatino. Vaccini uccisi o inattivati possono essere somministrati, ma la risposta a tali vaccini può essere ridotta.

Farmaci

SANOFI SpA

ELOXATININFUS 1FL 10ML 5MG/ML

PRINCIPIO ATTIVO: OXALIPLATINO

PREZZO INDICATIVO:290,87 €

SANOFI SpA

ELOXATININFUS 1FL 20ML 5MG/ML

PRINCIPIO ATTIVO: OXALIPLATINO

PREZZO INDICATIVO:581,77 €

SANOFI SpA

ELOXATININFUS 1FL 40ML 5MG/ML

PRINCIPIO ATTIVO: OXALIPLATINO

PREZZO INDICATIVO:814,46 €