KERLON 28CPR RIV 20MG -Gravidanza e allattamento
Gravidanza Teratogenicità: Studi effettuati su numerose specie animali non hanno messo in evidenza alcun effetto teratogeno del KERLON. Ad oggi nessun effetto teratogeno è stato riferito nell’uomo. I beta bloccanti riducono la perfusione placentare, ciò può determinare la morte intrauterina del feto, parti immaturi e prematuri. Inoltre, si possono verificare nel feto effetti avversi in modo particolare ipoglicemia e bradicardia. Periodo neonatale Se la madre è in trattamento con beta–bloccanti l’azione persiste nel neonato per molti giorni dopo la nascita: esiste un aumentato rischio di complicazioni cardiache e polmonari nel neonato, nel periodo post–natale. Se insorge insufficienza cardiaca, è necessaria l’ospedalizzazione del neonato in una unità di cura intensiva (vedere 4.9 "Sovradosaggio") dove deve essere evitato l’uso di espansori plasmatici (rischio di edema polmonare acuto). Sono stati anche segnalati bradicardia, disturbi respiratori e ipoglicemia. In relazione a ciò si raccomanda di sorvegliare attentamente il neonato (frequenza cardiaca e glicemia dal 3° al 5° giorno di vita) in un reparto specializzato Pertanto l’uso del betaxololo durante la gravidanzaè sconsigliato, se non quando il beneficio terapeutico supera il possibile rischio. In tal caso l’uso di betaxololo è subordinato al diretto controllo del medico. Allattamento Il betaxololo viene escreto nel latte materno. Il rischio che si verifichi ipoglicemia e bradicardia non è stato valutato; di conseguenza, e come misura precauzionale, l’allattamento al seno è sconsigliato per tutto il periodo di trattamento.