KERLON 28CPR RIV 20MG -Avvertenze e precauzioni
Avvertenze speciali Non interrompere bruscamente il trattamento nei pazienti anginosi: una sospensione brusca può causare turbe gravi del ritmo cardiaco, infarto del miocardio o morte improvvisa. Precauzioni di impiego • Sospensione del trattamento Il trattamento non deve essere interrotto bruscamente, soprattutto nei pazienti con malattia coronarica. La posologia deve essere progressivamente ridotta nell’arco di una – due settimane, iniziando, allo stesso tempo, se necessario, una terapia alternativa, per evitare un aggravamento della malattia anginosa. • Asma bronchiale e pneumopatia cronica ostruttiva I beta bloccanti possono essere utilizzati solo per il trattamento delle forme lievi: deve essere scelto un beta bloccante selettivo da usare inizialmente a basso dosaggio. Si raccomanda di eseguire i testi di funzionalità polmonare prima di iniziare il trattamento. Se durante la terapia si verificano degli attacchi, possono essere utilizzati dei broncodilatatori beta2–agonisti. • Insufficienza cardiaca Nei pazienti con insufficienza cardiaca controllata da trattamento e comunque in caso di necessità, betaxololo deve essere somministrato con gradualità aumentando la posologia a partire da basse dosi e sotto stretto controllo medico. • Bradicardia Il dosaggio deve essere ridotto se la frequenza cardiaca del paziente a riposo scende sotto i 50–55 battiti/minuto e in presenza di sintomi riferibili a bradicardia. • Blocco atrio–ventricolare di 1° grado In relazione all’effetto dromotropo negativo dei beta–bloccanti, il betaxololo deve essere somministrato con cautela solo nei pazienti con blocco atrio ventricolare di 1° grado. • Angina di Prinzmetal Nei pazienti con angina di Prinzmetal la somministrazione dei beta–bloccanti può aumentare numero e durata degli attacchi. Un beta1–bloccante cardioselettivo può essere usato per le forme minori e miste, a patto che contemporaneamente sia somministrato un vasodilatatore. • Malattie vascolari arteriose periferiche I beta bloccanti possono portare ad un aggravamento delle condizioni in pazienti con malattie vascolari arteriose periferiche (malattia o sindrome di Raynaud, arteriti o arteriopatie croniche occlusive degli arti inferiori). • Feocromocitoma L’uso di beta–bloccanti nel trattamento dell’ipertensione da feocromocitoma trattato richiede uno stretto controllo della pressione del paziente. • Pazienti in età pediatrica Nella popolazione pediatrica sicurezza ed efficacia non sono state dimostrate. Pertanto l’uso del betaxololo non è raccomandato in pazienti in età pediatrica. • Soggetti anziani Negli anziani si deve usare particolare attenzione iniziando il trattamento con basse dosi e assicurando una stretta sorveglianza del paziente. • Pazienti con insufficienza renale Nei pazienti con insufficienza renale la posologia deve essere adattata in funzione della creatininemia o della clearance della creatinina (vedere 4.2 "Posologia e modo di somministrazione"). • Pazienti diabetici (vedere 4.5 "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione" e 4.8 "Effetti indesiderati"). Avvertire il paziente perché intensifichi l’autocontrollo della glicemia all’inizio del trattamento. I sintomi premonitori di ipoglicemia, in particolare tachicardia, palpitazioni e sudorazione, possono infatti risultare mascherati. • Psoriasi (vedere 4.8 "Effetti indesiderati). L’impiego dei beta–bloccanti in pazienti psoriasici deve essere attentamente valutato poichè possono essere associati ad un aggravamento della psoriasi. • Reazioni allergiche Nei pazienti a rischio di gravi reazioni anafilattiche, di qualsiasi origine, specialmente da mezzi di contrasto contenenti iodio, da floctafenina (vedere 4.5 "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione") o nel corso di terapie di desensibilizzazione, il trattamento con beta–bloccanti può portare ad una esacerbazione di tali reazioni e ad una aumentata resistenza al loro trattamento con le dosi usuali di adrenalina. • Anestesia generale I beta–bloccanti attenuano la tachicardia riflessa e aumentano il rischio di ipotensione. La prosecuzione della terapia con beta–bloccanti diminuisce il rischio di aritmia, di ischemia miocardica e di crisi ipertensive. L’anestesista deve essere informato che il paziente è in trattamento con beta–bloccanti (vedere anche 4.5 "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazioni"). • Se si ritiene necessario sospendere il trattamento, tenere presente che un’interruzione di 48 ore è considerata sufficiente per la ricomparsa della sensibilità alle catecolamine. • In alcuni casi il trattamento con beta–bloccanti non può essere interrotto: • nei pazienti con insufficienza coronarica e in relazione al rischio derivante dalla interruzione del trattamento, è opportuno continuare la terapia fino al momento dell’intervento • in caso di emergenza o quando la sospensione è impossibile, il paziente deve essere protetto dall’ipertono vagale con una adeguata premedicazione con atropina, ripetuta quando necessario. • Devono essere utilizzati anestetici il cui effetto di depressione miocardica è il minore possibile. Tenere sempre presente il rischio di anafilassi. • Oculistica Il blocco beta–adrenergico diminuisce la pressione intraoculare e può interferire con i test di screening del glaucoma. L’oculista deve essere informato se il paziente sta assumendo betaxololo. I pazienti in trattamento generale e intraoculare con beta–bloccanti devono essere controllati in vista di un potenziale effetto additivo. • Tireotossicosi E’ possibile che i beta–bloccanti mascherino i segni cardiovascolari di una tireotossicosi. • Sportivi Deve essere richiamata l’attenzione degli sportivi sul fatto che questo medicinale contiene un principio attivo che può rendere positivi i controlli antidoping.