AMIODARONE RATIO 20CPR 200MG -Avvertenze e precauzioni

AMIODARONE RATIO 20CPR 200MG Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

Avvertenze speciali L’amiodarone può provocare manifestazioni collaterali di frequenza e gravità diverse. Le manifestazioni osservate con maggiore frequenza non giustificano la sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.8). Tuttavia sono stati segnalati effetti collaterali gravi, in particolare a carico del polmone o lesioni da epatite cronica. Tossicità Polmonare La tossicità polmonare correlata all’assunzione di amiodarone è una frequente e grave reazione avversa che si può manifestare fin nel 10% dei pazienti e che può essere fatale in circa l’8% dei pazienti affetti, soprattutto a causa di una mancata diagnosi. Il tempo d’insorgenza della reazione durante la terapia varia da pochi giorni ad alcuni mesi o anni di assunzione; in alcuni casi l’insorgenza può avvenire anche dopo un certo periodo di tempo dalla sospensione del trattamento. Pertanto prima di iniziare il trattamento con amiodarone deve essere eseguita una radiografia del torace ed un test di funzionalità polmonare. Tali esami devono essere ripetuti durante il trattamento ad intervalli di circa 3 - 6 mesi. Il rischio di tossicità non rende tuttavia, sfavorevole il rapporto rischio/beneficio dell’amiodarone che mantiene la sua utilità. Occorre comunque prestare la massima attenzione per individuare immediatamente i primi segni di tossicità polmonare, in particolare nei pazienti affetti da cardiomiopatia e gravi malattie coronariche nei quali tale individuazione può essere più problematica. Il rischio di tossicità polmonare da amiodarone aumenta con dosaggi superiori a 400 mg/die, ma può presentarsi anche a bassi dosaggi assunti per periodi inferiori a 2 anni. La tossicità polmonare si manifesta con alveolite polmonare, polmonite, polmonite interstiziale, alveolite allergica, fibrosi polmonare, asma bronchiale. Pazienti che sviluppano tossicità polmonare spesso presentano sintomi non specifici, quali tosse non produttiva, affaticamento, dispnea, febbre e calo ponderale. Tutti questi sintomi possono essere mascherati dalla patologia per la quale è indicato l’amiodarone, e possono essere considerevolmente gravi in pazienti oltre i 70 anni di età, i quali di norma presentano ridotte capacità funzionali o pre-esistenti patologie a carico dell’apparato cardio-respiratorio. La diagnosi precoce mediante controllo radiografico polmonare ed eventualmente i necessari accertamenti clinici e strumentali, è di cruciale importanza in quanto la tossicità polmonare è altamente reversibile, soprattutto nelle forme di bronchiolite obliterante e polmonite. La sintomatologia e la obiettività polmonare devono essere quindi controllate periodicamente, e la terapia deve essere sospesa in caso di sospetta tossicità polmonare, prendendo in considerazione la terapia cortisonica: la sintomatologia regredisce di norma entro 2 - 4 settimane dalla sospensione dell’amiodarone. In taluni casi la tossicità polmonare può manifestarsi tardivamente, anche dopo settimane dalla sospensione della terapia: i soggetti con funzionalità organiche non ottimali, che potrebbero eliminare il farmaco più lentamente debbono essere quindi monitorati attentamente. In ogni caso la riduzione della posologia o la sospensione del trattamento dovranno venire considerate in funzione sia della potenziale gravità dell’effetto collaterale sia della gravità della forma cardiaca in atto. Il farmaco quindi deve essere utilizzato solo dopo aver valutato accuratamente le condizioni del paziente al fine di valutare se i benefici attesi compensano gli ipotetici svantaggi; inoltre il paziente dovrà essere attentamente sorvegliato dal punto di vista clinico e di laboratorio per poter cogliere le manifestazioni avverse ai loro primi segni ed adottare le misure idonee. Casi di Sindrome da sofferenza respiratoria acuta sono stati riportati in pazienti in terapia con amiodarone, di solito subito dopo un intervento chirurgico (vedere paragrafo 4.5). Alterazioni cardiache (vedere paragrafi 4.5 e 4.8) L’azione farmacologica dell’amiodarone provoca cambiamenti elettrocardiografici: prolungamento del QT (correlato ad un allungamento della ripolarizzazione e rischio di "torsione di punta"), con eventuale comparsa di onde U. Tuttavia questi non sono segni di tossicità. Inoltre, l’amiodarone può causare bradicardie sinusali e, in un caso, arresto sinusale. Nei pazienti anziani può essere più accentuato il rallentamento della frequenza cardiaca. Il trattamento deve essere interrotto in caso di insorgenza di blocco atrio-ventricolare di II o III grado, di blocco senoatriale o di blocco bifascicolare. Sono stati segnalati casi di insorgenza di nuove aritmie o peggioramento di aritmie trattate, talvolta fatali. È importante ma difficile, differenziare una perdita di efficacia del farmaco da un effetto proaritmico, in ogni caso questo è associato ad un peggioramento della condizione cardiaca. Gli effetti proaritmici sono segnalati più raramente con amiodarone che con altri antiaritmici e generalmente si presentano nel contesto di interazioni con altri farmaci e/o disturbi elettrolitici (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). In caso di contemporanea prescrizione di altri farmaci cardiologici, assicurarsi che non esistano interazioni medicamentose note (vedere paragrafo 4.5). In relazione al ridotto effetto inotropo negativo, l’amiodarone può venire utilizzato per via orale in caso di insufficienza cardiaca. Grave bradicardia (vedere paragrafo 4.5) Casi di grave bradicardia, potenzialmente letale, e di blocco cardiaco sono stati osservati quando amiodarone viene usato in associazione con sofosbuvir in combinazione con altri antivirali ad azione diretta (DAA) nei confronti del virus dell’epatite C (HCV), come ad esempio daclatasvir, simeprevir o ledipasvir. Pertanto, la somministrazione concomitante di questi agenti con amiodarone non è raccomandata. Se l’uso concomitante con amiodarone non può essere evitato, si raccomanda che i pazienti siano strettamente monitorati quando si inizia sofosbuvir in combinazione con altri DAA. I pazienti che sono identificati come ad alto rischio di bradiaritmia devono essere monitorati continuamente per almeno 48 ore in un ambiente clinico adeguato dopo l’inizio del trattamento concomitante con sofosbuvir. A causa della lunga emivita di amiodarone, un adeguato monitoraggio deve essere effettuato anche per i pazienti che hanno interrotto amiodarone da pochi mesi e che devono iniziare la terapia con sofosbuvir in combinazione con altri DAA. I pazienti che ricevono questi farmaci per l’epatite C insieme ad amiodarone, con o senza altri farmaci che riducono la frequenza cardiaca, devono essere avvertiti dei sintomi di bradicardia e di blocco cardiaco e devono essere avvisati di rivolgersi urgentemente al medico se ne fanno esperienza. Dispositivo cardiaco impiantabile L’amiodarone può aumentare la soglia di defibrillazione e/o la soglia di stimolazione in pazienti con un dispositivo defibrillatore cardioversore impiantabile o un pacemaker, questo può infatti influenzare negativamente l’efficacia del dispositivo. È raccomandato sottoporre il paziente a regolari esami clinici per garantire il corretto funzionamento del dispositivo dopo l’inizio del trattamento o la modifica della posologia. Disordini della tiroide L’amiodarone altera la conversione di tiroxina (T4) in triiodotironina (T3) e può portare ad un aumento dei valori di T4 e ad una riduzione dei valori T3 in pazienti clinicamente normali (eutiroidismo). La disfunzione della tiroide (ipertiroidismo o ipotiroidismo) è un effetto indesiderato comune. La funzione tiroidea deve essere monitorata prima, durante e per alcuni mesi dopo la sospensione del trattamento. (vedere paragrafo 4.8) Ipertiroidismo (vedere paragrafo 4.8): Può presentarsi durante il trattamento con amiodarone oppure fino a numerosi mesi dopo la sua interruzione. Segni clinici, generalmente lievi, come perdita di peso, insorgenza di aritmia, angina, insufficienza cardiaca congestizia, dovrebbero allertare il medico. La diagnosi è supportata da una chiara diminuzione del livello sierico di TSH rilevato con metodiche ultrasensibili (TSH-US) e da elevati livelli di T3. In tal caso si deve interrompere il trattamento con amiodarone. Generalmente si ottiene la guarigione entro pochi mesi dall’interruzione del trattamento; la guarigione clinica precede la normalizzazione dei test di funzionalità tiroidea. Casi gravi, con manifestazione clinica di tireotossicità, talvolta fatali, richiedono un intervento terapeutico di emergenza. Il trattamento deve essere adattato al singolo caso: farmaci antitiroidei (che possono essere non sempre efficaci) ed eventuale terapia di betabloccanti e/o corticosteroidi. L’amiodarone, per il contenuto di iodio, falsifica il test classico di funzionalità tiroidea (obbligatorio il test dello iodio). Ipotiroidismo (vedere paragrafo 4.8): Durante il trattamento con amiodarone può verificarsi anche ipotiroidismo che può essere identificato da sintomi clinici specifici ed elevati livelli di TSH-US. Può quindi essere necessaria la riduzione del dosaggio, la sospensione del trattamento con amiodarone e/o un trattamento con levotiroxina.Patologie epato-biliari (vedere paragrafo 4.8) Si raccomanda uno stretto monitoraggio della funzionalità epatica (transaminasi all’inizio della terapia con amiodarone, e con regolarità durante il trattamento. Si possono verificare patologie epato-biliari acute (inclusa grave insufficienza epatocellulare o insufficienza epatica, a volte fatale) e patologie epato-biliari croniche con amiodarone per via orale e endovenosa e entro le prime 24 ore dalla somministrazione endovenosa. Pertanto, la dose di amiodarone deve essere ridotta o il trattamento interrotto se l’aumento delle transaminasi è superiore a 3 volte il limite superiore della norma. I segni clinici e biologici delle patologie epato-biliari croniche dovuti ad amiodarone per via orale possono essere minimi (possibile epatomegalia, ittero colestatico, aumento delle transaminasi da 1,5 a 5 volte il valore corrispondente al limite superiore della norma, epatite, cirrosi). Generalmente queste alterazioni sono reversibili con la sospensione del trattamento, ma sono stati segnalati casi fatali. In caso di epatomegalia o sospetta colestasi il farmaco dovrebbe essere tempestivamente interrotto ed il paziente sottoposto a controllo ecografico. Per questi motivi il farmaco non può essere utilizzato nei pazienti con evidenti segni clinici e di laboratorio di epatopatia in atto; nei casi più lievi esso potrà essere impiegato solo quando indispensabile e dovrà essere sospeso allorché si manifesti un peggioramento del danno epatico. Disturbi neuromuscolari (vedere paragrafo 4.8) Amiodarone può indurre neuropatia periferica sensomotoria e/o miopatia/rabdomiolisi. Generalmente si ottiene la guarigione entro numerosi mesi dopo interruzione di amiodarone, ma talvolta può essere incompleta. Disturbi oculari (vedere paragrafo 4.8) Visite oftalmiche regolari sono raccomandate durante la somministrazione di amiodarone. In caso di offuscamento visivo o di diminuzione dell’acuità visiva, eseguire un esame oftalmologico completo comprendente la fundoscopia. La comparsa di neuropatia ottica e/o neurite ottica richiede l’interruzione di amiodarone per evitare una potenziale progressione a cecità (vedere paragrafo 4.8). Reazioni bollose gravi Reazioni cutanee da sindrome di Steven Johnson (SJS) pericolose per la vita o addirittura fatali, Necrolisi epidermica tossica (TEN) (vedere paragrafo 4.8). Se i sintomi o i segni di SJS, o TEN, (per esempio rash cutaneo progressivo spesso con vesciche o lesioni della mucosa) sono presenti, il trattamento con amiodarone deve essere interrotto immediatamente. Interazioni farmacologiche (vedere paragrafo 4.5) Non è raccomandato l’uso concomitante di amiodarone con i seguenti farmaci: betabloccanti, calcioantagonisti che riducono la frequenza cardiaca (verapamil, diltiazem), lassativi stimolanti che possono causare ipokaliemia. Informazioni su alcuni eccipienti Amiodarone ratiopharm Italia contiene lattosio Ogni compressa contiene 50 mg di lattosio, pertanto in accordo al dosaggio raccomandato la quantità massima di lattosio che è possibile assumere con Amiodarone ratiopharm Italia è di 150 mg al giorno. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale. Precauzioni d’impiego Gli effetti indesiderati dell’amiodarone (vedere paragrafo 4.8) sono generalmente dose-dipendenti, quindi si deve prestare particolare attenzione nel determinare la dose minima efficace di mantenimento, per evitare o minimizzare gli effetti indesiderati. Nel corso del trattamento è consigliabile evitare l’esposizione alla luce solare e alle lampade UV per il rischio di possibili reazioni di fotosensibilità (vedere paragrafo 4.8). Se ciò non fosse possibile, le zone esposte della pelle, in particolare il volto, devono essere protetti mediante l’uso di una crema con un fattore ad alta protezione solare. La protezione solare è necessaria anche per un certo tempo dopo la sospensione di amiodarone. Monitoraggio (vedere sezione "Avvertenze speciali" e paragrafo 4.8) Prima di iniziare il trattamento si raccomanda di effettuare l’ECG, il test TSH-US e di misurare il potassio sierico. Durante il trattamento si consiglia di monitorare le transaminasi (vedere sezione "Avvertenze speciali") e l’ECG. Inoltre, poiché amiodarone può provocare ipotiroidismo o ipertiroidismo, in particolare in quei pazienti con anamnesi personale di disturbi della tiroide o nei soggetti anziani, si raccomanda di effettuare monitoraggi clinici e biologici (TSH-US) prima di iniziare e durante il trattamento, e per parecchi mesi dopo la sospensione. Nel caso di sospetta disfunzione tiroidea si devono misurare i livelli sierici di TSH-US. In particolare nel contesto della somministrazione cronica di farmaci antiaritmici, sono stati segnalati casi di aumento della defibrillazione ventricolare e/o della soglia di stimolazione del pacemaker o del dispositivo defibrillatore cardioversore impiantabile, che possono potenzialmente modificarne l’efficacia. Pertanto, si raccomanda una ripetuta verifica del funzionamento del dispositivo prima e durante la terapia con amiodarone. Anomalie tiroidee (vedere paragrafo 4.8) La presenza di iodio nella molecola di amiodarone può interferire con la fissazione dello iodio radio-attivo. Comunque i test di funzionalità tiroidea (T3 libero, T4 libero, metodiche ultrasensibili (TSH-US)) rimangono interpretabili. Amiodarone inibisce la conversione periferica di tiroxina (T4) a triiodotironina (T3) e può causare isolate alterazioni biochimiche (aumento sierico di T4 libero, mentre T3 libero rimane a livelli normali o diminuisce leggermente) nei pazienti clinicamente eutiroidei. In tali casi non c’è motivo di interrompere il trattamento con amiodarone. Si deve prendere in considerazione il sospetto di ipotiroidismo se si presentano i seguenti segni clinici generalmente lievi: aumento di peso, intolleranza al freddo, ridotta attività, eccessiva bradicardia. La diagnosi è supportata da un chiaro aumento del livello di TSH rilevato con metodiche ultrasensibili (TSH-US). Generalmente si torna a eutiroidismo entro 1 - 3 mesi dopo l’interruzione del trattamento. In situazioni di pericolo di vita, si può continuare la terapia con amiodarone in associazione a L-tiroxina. La dose di L-tiroxina è determinata in relazione ai livelli di TSH. Popolazione pediatrica In questi pazienti la sicurezza e l’efficacia di amiodarone non sono state dimostrate. Pertanto non è raccomandato l’uso in questi pazienti. Anestesia (vedere paragrafi 4.5 e 4.8) Prima di un intervento chirurgico l’anestesista deve essere informato che il paziente è in trattamento con amiodarone. Associazione con statine Si raccomanda di usare una statina non metabolizzata dal CYP 3A4 quando co-somministrata con amiodarone (vedere paragrafo 4.5). Si suggerisce comunque una particolare attenzione quando amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori dell’HMG-CoA reduttasi (statine).

Farmaci

AMIODAR20CPR 200MG

PRINCIPIO ATTIVO: AMIODARONE CLORIDRATO

PREZZO INDICATIVO:4,97 €

AMIODAREV 5F 150MG/3ML

PRINCIPIO ATTIVO: AMIODARONE CLORIDRATO

PREZZO INDICATIVO:4,94 €