Storia vera: “Ho perso 20 chili grazie a mia figlia (e allo sci di fondo)”

La maternità aveva lasciato a Erika 20 kg di troppo. Ma seguendo la primogenita negli anelli di fondo è tornata al top



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Testo raccolto da Anna Pugliese


Fino ai 22 anni ero una ragazza in piena forma, forse anche troppo magra. Ci tenevo alla linea, mi piaceva vestirmi bene e andare a ballare. Facevo anche un po’ di sport: d’inverno sci da discesa e palestra, d’estate trekking. Poi ho iniziato a lavorare, ho conosciuto Fabrizio, con cui mi sono in seguito sposata per diventare mamma di Karina, Manuel e quindi Ester. Tre figli in dieci anni intensissimi, pieni di gioia, ma senza un attimo di pace.

Solo quando Ester ha iniziato a mangiare da sola, intorno ai due anni e mezzo circa, ho iniziato a osservarmi di nuovo allo specchio. E non è stato facile. Ero davvero irriconoscibile, con 20 kg in più rispetto a oggi, 25 facendo il paragone con il periodo prima della gravidanza. Sapevo di essere sovrappeso, trascurata. Ma fermarmi, osservarmi e prendere consapevolezza della situazione mi aveva lasciato sconvolta.


Chi era quella nello specchio?

Non ero davvero più io. Non mi piacevo. Dovevo cambiare: volevo affrontare una cura dimagrante, fare dello sport per tornare ad avere una silhouette dove si notasse un po’ di tono muscolare, andare dal parrucchiere, acquistare vestiti carini. Ma tra i bimbi e il lavoro non ce la facevo davvero. Anche perché mio marito era spesso assente e i nonni erano lontani.

Ero frustrata e forse un po’ depressa. Ho iniziato a fare attenzione alla dieta, a mangiare di meno e a non finire il cibo che i miei bimbi lasciavano nel piatto. E ho notato che, molto lentamente perdevo un po’ di peso. Soprattutto iniziavo a vedere un po’ di speranza. Non avevo tempo per prendermi cura di me, ma comunque potevo fare qualcosa.


Quel sabato fatidico sulle piste

Tutto è cambiato 5 anni fa, quando Karina, ormai diciassettenne, mi ha invitato a fare sci di fondo con lei. Era un sabato soleggiato, mi sentivo di ottimo umore, mio marito era a casa, quindi poteva dare una mano. Ho risposto istintivamente di sì a mia figlia, anche se non sapevo a cosa sarei andata incontro. Lei praticava quella disciplina da quand’era piccola e vedendola sciare mi pareva tutto facilissimo.

Nessun problema a mantenere l’equilibrio, a macinare chilometri su chilometri e soprattutto a frenare o ad affrontare le discese. Siamo montate in automobile e ho guidato sino al Renon: lassù c’è una pista per principianti lunga circa 5 km, facilissima. Karina mi ha aiutata a infilare scarpette e sci e poi, con infinita pazienza, ha iniziato a insegnarmi la tecnica.

L’inizio è stato davvero comico: avevo difficoltà a rimanere in piedi anche da ferma. Forse perché volevo bruciare i tempi, dimostrare a Karina che anch’io ce la potevo fare, che la sua mamma era una donna ancora giovane e in gamba. Invece mia figlia ha dovuto prendermi letteralmente per mano per farmi fare quei primi metri sugli sci.

Abbiamo lasciato i bastoncini appoggiati a terra e lei mi ha trascinata, piano piano, per farmi sentire lo scivolamento, per farmi prendere confidenza con questa sensazione nuova, un po’ spiazzante. Sapevo già andare con gli sci da discesa, ma il fondo era tutta un’altra cosa: lo scarpino leggero non mi dava alcuna sicurezza e ogni volta mi pareva di star per cadere, anche se la velocità era bassissima.


La remise en forme era cominciata

Alla prima uscita avremo percorso 200 metri in tutto. Però il risultato era positivo, anche perché avevo condiviso una mattinata con mia figlia, affidandomi a lei, condividendo questa splendida esperienza.

Così la settimana successiva ci abbiamo riprovato. E sono riuscita a gestire io i miei sci con mini-spinte sui bastoncini. Poco alla volta l’appuntamento settimanale è diventato una bella abitudine: ha reso me e Karina più vicine, quasi complici di questo progetto di “remise en forme”. Lei si allenava, come sempre, tre volte alla settimana. Però dedicava a me il suo sabato mattina, per insegnarmi ad essere indipendente sugli sci stretti, per far sì che potessi finalmente iniziare a macinare chilometri, per dimagrire in modo deciso.

Dopo una decina di lezioni quasi esclusivamente dedicate alla tecnica, alla postura, alla precisione del gesto con sci e bastoncini, finalmente abbiamo iniziato a fare un po’ di vero di sci fondo. Ed è stato bellissimo. La fatica c’era, ed era tanta, però mi sentivo super attiva.

Andavo pianissimo, ora me ne rendo conto, ma mi pareva di fare delle cose straordinarie. E considerati i 10 anni precedenti da sedentaria totale, erano in realtà eccezionali. Soprattutto perché mi stavo prendendo del tempo per me, in cui sentivo di farmi bene, di dare una spinta al metabolismo, di bruciare quella maledetta ciccia che si era attaccata ovunque.


"Nuova" anche nel look

I miglioramenti sugli sci di fondo sono andati di pari passo con il mio percorso: perdita di peso, sì, ma anche cura per me stessa. Nuovo taglio di capelli, trucco ogni giorno, abiti carini e non più i soliti “sacchi informi” che usavo per nascondere pancia e sedere. Insomma, Karina e lo sci di fondo mi hanno dato davvero la spinta di cui avevo bisogno per uscire dalla mia noncuranza per me stessa, dall’apatia.

Dopo il primo inverno sugli sci ero dipendente dalle endorfine, gli ormoni del buonumore che si producono quando si fanno sport di resistenza. E così la successiva estate mi sono data al running, attendendo però la neve per riprendere con il fondo, che ormai pratico con costanza da quattro anni. Sempre con Karina, quando può, ma anche da sola o con le amiche che ho conosciuto in pista.

Scivolare sui binari dell’anello, spingermi sino a superare i miei limiti, sentire il cuore che batte forte e i polmoni che si espandono al massimo è ormai parte di me. Il fondo mi fa semplicemente stare bene: mi sento più giovane ora di dieci anni fa e ho perso 20 kg, ma ho anche riacquistato una fluidità di movimenti, una flessibilità, una resistenza che non credevo di poter più avere. E sono un buon esempio per i miei ragazzi: sono tutti sportivi e io ripeto sempre loro che l’attività fisica è importante tanto quanto lo studio.


UNA DISCIPLINA DAI MILLE VANTAGGI

«Lo sci di fondo è lo sport migliore per preservare la propria salute»: è questo il risultato al quale è arrivato dopo anni di studi il professor Wolfgang Schobergerger, direttore dell’Istituto di medicina alpina dell’Università di Innsbruck.

«Allena in modo equilibrato tutti i distretti corporei e migliora sia forza sia resistenza, migliorando anche la coordinazione e favorendo il relax per l’immersione in uno scenario naturale tranquillo e dominato dal colore bianco. Inoltre, è la disciplina outdoor più aerobica, quindi aiuta a dimagrire. E grazie allo scivolamento non è traumatico per muscoli e articolazioni», spiega l’esperto.

Ma non è tutto: una ricerca del Massachusetts General Hospital di Boston ha rilevato i notevoli benefici sui muscoli coinvolti nella respirazione, spesso contratti. Mentre uno studio dell’Università di Monaco di Baviera ha testato che il movimento coordinato della spinta con i bastoncini sulla neve aiuta a decontrarre dorso e tratto cervicale, aumentando anche l’ampiezza dei movimenti di spalle e braccia. Per un effetto anche antiage.


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Articolo pubblicato nel n° 4 di Starbene in edicola dall'8 gennaio 2019

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