Dermatologia ed estetica

Crenoterapia

La crenoterapia è una terapia eseguita con acque minerali, ossia con soluzioni naturali che, per le condizioni geologiche in cui si verifica la loro formazione, presentano alla sorgente un “dinamismo chimico-fisico” in evoluzione che è probabilmente il principale responsabile della loro azione terapeutica. Queste soluzioni naturali sono irriproducibili: le acque minerali artificiali sono, infatti, prive di tale dinamismo.

Si può effettuare una crenoterapia semplice o integrata con altri presidi terapeutici; in quest’ultimo caso si ricorre a schemi sequenziali o di associazione in grado, spesso, di fare ottenere effetti terapeutici superiori a quelli prodotti dai singoli presidi. Le acque minerali termali dei vari stabilimenti, e quindi anche le loro potenzialità terapeutiche, non sono interscambiabili. Le acque vengono classificate in base a specifici elementi fisici e chimici distintivi (portata, temperatura, residuo fisso, concentrazione molecolare, composizione chimica, presenza di particolari oligoelementi) e al loro meccanismo d’azione terapeutico. Una classificazione utile per il loro impiego si basa su alcune caratteristiche chimico-fisiche e permette di distinguerle in acque sulfuree o non sulfuree. Nel primo caso è presente almeno 1 grado solfidrometrico; lo zolfo, che può essere libero oppure combinato, può essere ulteriormente classificato in:

• acque sulfuree deboli (1-10 mg/l di zolfo libero a 760 Tor);
• acque sulfuree medie (11-100 mg/l di zolfo a 760 Tor);
• acque sulfuree forti (superiori a 100 mg/l di zolfo libero a 760 Tor).

Un’altra distinzione è quella tra le acque sulfuree propriamente dette, contenenti solamente zolfo, e le acque solfidriliche, in cui sono presenti invece acido solfidrico e acido carbonico.

Per quanto riguarda invece le acque non sulfuree, si può distinguere tra acque:

• arsenicali, quando è presente l’arsenico in quantità ponderale;
• bromiche, quando è presente il bromo in quantità ponderale;
• iodiche, quando è presente lo iodio in quantità ponderale;
• radioattive, quando in 1 litro di acqua è disciolto almeno 1 ml-Curie di radon;
• carboniche, quando in 1 litro di acqua sono presenti almeno 300 cc di CO2.

Gli effetti benefici più rilevanti in campo dermo-cosmetologico sono stati ottenuti con l’impiego di acque sulfuree, seleniate, salso-solfate e silicate, pertanto la maggior parte degli stabilimenti termali in cui viene praticata la medicina termale offre servizi e tecniche a base di queste acque.

Le proprietà detergenti, cheratoplastiche e antimicrobiche delle acque sulfuree sono note da secoli, e ne rendono efficace l’impiego per il trattamento adiuvante dell’acne lieve e moderata, delle ulcere degli arti inferiori, della pitiriasi versicolor e della tinea corporis e capitis. I bagni in acque sulfuree sono anche un efficace sostituto dei cosmetici in corso di dermatite atopica, dermatite da contatto e psoriasi.

L’acqua termale di Avène, l’acqua Leopoldina di Montecatini Terme e l’acqua di La Roche-Posay rappresentano invece le acque non sulfuree più utilizzate in dermocosmetologia: la prima è caratterizzata da un’alta concentrazione di silicati e oligoelementi e ha mostrato di possedere importanti capacità idratanti e lenitive, antinfiammatorie e antipruriginose, tali da renderla adatta soprattutto nei pazienti con “pelle sensibile”; l’acqua Leopoldina di Montecatini Terme (un’acqua salsa e debolmente sulfurea) viene invece usata, in ambito dermato-cosmetologico, soprattutto per il trattamento di dermatite atopica e psoriasi; l’acqua di La Roche-Posay, infine, grazie al suo elevato contenuto di selenio, può essere utilizzata come adiuvante nel trattamento di alcune dermatosi (psoriasi, eczema, acne) ma anche delle ustioni e nella prevenzione dei danni da fotoinvecchiamento, in quanto possiede attività immunomodulanti, antinfiammatorie e antiossidanti.

Di notevole interesse dermatologico sono anche le acque termali di Saturnia, Acque Albule e Comano (efficaci nel trattamento di dermatite atopica e psoriasi).

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