Dermatologia ed estetica

Ragadi
Terapia topica
La terapia topica è indicata tipicamente per le psoriasi stabili e con numero limitato di lesioni, e si articola in due fasi successive: “ripulitura” delle lesioni mediante cheratolitici topici e trattamento dell’infiammazione cutanea e delle sue proliferazioni.
Tra i farmaci cheratolitici, il più conosciuto è l’acido salicilico, che viene utilizzato in eccipienti grassi (vaselina, crema base) o in alcol (per il cuoio capelluto), ma la ripulitura delle lesioni dalle squame può essere ottenuta anche mediante emollienti, creme all’urea al 10-50%, bagni in acqua pura o salata oppure mediante l’applicazione di derivati della vitamina D in eccipienti grassi.
Il secondo momento terapeutico è volto a contenere l’infiammazione e si basa sull’impiego a scopo terapeutico di diverse sostanze. I corticosteroidi topici sono stati e sono tuttora i più impiegati, tuttavia è sempre preferibile usarli in trattamenti di durata limitata, al fine di evitare la tachifilassi (cioè l’assuefazione al farmaco e quindi la diminuzione o scomparsa dei suoi effetti) o l’insorgenza di effetti collaterali locali o sistemici. I riducenti (catrami e derivati dell’antralina), pur essendo presidi terapeutici molto attivi nella psoriasi, hanno al momento un utilizzo più limitato rispetto al passato in quanto si è scoperto che la loro azione comporta spesso l’insorgenza di irritazioni e pigmentazioni perilesionali, ed è spesso difficile determinarne la concentrazione o la durata del trattamento ottimale.
Recentemente i riducenti sono stati soppiantati da derivati sintetici della vitamina D3, quali il calcipotriolo e il tacalcitolo: queste sostanze possiedono l’attività antiproliferativa della vitamina D senza condividerne gli effetti a livello del metabolismo osseo (e quindi il rischio di insorgenza di ipercalcemie); inoltre la loro applicazione prolungata non causa atrofia e non induce tachifilassi, mentre il rebound, cioè la recrudescenza della malattia dopo il completamento della terapia, è molto più lento rispetto a quello che si verifica dopo la sospensione di un corticosteroide. Controindicazioni all’impiego di questi derivati sono le turbe del metabolismo calcio-fosforo, l’insufficienza renale e la gravidanza.
Tra le altre terapie locali bisogna poi ricordare il tazarotene, un retinoide acetilato, e gli inibitori topici della calcineurina (tacrolimus e pimecrolimus); quest’ultimi, usati già con successo nelle dermatite atopica, risultano utili nella terapia delle lesioni psoriasiche localizzate in aree sensibili (viso, pieghe, genitali). È infine doveroso ricordare come, nella pratica clinica, le varie terapie topiche (e non solo) possano essere associate o alternate al fine di ottenere una maggiore efficacia clinica e una riduzione degli effetti collaterali del singolo farmaco.
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