Assistere un familiare

Respirare
Ritagliare spazi di vita
Quando una persona è gravemente ammalata, per esempio in caso di malattie cronico-degenerative o, in generale, in presenza di patologie potenzialmente mortali, i membri della famiglia tendono a vivere con molta sofferenza l’esperienza di stare accanto al proprio caro. Questa spirale di preoccupazioni risulta molto pericolosa, perché l’assistente o il parente devono necessariamente avere il tempo per “staccare la spina” e gioire delle cose belle che la vita offre. Purtroppo l’attaccamento al congiunto, nel caso sia un familiare, rende molto difficoltosa la disponibilità a ritagliarsi spazi di vita senza che emergano sentimenti quali i sensi di colpa o la sensazione di ritenere ingiusta la decisione di potersi dedicare ad altro che non sia il parente.
Oltre ai sentimenti che la persona vive sulla propria pelle, in alcuni casi emergono prepotentemente anche i tentativi di manipolazione dell’ammalato nei confronti del coniuge, dei figli o di chi si occupa di lui. Questo comportamento tentacolare richiede inevitabilmente una difesa. Spesso è del tutto inutile tentare di fare cambiare atteggiamento a queste persone; è invece più fattibile evitare di cadere nella loro trappola. In talune occasioni i rapporti tra genitori e figli possono essere patologici e in questi casi è necessario un aiuto esterno o un lavoro interiore per provare a ristabilire un minimo di equilibrio. Molte aziende sanitarie hanno attivato i cosiddetti ricoveri di sollievo per gli ammalati cronici gestiti a domicilio al fine di consentire ai parenti di riprendere fiato per un periodo di un mese o due all’anno. Questa opportunità dovrebbe essere attentamente considerata quando il livello di stress diventa insopportabile e compaiono i primi segni di esaurimento psicofisico. In linea di massima, tali ricoveri vengono pianificati con l’assistente sociale e il medico di base.
Anche i centri diurni possono rispondere ad alcune esigenze e consentire di dedicarsi ad aspetti dell’esistenza che esulano dall’assistenza al malato.
Chi crede di poter gestire da solo il peso di determinate situazioni familiari commette un grave errore, che presto o tardi pagherà molto caro; il senso di colpa, che frequentemente tormenta i familiari, è il peggiore dei nemici e deve essere combattuto con preziosi alleati (medico, infermiere, psicologo, assistente sociale).
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