Sei incinta? Mangia più pesce, anche in scatola

Ha benefici sulla salute tua e del piccolo. Consumalo però nelle dosi giuste e scegli quello più sicuro. Leggi qui i suggerimenti dei nostri esperti



di Lidia Pensiero

Il pesce, si sa, è un alimento insostituibile per una corretta alimentazione, ancora di più quando si aspetta un bambino. Purtroppo, è ancora poco presente sulle nostre tavole, complici la crisi economica e i modelli alimentari che arrivano dall’estero, siamo lontani dalle quantità raccomandate, ovvero circa 2 porzioni alla settimana.

Ora un nuovo studio ha ribadito i benefici sulla salute dati dal consumo regolare di pesce fresco, rivelando che anche quello conservato ha i suoi pregi. Continua a sfogliare l'articolo per saperne di più.

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LA DOSE GIUSTA: 2-3 VOLTE ALLA SETTIMANA

Due-tra volte alla settimana. Questa è la dose giusta di pesce che le donne in gravidanza dovrebbero mangiare per fare scorta di vitamine, proteine e acidi grassi Omega 3. Stando a un recente studio pubblicato su Jama Pediatrics, non bisogna esagerare perché il consumo di pesce per più di tre volte alla settimana sembra associato a una maggiore probabilità che il bambino vada incontro a una rapida crescita o che possa diventare obeso in età infantile. Perché questo nesso? La responsabilità sarebbe del metilmercurio, la forma più tossica con cui è presente il mercurio in natura, contenuta in alcune specie ittiche e potenzialmente in grado di interferire con il corretto sviluppo del sistema ormonale dei bambini sin dall’utero.

Resta valida, però, la raccomandazione di mangiare pesce due-tre volte alla settimana. E se non hai tempo di comprare e preparare quello fresco, puoi risolvere anche con quello in scatola o sottovuoto.

PESCE FRESCO O IN SCATOLA?

Di recente gli esperti, presentando i risultati del nuovo studio di popolazione "Moli-sani", hanno ribadito gli effetti positivi sulla salute derivanti dal consumo regolare di pesce. Inoltre, hanno evidenziato che anche il pesce in scatola offre utili benefici. Le conserve ittiche, infatti, offrono gli stessi nutrienti del pesce fresco: proteine nobili, Omega-3, ferro, fosforo e selenio.

«Il pesce, insomma, è un alimento fondamentale per uno stile di vita corretto e salutare, come testimonia lo studio epidemiologico di coorte condotto su 25.000 italiani di età superiore ai 35 anni. È emerso che mangiare questo alimento un paio di volte alla settimana ha effetti benefici in particolare sulla salute cardiovascolare», spiega Licia Iacoviello del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Istituto Neurologico Mediterraneo IRCCS Neuromed. 

TONNO IN SCATOLA IN GRAVIDANZA? NIENTE PAURA

Pochi sanno che il tonno in scatola è una buona fonte di selenio, minerale fondamentale per innumerevoli funzioni biologiche. Lo dimostra una recente ricerca della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA), svolta sulle conserve di tonno presenti sul mercato italiano, che ha rilevato un livello medio di selenio di circa 80 microgrammi per 100 g di prodotto
Il selenio è un minerale coinvolto nel funzionamento della ghiandola tiroidea e del sistema immunitario e un ottimo alleato contro lo stress ossidativo.

E il mercurio? Un'indagine condotta dalla SSICA ha dimostrato che i valori di mercurio sono inferiori ai limiti imposti dalla legislazione dell'Unione Europea e da quella italiana (1 mg/kg di peso fresco). «I valori di mercurio riscontrati da questa ricerca ci permettono di inserire il tonno in scatola nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata, anche durante la gravidanza», spiega Pietro Migliaccio, presidente della SISA (Società Italiana di Scienza dell'Alimentazione). «Quest'alimento, infatti, è soggetto a controlli frequenti, puntuali ed estesi lungo tutta la filiera - dalla cattura, alla selezione accurata delle materie prime, fino alla commercializzazione -, tali da garantire alti livelli di salubrità e sicurezza per il prodotto lavorato, soprattutto per quanto riguarda eventuali livelli di mercurio presenti».

SALMONE FRESCO O AFFUMATICO? MEGLIO FRESCO

Da uno studio riportato sul Journal of Nutrition, in collaborazione tra le università di Reading e Southampton, risulta che un’alimentazione ricca di salmone, sia durante la gravidanza, sia subito dopo, aumenta i livelli di acidi grassi nel sangue e nel latte materno. Sembra, però, ridurre la presenza delle immunoglobuline, anticorpi fondamentali per proteggere il bambino dalle infezioni nei primi mesi di vita. Quanto mangiarne allora? I ricercatori consigliano di consumarlo 2 volte alla settimana (circa 250 grammi). In questo modo non riduce in modo pericoloso le immunoglobuline e apporta Omega 3 a sufficienza.

Ma quale preferire in gravidanza: quello fresco o quello affumicato? Per questioni di praticità, molte future mamme che lavorano optano per il salmone affumicato. Ma secondo gli esperti non è consigliabile mangiare salmone affumicato in gravidanza perché potrebbe contenere un batterio noto con il nome di Listeria Monocytogenes, che rappresenta un pericolo durante la gestazione poiché può produrre danni al bambino in crescita. La Listeria Monocytogenes è un batterio presente nel suolo, nell’acqua, nella vegetazione e può contaminare facilmente diversi alimenti, tra cui latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte e pesce poco cotto (come nel caso del salmone affumicato, che non è coinvolto in alcun processo di cottura).

Questo batterio, che vive a temperature che vanno dai 3 ai 45 °C, è responsabile della listeriosi, malattia potenzialmente pericolosa per la donna in gravidanza, ma anche per le persone immunodepresse, per bambini piccoli e anziani. La trasmissione della malattia è principalmente legata al canale alimentare, visto che il batterio sopravvive alle temperature basse del frigorifero (viene invece disattivata a temperature sopra i 70 °C, quindi con la cottura).


In effetti, uno studio del Journal of Food Science dimostra come il processo di affumicatura può comunque uccidere la Listeria e può quindi produrre un salmone affumicato sicuro. Questo nel caso di processo di affumicatura “a caldo”. Purtroppo, però, negli ultimi anni ci sono state diverse partite di salmone affumicato contenenti Listeria monocytogenes. Quindi, per precauzione, meglio il salmone fresco.

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