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Pillole dell’amore per lui: dilaga il fai-da-te

Nel 2016 in Europa sono state vendute 180 milioni di “pillole dell’amore”, soprattutto per combattere l’impotenza, di cui oltre 100 milioni senza ricetta medica. Le pastigliette, infatti, vengono acquistate online e persino nei sexy shop. Un fai-da-te, che può essere molto pericoloso. Leggi qui

ANSA



di Oscar Puntel


Tanti uomini le comprano per “un aiutino” sotto le lenzuola, anche se magari non ne avrebbero bisogno. Per altri casi, invece, le pillole dell'amore sono un vero e proprio farmaco, usato per superare l’impotenza. In Europa, nel 2016, se ne sono vendute oltre 180milioni: 34 milioni solo in Italia. È il risultato di un'indagine internazionale, la prima sull'argomento, coordinata da Emmanuele A. Jannini dell'Università di Tor Vergata e presentata al congresso dell'European association of urology, tenutosi a Londra.


LA PRIMA GENERAZIONE DI FARMACI DELL'AMORE

Eravamo abituati a chiamarle pillole blu, vent’anni fa, quando comparirono per la prima volta nelle disponibilità del ricettario medico. Poi si sono differenziate. E accanto al Sildenafil (che noi comunemente conosciamo con il nome commerciale di “viagra"), sono arrivati il Tadalafil (cioè il Cialis) e il Vardenafil (cioè il Levitra). Questi tre farmaci sono considerati la prima generazione di una serie di prodotti che hanno aiutato l’uomo a vincere le disfunzioni nell’erezione.

Oggi siamo alla seconda generazione: si è scoperta una nuova molecola, l’Avanafil, che agisce così specificatamente sui corpi cavernosi del pene, da evitare tutta una serie di reazioni collaterali (mal di schiena, mal di testa molto forti, mal di pancia e arrossamenti cutanei improvvisi), che invece si manifestavano con gli altri tre. Dal punto di vista chimico, infatti, questi primi farmaci reagivano su una classe estesa di enzimi: davano sì l’erezione, ma comportavano il coinvolgimento di tutto il sistema circolatorio e muscolare.


CHI USA LE PILLOLE DELL'AMORE

«Siamo riusciti a distinguere due categorie di fruitori di questi farmaci», spiega il professor Emmanuele A. Jannini, che all’Università di Roma Tor Vergata insegna endocrinologia e sessuologia medica. «Abbiamo certificato scientificamente quello che si mormorava da anni ai convegni scientifici. Distinguiamo “pazienti” e “performer”.

La prima categoria - dalla ricerca sono il 33,6% dei fruitori di questi farmaci - riconosce di avere un disturbo di impotenza, si rivolge a uno specialista, riceve una diagnosi e utilizza farmaci di nuova generazione. Fa uso della “pillola dell’amore” in un’ottica di coppia, per il piacere anche della partner.

I “performer” sono, invece, quelli più “pene-centrici”: rappresentano il 60% di coloro che acquistano questa categoria di farmaci. Ricorrono al farmaco senza passare per una diagnosi e lo fanno solo “per durare di più”, per far credere a loro stessi che la prestazione sessuale personale sia qualcosa di unico, incuranti della partner. Magari avrebbero bisogno di un controllo medico perché nascondono o non accettano di soffrire di impotenza, ma lo evitano. Questi uomini si procurano il farmaco per lo più online oppure in farmacia, con la compiacenza del professionista che lo fornisce senza ricetta». Ricorrono solo alla prima generazione della “pillola dell’amore”, anche perché la seconda non la conoscono.

Vi è poi una terza categoria, residua, che non raggiunge l’1%: «Sono gli “uomini struzzi”, quelli che nascondono la testa sotto la sabbia. Sono impotenti però non prendono medicine e non vanno dal medico, non hanno la forza psicologica e la “cultura” di andare da uno specialista e parlare del problema; non ricercano neppure su internet una soluzione perché non sanno come si fa. Insomma, non affrontano il problema, pur soffrendo».


I RISCHI DEL FAI-DA-TE

I maschi “perfomer” mettono in luce la tendenza alla medicina fai-da-te. Ci si compra la pillolina online: oltre 100 milioni sono, infatti, quelle vendute nel 2016 in Europa, senza ricetta, nei canali non ufficiali e persino nei sexy shop. In Italia, per circa 19 milioni. «Qualcosa di molto rischioso. Il nostro Istituto Superiore di Sanità ha analizzato questi prodotti venduti su internet: le analisi chimiche hanno rilevato che dentro non c’è mai quello che c’è scritto sulla scatola. Il dosaggio dei principi attivi è sempre sbagliato e in un caso su 10 ci sono tracce importanti di elementi chimici tossici», aggiunge Jannini.

In realtà, fare di testa propria quando c’è una difficoltà di erezione significa anche sfuggire alla diagnosi precisa. «Non è detto che sia impotenza», chiarisce il professore. Potrebbero essere anche diabete, malattie cardiovascolari, arteriosclerosi. Se cambia la causa, cambia anche la terapia. E solo una diagnosi permette di intervenire sull’origine del problema».

Se non sono prescritti dal medico, c’è anche il pericolo di cadere in una dipendenza psicologica da farmaco. «È la sensazione del “non ne posso fare a meno”: ma solo il medico conosce la terapia migliore e la corretta posologia per il paziente, quando deve interrompere l’assunzione della “pillola dell’amore” e quando è bene che la prenda», avverte Jannini.

29 marzo 2017

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