Nonostante la meditazione venga spesso associata alla solitudine e al silenzio, sono molteplici gli studi che dimostrano come le pratiche meditative, favorendo l’aumento della consapevolezza ed il raggiungimento del benessere personale, siano uno strumento prezioso per costruire relazioni positive e durature.
Proprio nell’ottica di questa ambivalenza, pratiche meditative come la mindfulness si stanno gradualmente affermando come efficaci strumenti tramite cui migliorare, partendo dalla conoscenza di sé stessi, il proprio mondo relazionale.
«La mindfulness è un metodo di allenamento mentale progressivo, che stabilizza ed educa la facoltà dell’attenzione, consentendoci di accostarci verso il presente in modo libero e accettante – spiega la dottoressa Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta, nonché autrice insieme a Stefano Serafinelli, del nuovo libro “Mindfulness insieme. Coltivare la consapevolezza con sé stessi, in coppia e sul lavoro” – Nello specifico, la mindfulness serve a promuovere il benessere psicologico ed aumentare la capacità di fronteggiare lo stress».
Di origine antichissima, poiché deriva da pratiche meditative orientali volte a coltivare la consapevolezza e a liberarsi dei condizionamenti mentali, la mindfulness permette di aumentare la coscienza del presente, mettendo tra parentesi il passato ed il futuro, e di guardare così in modo nuovo a ciò che succede qui-e-ora, con un forte impatto sulla qualità della vita e delle relazioni.
«L’esercizio di mindfulness più semplice è la pratica sul corpo, o body scan, che rappresenta la perfetta esemplificazione di cosa possa significare dirigere l’attenzione e accettare sé stessi così come si è» spiega la dottoressa Toro.
«Il flusso dell’attenzione viene rivolto alle sensazioni fisiche. Si parte dal basso e si osservano le diverse parti scorrendo verso l’alto – prosegue l’esperta – A volte durante il body scan si avvertono sensazioni nitide e ben definite, come un dolore, una pressione, una vibrazione. Altre volte, da alcune parti del corpo, proviene solo un vago sentire, oppure non proviene nulla. Questo non ha importanza: l’esercizio non consiste nel cercare a ogni costo di percepire qualcosa, ma nel soffermarci su quello che c’è nel campo di coscienza corporea accorgendoci delle sensazioni che sorgono, permangono, si intensificano, si affievoliscono, svaniscono».
Il body scan peraltro è molto utile anche quando ci si sente pieni di pensieri e preoccupazioni: basta infatti sedersi per un solo minuto e prestare attenzione al proprio corpo, per fare in modo che i pensieri diventino meno opprimenti.
Ma come declinare la mindulness nell’interazione con gli altri e soprattutto nella relazione con il proprio partner?
«La mindfulness funziona solo se l’attenzione viene direzionata in modo non giudicante, e ci insegna ad accettare la vita così come è ora, noi stessi così come siamo, e gli altri (anche le persone che non ci piacciono) così come sono, ovvero simili, tanto simili a noi. Smettendo di giudicare effettuiamo un “cambio di marcia” nel guardare a chi ci sta accanto» risponde la dottoressa Toro.
«Nella coppia, quando riusciamo a non farci condizionare dai pregiudizi, possiamo riscoprire la bellezza e il mistero insiti nel nostro partner, che a volte diamo un po’ per scontato – prosegue l’esperta – Il processo di centratura su di sé, inoltre, consente di proteggersi dal rischio delle dipendenze affettive. Seduta dopo seduta impariamo a rispettare noi stessi e a chiedere altrettanto al nostro partner».
Insomma il potere gentile della mindfulness costituisce uno strumento efficace non solo per eliminare lo stress e sviluppare una mente più serena e attiva, ma anche per migliorare il rapporto con il mondo esterno e con le altre persone.
«Come abbiamo scritto nel libro “Mindfulness Insieme”, decidere di praticare la mindfulness rappresenta una scelta importante, che incide, delicatamente ma significativamente, su diversi aspetti della propria vita – conclude quindi la dottoressa Toro – Si tratta di un percorso davvero coinvolgente, che può durare qualche settimana, qualche mese, o un’esistenza intera, in cui innescheremo una serie di processi psicologici sottili e significativi. Quello della consapevolezza è, infatti, un cammino che, pur procedendo a piccoli passi, produce un cambiamento che alla fine si mostra radicale, benefico e durevole».