L’anno scorso, purtroppo, moltissime persone non si sono vaccinate anche a causa della notizia, poi rivelatasi infondata, che il vaccino antinfluenzale fosse contaminato e responsabile di diversi decessi.
Gli esperti, quest’anno più che mai, insistono sull’importanza del vaccino antinfluenzale, soprattutto nelle categorie a rischio, ovvero per quelle persone che, a causa delle proprie patologie, non possono permettersi di ammalarsi di influenza.
Come spiega la dottoressa Stefania Salmaso, direttrice del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto Superiore di Sanità, alla luce dell’isolamento dei ceppi influenzali che si diffonderanno a partire dall’autunno, «è una situazione inusuale, perché in genere i virus dell’influenza cambiano frequentemente, mentre per la prima volta lo stesso virus continua a tenere banco da cinque anni».
Anche quest’anno infatti, fra i ceppi identificati rientra AH1N1, isolato per la prima volta nel 2009 e rivelatosi come uno tra i più presenti e aggressivi, tanto che lo scorso anno ha causato quasi un terzo dei decessi e dei casi gravi dovuti all’influenza stagionale.
Bisogna anche considerare però che i virus influenzali tendono a rimescolarsi e a mutare di continuo, motivo per cui bisogna vaccinarsi preventivamente ogni anno.
Tutti gli anni si decide come formulare il vaccino influenzale in base ai ceppi che vengono isolati nel mondo: il lavoro è minuzioso, ma fare previsioni sulla virulenza dei ceppi che effettivamente si diffonderanno non è affatto semplice.
D’altra parte, il vaccino è l’unica arma disponibile per la prevenzione. Una febbre alta o una tosse che si complica in bronchite, può diventare letale per chi soffre di diabete o di altri disturbi cardiovascolari.
Il vaccino antinfluenzale, infatti, dovrebbe essere somministrato senza possibilità di deroghe ai pazienti affetti da malattie croniche dell’apparato respiratorio, con cardiopatie congenite, diabete e altre malattie metaboliche, malattie renali, malattie che comportano una soppressione della funzionalità del sistema immunitario (come l’AIDS, per esempio), ma anche per i pazienti in cura a lungo termine con acido acetilsalicilico.
Per quanto riguarda i dubbi sulla sicurezza del vaccino antinfluenzale, vale la pena riflettere su questi dati: la qualità dei vaccini viene controllata durante la produzione, prima dell’immissione in commercio e dopo.
Prima che vengano effettivamente immessi nel ciclo distributivo, inoltre, è d’obbligo verificare che soddisfino gli standard previsti dalle autorità internazionali (ovvero dall'Organizzazione Mondiale della Sanità) e in più, per quanto riguarda l’Europa, anche i criteri imposti dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).
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