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Tumore al polmone: il nuovo farmaco pembrolizumab

Sarà presto disponibile una molecola che rallenta la progressione della malattia e ha meno effetti collaterali della chemioterapia. Ecco per chi è indicata

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È una grande novità per chi ha contratto il tumore al polmone. È appena stata registrato dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) una nuova molecola, che sarà disponibile nei centri oncologici degli ospedali italiani appena verrà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.

Si chiama pembrolizumab e, forte degli studi clinici che ne hanno confermato efficacia e sicurezza, verrà utilizzato come “farmaco di prima linea” nella lotta a un particolare tipo di carcinoma polmonare, insieme alla chemioterapia e ai farmaci biologici.

Per quale forma è indicata? «Per il tumore polmonare “non a piccole cellule (il più diffuso: rappresenta il 75% dei casi), qualora sia in stadio avanzato e risulti positivo a un test», premette la professoressa Silvia Novello, docente di oncologia medica al Dipartimento di oncologia dell’Università di Torino.


L’esame preliminare

«Bisogna eseguire un’analisi per vedere se le cellule tumorali esprimono un marker chiamato PDL1. Per “espressione del marker” intendiamo il processo per cui, all’interno del tumore, si attiva una determinata proteina (in questo caso PDL1) che blocca l’attività del sistema immunitario.

Teoricamente il nostro apparato di difesa dovrebbe essere in grado di intercettare e distruggere le cellule maligne, così come fa con i virus e dei batteri. Ma in caso di tumore c’è qualcosa che lo blocca e gli impedisce di arginare il nemico.

Il freno, in questo caso, è dato dal PDL1 che, accendendosi come un interruttore, “manda in blocco” le difese immunitarie. Rimuovendo l’ostacolo, grazie al nuovo farmaco anti-PDL1, le difese tornano a essere attive come prima, naturalmente in grado di neutralizzare le cellule maligne». La nuova terapia, però, è indicata solo per chi ha un’alta espressione del marker.


I risultati della terapia

Il farmaco anti-PDL1 rallenta in modo ancora più efficace della chemioterapia la progressione della malattia, aumentando la probabilità di sopravvivenza. Il tutto con effetti collaterali minimi rispetto ai tradizionali chemioterapici.

Il fumo è sempre il peggior nemico

Ben l’80% dei tumori al polmone si manifesta in fumatori o ex tabagisti e dire addio alle sigarette è la prima forma di prevenzione. Purtroppo però sono tante le persone che non riescono a liberarsi dalla dipendenza.

Secondo un’indagine Doxa condotta a fine 2016, in Italia fumano 11,5 milioni di persone: 6,9 milioni sono uomini (quasi 3 su 10) e 4,6 milioni donne (il 17,2% della popolazione femminile). Negli anni ’60 la differenza tra uomini e donne con abitudine al fumo era del 60%, mentre oggi il gap si è ridotto tantissimo, con gravi conseguenze.

«Si è registrato un incremento, nella popolazione femminile, del tumore polmonare, che ha un tasso di mortalità molto maggiore del cancro al seno, benché questo sia più diffuso», avverte la professoressa Silvia Novello.


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Articolo pubblicato sul n. 30 di Starbene in edicola dall/11/07/2017



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