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Leggere aiuta a guarire: lo dice la scienza. Ecco perché

In provincia di Torino è nata la prima biblioteca pubblica all’interno di una struttura clinica. Perché ormai è certificato che le attività culturali migliorano il benessere e la salute

Foto: iStock



Non contengono vitamine, sali minerali o amminoacidi. Eppure, fanno bene alla salute. I libri sono pillole di felicità e benessere che possono fare la differenza durante un percorso di cura: proprio per questo, all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino) è stata recentemente inaugurata una biblioteca che ospita 4.000 volumi di ogni genere.

Narrativa, saggistica, arte, cucina, viaggi, storia. Tutti in libera e gratuita consultazione non solo per i pazienti, ma anche per le famiglie dei degenti, i medici, gli infermieri, chi deve solamente sottoporsi a un esame e tutti gli abitanti della zona.


Un’offerta di libri illimitata grazie alla rete con le biblioteche

«Si tratta di un’iniziativa unica in Italia», sottolinea lo psichiatra Pier Maria Furlan, presidente dell’Associazione San Luigi Gonzaga Onlus e ideatore del progetto.

«Ci sono ospedali che promuovono la lettura in spazi affidati ai volontari, distribuendo libri in corsia o direttamente nei reparti attraverso carrelli attrezzati. Ma non c’è alcun collegamento con le altre biblioteche metropolitane».

Qual è la differenza? Far parte di un circuito pubblico significa avere la possibilità di aggiornare ogni anno l’offerta libraria con le ultime novità pubblicate. Ma soprattutto, poter offrire una scelta molto più ampia rispetto ai titoli sugli scaffali. «Se fra i 4.000 libri a disposizione non c’è quello desiderato, il personale effettua una ricerca tra quelli custoditi dalle 70 biblioteche pubbliche dell’area metropolitana di Torino, circa un milione e 700 mila volumi: qualora il titolo d’interesse sia presente nella lista, il paziente può prenotarlo e riceverlo in prestito nell’arco di due giorni».


L’esercizio mentale aumenta la tolleranza al dolore

L’idea è nata da un concetto semplice: leggere fa bene. Diversi studi scientifici hanno dimostrato come le attività culturali siano in grado di produrre stimoli fisici ed emotivi che si rivelano importanti durante la cura, nelle terapie riabilitative e, più in generale, per mantenere un buono stato di salute.

«La speranza di vita di un dirigente è di 5 anni superiore a quella di un operaio non specializzato, perché la longevità diminuisce con l’abbassarsi del titolo di studio», riferisce Pier Maria Furlan. «Chi è meno colto ha il 33% di probabilità in più di sviluppare un tumore al colon e il 24% di essere colpito da infarto».

I motivi sono tanti. In genere le persone istruite conducono uno stile di vita più sano e prestano maggiore attenzione alle esigenze del corpo; in secondo luogo, l’esercizio mentale stimola la produzione di endorfine, particolari sostanze biochimiche che favoriscono il buonumore, aumentano la tolleranza al dolore e il benessere.


La cultura è uno scudo contro le malattie

Promuovere la cultura nei luoghi di cura significa offrire uno scudo che il corpo può attivare contro la malattia: aiuta a diminuire l’ansia, migliora l’assorbimento dei farmaci, favorisce il processo di guarigione e fornisce la motivazione per curarsi. «Può essere una sorta di vaccino naturale», commenta lo psichiatra.

Inoltre, i 144 metri quadrati che ospitano la biblioteca (realizzata grazie ai fondi del 5 per mille, al sostegno della fondazione Compagnia di San Paolo e del Ministero dei Beni culturali) rappresentano un’oasi serena, dove ci si dimentica di essere in ospedale. Niente allarmi acustici, bip-bip provenienti dai macchinari e odore di disinfettanti.

Qui dominano le pareti colorate, si respira un’aria positiva ed è anche possibile sorseggiare un buon caffè. Se poi la giornata lo permette si può sostare nel giardino adiacente per leggere all’aperto, in tutta tranquillità.


Un’idea in evoluzione

Ora però, il progetto si fa ancora più ambizioso: «Intorno all’Ospedale San Luigi Gonzaga ruotano ogni anno 200 mila persone. L’idea è quella di trasformare la nuova biblioteca in un centro culturale dove ospitare conferenze, presentazioni di novità librarie, dibattiti e un’area dedicata ai bambini», continua il professor Pier Maria Furlan.

Quest’ultima sarà una sorta di baby parking gestito da educatori qualificati, dove chi desidera far visita a un paziente ricoverato, potrà lasciare i propri bambini, cui è vietato l’accesso in ospedale fino ai 12 anni di età.



Letture in corsia: una scelta sempre più apprezzata

Quella di Orbassano è una realtà unica nel suo genere, dove sono presenti bibliotecari professionisti. Ma in Italia sono diverse le iniziative dedicate alla lettura in corsia, gestite da volontari. Fra quelle d’eccellenza spiccano le esperienze del Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pordenone), dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma, dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e del Reparto pediatria del Policlinico di Modena.

Inoltre, buone notizie arrivano anche dal Sud: lo scorso marzo, presso gli Ospedali riuniti di Foggia è stata inaugurata la biblioteca Lory Marchese, che vanta un’offerta di ben tremila volumi.



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Articolo pubblicato sul n. 47 di Starbene in edicola dal 5 novembre 2019


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