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Coronavirus: ibuprofene e paracetamolo, cosa dice l’esperto

Nei giorni scorsi sono circolati allarmi sull’uso di antinfiammatori, come ibuprofene e cortisone, che potrebbero aggravare l’infezione da Coronavirus. Non ci sono studi che confermano quest’ipotesi, ma il consiglio è di evitare il fai-da-te con i medicinali e di non cambiare le terapie in corso

Foto: iStock



I NUMERI VERDI DELLE REGIONI ITALIANE PER CHIEDERE INFORMAZIONI

"L'assunzione di farmaci antinfiammatori (ibuprofene, cortisone) potrebbe essere un fattore aggravante dell'infezione. Se stai già assumendo farmaci antinfiammatori o sei in dubbio, chiedi consiglio al medico". Il tweet del ministro della Sanità francese Oliver Véran di qualche giorno fa ha scatenato perplessità sull'uso di una categoria di medicinali molto diffusi, nel caso si rimanga vittime del Coronavirus.

Il sospetto era che certe molecole potessero in qualche modo aiutare il virus nel suo processo di infezione. Ad esso si è aggiunto il timore che le persone le assumessero senza prescrizione, con l'idea di proteggersi.

«L'allarme francese non è stato confermato dall'Ema (Agenzia europea per i farmaci)», commenta Fabrizio Pregliasco, virologo consulente di Starbene e direttore sanitario dell'Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano. E il Ministero della Salute italiano, sul suo sito, rilancia il comunicato dell'Agenzia europea che dice: "L'Ema è venuta a conoscenza di segnalazioni, in particolare dai social media, che sollevano dubbi sul fatto che l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l'ibuprofene, potrebbe peggiorare la malattia da Coronavirus (COVID-19). Attualmente non vi sono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. L'Ema sta monitorando attentamente la situazione e valuterà tutte le nuove informazioni che saranno disponibili su questo problema nel contesto della pandemia".

Si è parlato anche di paracetamolo come terapia antinfiammatoria alternativa più sicura. «Il paracetamolo è un farmaco che in genere non dà problemi (si usa anche in gravidanza), ma è più efficace come antifebbrile che come antinfiammatorio», risponde il professor Pregliasco. «Il consiglio per tutti rimane quello di non assumere per conto proprio dei farmaci o cambiare in alcun modo una terapia in corso e, nel dubbio, consultare il medico di base o lo specialista che vi ha in cura».

Un consiglio che vale anche per coloro che assumono le pillole per la pressione alta, altre "vittime" degli allarmi da Coronavirus. La Simg, Società italiana di medicina generale, ha dovuto precisare, attraverso il suo presidente Claudio Cricelli: «In merito alle notizie diffuse sul presunto ruolo dei farmaci per l’ipertensione, tra Ace inibitori e Sartani, quali facilitatori dell’infezione da COVID 19, la Simg afferma che si tratta solo di un’ipotesi di ricerca e raccomanda ai pazienti ipertesi di non modificare la terapia antipertensiva per proteggerli dal rischio di gravi complicanze cardiovascolari».

Una raccomandazione che si affianca coralmente a quella della Siia, Società italiana dell'ipertensione arteriosa, che raccomanda ai pazienti ipertesi (milioni di malati in Italia) "di non modificare la terapia antipertensiva che si è dimostrata nel corso del tempo in grado di proteggere i pazienti dal rischio di gravi complicanze cardiovascolari, quali l’infarto miocardico, lo scompenso cardiaco, la morte improvvisa, l’ictus cerebrale e l’insufficienza renale". Anche il professor Walter Pascale, chirurgo dell'Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, ha smentito e denunciato all'autorità competente una fake news girata nei giorni scorsi sui social, che gli attribuiva la raccomandazione di evitare l’aspirina, l’ibuprofene, il naprossene, il diclofenac con la motivazione che favoriscono le forme gravi di Coronavirus.


Articolo pubblicato il 19 marzo 2020


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