Colon irritabile e sensibilità al glutine

La celiachia e la sindrome da intestino irritabile riconoscono un corteo sintomatologico simile, ma spesso non si soffre né dell’uno né dell’altro



Mal di testa, gonfiore addominale e stanchezza persistente sono sintomi piuttosto aspecifici, che spesso caratterizzano sia la sindrome da intestino irritabile (IBS) sia la celiachia: tuttavia la persistenza di tali sintomi a volte può non connotare nessuna delle due condizioni, ma essere ascrivibile alla sensibilità al glutine non celiaca, una condizione che, secondo i dati disponibili, riguarda un paziente su cinque.


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Uno studio italiano, compilato da un gruppo di ricercatori del Centro per la Prevenzione e Diagnosi della Malattia Celiaca della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, e recentemente pubblicato sulla rivista Nutrients, poi, ha evidenziato come, per tre pazienti su cinque con diagnosi di IBS, almeno per quanto riguarda quelli arruolati in tale studio, l’esclusione del glutine ha determinato un netto miglioramento dei sintomi attribuiti a IBS o ad altre alterazioni dell’apparato digerente.

Per un paziente su cinque, inoltre, la reintroduzione a loro insaputa del glutine ha determinato la ricomparsa del corteo sintomatologico fino a quel momento sopito.

È bene precisare che tutti i pazienti inclusi nello studio erano documentatamente non celiaci, ma hanno evidenziato in molti casi una sensibilità al glutine, cioè sono risultati affetti da SGNC ovvero Sensibilità al Glutine Non Celiaca.

La SGNC è una malattia venuta alla ribalta da poco, motivo per cui le conoscenze a proposito sono ancora lacunose: in particolare, se è evidente che la sindrome migliora eliminando il glutine, non è ancora chiaro in che modo e in quali tempi reintrodurlo.

Sembra comunque assodato che il disturbo compaia in maniera transitoria e migliori eliminando il glutine, salvo poi tornare alla normalità anche con il consumo di glutine. La diagnosi di questo disturbo, per il momento, non può che essere fatta per esclusione.

Dal canto suo, l’IBS è un disturbo molto frequente, soprattutto nella popolazione femminile e nella fascia di età 20-30 anni e si manifesta con dolori addominali, stipsi o diarrea, meteorismo e gonfiore: vede spesso, l’alternarsi di fasi acute e di remissione; in fase acuta la sintomatologia può essere tale da peggiorare notevolmente la qualità della vita di chi ne soffre.

Porre diagnosi inequivocabile di IBS, celiachia o SGNC è il primo passo per risolvere il corteo sintomatologico e migliorare la qualità di vita di chi ne soffre.

«Il successo dello studio è stato quello di aver identificato in modo chiaro un sottoinsieme di pazienti con diagnosi certa di SGNC tra quelli reattivi al glutine – conclude il dottor Luca Elli, coordinatore dello studio “Glutox” e membro del Dr. Schär Institute – C’è un riscontro molto pratico: per un numero rilevante di pazienti si apre la prospettiva di una terapia dietetica di facile introduzione, come l’alimentazione senza glutine, quale soluzione al proprio stato di malessere, con il conseguente abbandono di terapie farmacologiche inadatte e spesso gravate da importanti effetti collaterali».

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