Cistite interstiziale: una malattia poco conosciuta

È una patologia che può interessare entrambi i sessi, ma solitamente a soffrirne sono soprattutto le donne



Questa patologia piuttosto rara, cronica e di non facile diagnosi, può minare molto seriamente alla qualità della vita di chi ne è affetto. Non esistono cure, ma prima si riesce a diagnosticare, migliori sono gli interventi che si possono effettuare.

La sintomatologia che la contraddistingue è quella di una cistite cronica, ma i sintomi si ripetono indefinitamente nel tempo e si può avvertire l’impellenza di urinare fino a 60 volte al giorno.


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È una malattia ancora poco conosciuta, colpisce sia i maschi che le femmine, ma soprattutto le donne (in un rapporto 5:1) fra i 30 e i 70 anni, e sebbene sia comunemente chiamata cistite interstiziale, la sua esatta definizione è quella di “sindrome della vescica dolorosa”.

Nelle forme più gravi si può arrivare ad urinare fino a 60 volte al giorno e possono comparire anche fastidiosi disturbi vaginali, come il dolore durante i rapporti da cui consegue anche isolamento, depressione e rifiuto della vita sociale.

Quando la patologia interessa il sesso maschile si manifesta con una sintomatologia molto simile a quella che contraddistingue l’ipertrofia prostatica benigna e per questo spesso la condizione viene affrontata con farmaci che mirano semplicemente a ridurre il volume prostatico. Gli uomini, inoltre, avvertono forte dolore ai testicoli, allo scroto, al coccige o al pube e possono evidenziare anche eiaculazioni molto dolorose.

Sia che il disturbo interessi il sesso maschile o femminile l’urinocoltura è sempre negativa poiché la patologia non riconosce una componente batterica: dati statistici alla mano, però, passano mediamente 5-7 anni prima di ottenere una diagnosi corretta.

Nel frattempo la malattia ha fatto la sua progressione e spesso rende difficoltoso instaurare una terapia che possa consentire al paziente di mantenere una buona qualità della vita.

Questa malattia cronica determina una progressiva perdita della funzionalità vescicale: la sua causa non è ancora nota ed è per questo motivo che non è disponibile un trattamento risolutivo.

Spesso questa condizione si associa ad altri disturbi quali la fibromialgia, la sindrome da stanchezza cronica e il morbo di Crohn, tutte patologie di cui non si conosce la causa. La presenza di così numerosi altri disturbi rende la diagnosi ancor più difficoltosa.

Come spiega il professor Luca Carmignani, Responsabile urologia dell’IRCCS Policlinico San Donato di San Donato Milanese (Gruppo Ospedaliero San Donato), «attualmente esiste una cura a base di acido ialuronico che, nelle forme più lievi, migliora molto la sintomatologia. Consiste in instillazioni nella vescica di acido ialuronico eseguito ogni due-tre giorni. In alcuni casi un aiuto è offerto da iniezioni di Botulino che determinano un rilassamento delle pareti vescicali. Nei casi più gravi la vescica viene ampliata utilizzando una parte di intestino».

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