Emorragia interna: i sintomi, gli esami da fare, come intervenire

È difficile riconoscere un’emorragia interna e valutarne la gravità. Ecco cosa fare, i sintomi spia, gli esami utili, i valori da tenere sotto controllo



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L'emorragia interna è un sanguinamento, dovuto alla rottura di vasi, che appunto rimane all'interno del corpo. Tante le cause che possono provocarla, dalle complicanze di un'infiammazione ad un evento traumatico, dall'abuso di farmaci al tumore, interessando diversi organi.

Proprio per la sua natura, dato che il sangue non fuoriesce, è difficile riconoscere un'emorragia interna e valutarne la gravità. Spesso infatti si tratta di piccole perdite continue, non di un evento acuto. Come ci spiega il dottor Maurizio Hanke, medico chirugo a Spoleto.


Quando l'emorragia interna colpisce l'apparato digerente

«È il caso, per esempio, di quelle più frequenti, le emorragie che interessano il tubo digerente a partire dall'esofago fino allo stomaco e al duodeno. Si tratta di perdite di sangue, piccole e continue, provocate dall'esofagite da reflusso, dalle varici esofagee, da ernie dello hiatus, da ulcere gastriche e duodenali e dal carcinoma gastrico», spiega il medico.

«Un sanguinamento, in forma lieve e costante, può riguardare tutto il tratto gastrico, ed anche la parte alta dello stomaco, l’antro gastrico. La gastrite emorragica è dovute a complicanze dell'infiammazione della mucosa dello stomaco, qualche volta dovuta all’abuso di farmaci, come alcuni antinfiammatori o la semplice aspirina».


Emorragia interna, i sintomi spia

Ecco i segnali che possono fare la spia. «Dato che il sangue non espulso viene poi digerito, le feci si presentano scure, praticamente nere come la pece ed emanano un odore dolciastro. La presenza di queste emorragie viene individuata anche attraverso gli esami del sangue: la perdita causa infatti anemia e quindi valori bassi di emoglobina. Se l’emorragia è copiosa si può verificare il vomito di materiale ematico che, in questo caso, assume l’aspetto del caffè macinato», avverte il nostro esperto.


Attenzione ai campanelli d'allarme

Anche le emorragie che interessano il colon sono per lo più di lieve entità, ma possono essere le avvisaglie di una diverticolosi del colon o del Morbo di Crohn, oppure di un tumore. Il campanello d'allarme da non sottovalutare è la presenza di sangue (non digerito) nelle feci che, mescolandosi al bolo fecale, può non essere immediatamente visibile.

Subito riconoscibile è invece l'emorragia che interessa il tratto terminale del colon, dovuta a una forte infiammazione: «La rettocolite ulcerativa si manifesta infatti con diarrea e feci miste a sangue rosso vivo. Un sintomo acuto decisamente fastidioso che allarma il paziente ed è facilmente diagnosticabile dal medico che precriverà gli esami e le cure opportune», afferma il dottor Hanke.


L'esame da fare

Un esame fondamentale per prevenire i sanguinamenti del tratto digestivo è la ricerca del sangue occulto nelle feci che svela anche le piccolissime emorragie digestive che non danno alcun segno. Un'analisi che dovrebbe essere periodicamente effettuata dalla popolazione sopra i 40 anni ed anche prima, in presenza di particolari fattori di rischio come la familiarità del tumore del colon.


Quando l'emorragia interna è provocata un aneurisma

Vi sono poi le emorragie extraintestinali, quelle cioè che interessano i sanguinamenti della arteria aorta, la principale arteria del corpo umano e che possono colpire il tratto toracico o addominale. Si verificano per la rottura di un aneurisma, una dilatazione a forma di sacco delle pareti aortiche che può essere, a sua volta, genetica, degenerativa o conseguenza di un trauma.

Quando l'aneurisma si rompe provoca un'emorragia acuta molto grave che può addirittura portare al decesso.


Valori delle pressione sempre sotto controllo

«Purtroppo la presenza di un aneurisma aortico non dà, nella maggior parte dei casi, sintomi. Viene in genere rilevato in seguito a controlli diagnostici prescritti per altri motivi, da un'ecografia addominale o un ecodoppler. Una volta individuato, se la dilatazione supera i 4,5 cm e l’età e le condizioni cliniche del paziente lo consentono, si interviene preventivamente a livello chirurgico. Attenzione: l'aneurisma può essere una conseguenza dell'ipertensione, ecco perché è importante mantenere i valori pressori sempre sotto controllo», sottolinea il nostro esperto.


Emorragia interna post traumatica: subito al pronto soccorso

Le emorragie possono verificarsi anche in seguito a un forte trauma a livello dell'addome o del torace, in seguito per esempio a un incidente d'auto o una caduta.

«Anche in questo caso non ci si accorge visivamente dell'accumulo di sangue, che viene diagnosticato in seguito alla visita medica: l'addome infatti, in caso di emorragia addominale, si presenta teso-duro, dolente alla palpazione», precisa il dottor Hanke. «Vale anche nel caso di un trauma del torace, quando la violenza dell'evento contusivo supera la protezione offerta dalle costole e dallo sterno, infrange la resistenza ossea producendo danni al polmone, al cuore, alla trachea. Quindi in caso di evento traumatico è bene recarsi immediatamente al pronto soccorso».


Se l'emorragia è al cervello

«Nel caso di emorragie intracraniche il primo sintomo è ovviamente la cefalea, che può essere di vario grado e intensità e che necessita, quando particolarmente intensa e associata a sintomi generali (come il vomito e le vertigini), di essere valutata con esami radiologici», spiega il dottor Hanke.

L'emorragia cerebrale può verificarsi in seguito a un evento traumatico, non a caso dopo aver subito un trauma cranico si viene tenuti in osservazione, proprio per escludere eventuali sintomi legati alla diffusione e all’ampliamento del sanguinamento. Possono essere anche congenite, come gli aneurismi cerebrali, oppure causate dall'ipertensione arteriosa che predispone a questi eventi vascolari acuti.


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