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Noduli al collo: cosa sono e perché vengono

Di solito non si tratta di nulla di grave, ma genera preoccupazioni. Ecco le cause più frequenti, come riconoscerle e cosa fare subito

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Nodulo, rigonfiamento, “pallina”. I nomi che si utilizzano sono parecchi, ma una  cosa è certa: quando si rileva qualcosa di “diverso” sul collo si va sempre in ansia.

«A volte la scoperta è del tutto casuale», racconta Enrico Papini, direttore della struttura complessa di endocrinologia e malattie del metabolismo dell’ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale (Roma).

«Questo perché il dolore non è quasi mai presente. Il più delle volte, invece, c’è un senso di fastidio, oppure di ingombro o, ancora, si nota qualcosa di diverso nella linea del collo».

Di certo, è meglio non aspettare per parlarne con il proprio medico: in sette casi su dieci, per togliere ogni dubbio, è sufficiente la visita con la palpazione del collo.

«La valutazione dei sintomi associati è poi fondamentale», continua Papini. «In base ai disturbi, infatti, si potranno prescrivere al paziente alcune indagini, come l’analisi del sangue, oppure un’ecografia», continua l’endocrinologo.


Se l'ingrossamento è sotto le orecchie 

Nella maggior parte dei casi si tratta di linfonodi ingrossati. Sono piccole ghiandole presenti ai lati del collo, nella zona sotto le orecchie, e rappresentano la prima barriera per la difesa dell’organismo. Il loro principale ruolo è quello di produrre linfociti, cioè globuli bianchi, e filtrare le particelle estranee all’organismo, come virus e batteri.

«Quando si ingrossano e fanno male alla palpazione, la causa è spesso un’infezione che riguarda i denti, come un ascesso», chiarisce il dottor Papini. La prima cura, quindi, è un ciclo di antibiotici per debellare l’infezione. Va effettuta una visita odontoiatrica completa di radiografia per confermare la diagnosi.

Oppure si può trattare di una tonsillite, o di un’otite. Anche qui, occorre l’antibiotico e quindi, eventualmente, la visita specialistica dall’otorino.

Infine, tra le cause più frequenti di linfonodi ingrossati c’è la mononucleosi, una malattia infettiva causata da un virus chiamato di Epstein-Barr. Non è una malattia pericolosa per la salute ma è molto contagiosa, ed è diffusa soprattutto tra i giovani.

Per confermare la diagnosi è sufficiente una semplice analisi del sangue per la ricerca di alcuni antigeni del virus: è mononucleosi in caso di risultato positivo.

La terapia principale consiste nel riposo assoluto, soprattutto per le prime due settimane, e nel seguire un’alimentazione ricca di frutta, verdura e cereali integrali, in modo da aiutare il sistema immunitario a eliminare il virus e recuperare energie (chiedi consiglio a un dietologo).


Se è nella parte mediana del collo 

«Se invece il rigonfiamento al collo è all’altezza del pomo d’Adamo, può essere una cisti mediana », continua l’esperto. «Sono formazioni congenite, cioè presenti già alla nascita. Non
provocano sintomi e raramente degenerano, ma di solito sono destinate ad aumentare di volume nel corso degli anni».

Si tengono sotto controllo con un’ecografia da effettuare una volta all’anno. Ciò anche per agire tempestivamente se la cisti si infiamma. Sulla sua superficie infatti si può creare una fistola, cioè una ferita, che si infetta.

«L’unica soluzione è l’intervento chirurgico di asportazione», interviene l’esperto. «Questo perché la prima infezio n crea una spirale senza fine di guarigioni e di nuove infiammazioni,
difficili da tenere sotto controllo».


Se è  sotto il pomo d'Adamo

Attenzione infine se il collo ha un rigonfiamento anche minimo nella zona centrale sotto il pomo d’Adamo, accompagnato da una sensazione di nodo” in gola. Di solito sono sintomi che non lasciano dubbi e che segnalano un nodulo tiroideo. Ma nessuna paura: in nove casi su dieci, infatti, sono benigni.

«Per la diagnosi servono l’analisi del sangue, in modo da verificare i valori degli ormoni che produce la tiroide, e l’ecografia per valutare le caratteristiche della lesione», sottolinea Enrico Papini. «In caso di dubbio, viene eseguito l’ago aspirato, un esame utile per definire la natura del nodulo».

La terapia è chirurgica, ma solo quando la formazione è di grandi dimensioni, oppure provoca disturbi fastidiosi. Se il nodulo è molto piccolo e senza caratteristiche “sospette”, sipuò ricorrere alla “sorveglianza attiva”. In questo caso si fa un controllo (indispensabile per stare tranquille) ogni 6-24 mesi.


Se c'è anche calo di peso e sudorazione

«Soprattutto quando il nodulo percepito sul collo non fa male alla palpazione, diventa indispensabile valutare se sono presenti alcuni sintomi precisi e da quanto tempo.

Innanzitutto il peso corporeo: da un paio di mesi continua a calare senza una ragione chiara? Provi uno stato di spossatezza perenne, hai febbre e sudorazione notturna ingiustificate? Di fronte a questi sintomi occorre approfondire con scrupolo ogni dettaglio, perché potrebbero essere, in alcuni casi, la spia di un linfoma.

È un tumore che interessa i linfociti, cioè le cellule responsabili della difesa nei confronti delle infezioni, che si trovano nei linfonodi». Allora è meglio rivolgersi  un Centro oncologico per esami ad hoc, indispensabili anche per stabilire la terapia. Il medico di famiglia o lo specialista che ha fatto i primi accertamenti può indirizzarti verso quello più qualificato e vicino.


L'autoesame del collo

Procurati uno specchio portatile e orientabile, poi siediti in posto tranquillo e concentrati sul tuo collo.

1) Con lo specchio orientato verso il collo, piega la testa leggermente indietro.

2) Deglutisci come se bevessi un sorso d’acqua, osservando il collo allo specchio.

3) Se, durante il movimento della deglutizione il collo rimane liscio, è tutto ok.

4) Nel caso di un nodulo, invece, puoi notare un rigonfiamento, oppure una piccola protuberanza, come se ci fosse un nocciolino di oliva. Hai dubbi? Senti il medico. 


Fai la tua domanda ai nostri esperti

Articolo pubblicato sul n. 44 di Starbene in edicola dal 17/10/2017

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