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Cifosi e scoliosi: nuovi (e vecchi) nemici

L’uso eccessivo di tablet, smartphone e la predisposizione genetica mettono a rischio la colonna vertebrale di bambini e ragazzi

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La popstar Madonna ha dichiarato di non voler regalare uno smartphone al figlio tredicenne David Banda. Una mossa azzeccata, almeno per il benessere della schiena del ragazzo. Perché gli esperti della Società italiana di ortopedia e traumatologia hanno recentemente lanciato l’allarme: i casi di cifosi (atteggiamento viziato della colonna vertebrale che tende a incurvarsi troppo in avanti) registrati durante le scuole medie inferiori sono aumentati del 700% negli ultimi dieci anni.

«Una crescita enorme, dovuta all’eccessiva diffusione tra i bambini di tablet, smartphone e videogame al computer», mette in guardia il professor Carlo Ruosi, responsabile del Centro scoliosi dell’Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli.


Più sport meno ore davanti al display
«I piccoli trascorrono, in media, 4-6 ore al giorno piegati sui dispositivi, elettronici con punte che raggiungono anche le 7-8 ore. E mentre smanettano con i device, assumono una posizione che genera una deformazione delle vertebre, fragili e in fase di crescita fino ai 16 anni d’età, causando una flessione in avanti della colonna», spiega l’esperto.

Ma niente paura: se presa in tempo, la cifosi si può risolvere praticando attività che favoriscono soprattutto l’allungamento del corpo, come pallavolo, pallacanestro e nuoto; vanno bene anche ginnastica a corpo libero, arti marziali e danza. In ogni caso, è fondamentale evitare l’utilizzo di questi dispositivi elettronici per più di un’ora al giorno, così come è consigliabile che il piccolo faccia i compiti seduto dietro una scrivania che abbia il bordo in corrispondenza del petto. Infine, è sempre meglio evitare che il bambino sia costretto a trasportare borse e zaini che superino il 15% del suo peso.


Quando servono busto e corsetto
Quando il piccolo, anche se forzato, non riesce a tenere la schiena diritta e ad aprire le spalle, bisogna ricorrere a un busto o a un corsetto, in plastica rigida, da indossare generalmente per tutta la notte. «Associato all’attività fisica e a un uso moderato di tablet e smartphone, nell’arco di circa un anno e mezzo si riesce a risolvere il problema», tranquillizza il professor Carlo Ruosi. Altrimenti, bisogna portarlo finché le vertebre smettono di crescere e si sono saldate bene.


Per la scoliosi c’è anche l’intervento
Un altro acerrimo nemico per il benessere della spina dorsale dei più piccoli è la scoliosi: a differenza dalla cifosi è indolore e non dipende da posture scorrette, dispositivi hi-tech e zainetti pesanti. Si tratta di una deformità a “S” della colonna vertebrale, causata da un’inclinazione e una rotazione sul suo asse. Il problema, dovuto a una predisposizione genetica, colpisce soprattutto le bambine tra 10 e 14 anni, con gli ambulatori ortopedici che si fanno affollati di piccoli pazienti soprattutto dopo l’estate. Il perché? Durante le vacanze i genitori notano che la schiena dei figli, libera dai vestiti, presenta qualcosa che non va.

«Per eseguire una diagnosi “casalinga” basta chiedere al bambino di flettersi in avanti: se i fianchi sono asimmetrici e a livello della colonna compare una sporgenza si tratta proprio di scoliosi. Una visita ortopedica, meglio se accompagnata da una radiografia, confermerà la diagnosi», chiarisce il professor Carlo Ruosi. L’unica soluzione è indossare il busto: «Anche la ginnastica posturale va fatta soltanto come supporto e in sinergia con il dispositivo ortopedico, che non può essere sostituito dall’esercizio fisico. Per rendere più chiaro il concetto è stato anche abolito il termine “ginnastica correttiva”. Non servono nemmeno apparecchi odontoiatrici o plantari particolari», precisa lo specialista.

Se la diagnosi è precoce bisognerà mettere il corsetto tutte le notti e per 2 ore al pomeriggio, finché le vertebre si saranno consolidate. Nei casi più importanti, invece, si ricorre a un busto in gesso. «L’intervento chirurgico, invece, è indicato solo se la diagnosi avviene tardivamente e la curvatura della colonna raggiunge i 60°-70°”. Molto invasivo, consiste nell’applicazione di sbarre i metallo e viti che rendono la colonna rigida. Una soluzione indicata soprattutto per evitare che la curvatura della colonna causi gravi insufficienze respiratorie», conclude l’esperto.


Non è mai troppo tardi

«La cifosi negli adulti ha sempre origine durante l’infanzia, di solito intorno ai 7-8 anni, per posture scorrette che hanno deformato le vertebre ancora in crescita», spiega l’ortopedico Carlo Ruosi. «È il caso di chi, da piccolo, ha sofferto di malattie respiratorie o si è sottoposto a un intervento al cuore che lo ha costretto a curvare troppo la schiena.

Ma è possibile che la colpa sia delle posture scorrette assunte alla scrivania durante lo studio o del sovrappeso». Valutata la gravità si può intervenire con ginnastica a corpo libero, nuoto e controllo del peso. Se la curvatura della schiena è molto compromessa si interviene chirurgicamente, raddrizzando le vertebre del torace. Le stesse soluzioni valgono per la scoliosi con la differenza che, in caso di operazione, questa interesserà anche le vertebre lombari.


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Articolo pubblicato sul n. 33 di Starbene in edicola dal 30 luglio 2019


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