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Dolore alla spalla: le 4 malattie più comuni

Da alcune puoi guarire in fretta, con altre devi rassegnarti alla convivenza. Tutte migliorano con la fisioterapia

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Il 30% degli italiani subisce un trauma alla spalla, almeno una volta nella vita. Ma anche senza arrivare a una lesione o a una frattura, le patologie che interessano questa articolazione delicata e complessa sono diverse.

Per conoscere quelle più diffuse e imparare ad affrontarle, abbiamo chiesto aiuto al dottor Stefano Di Gennaro, ortopedico specializzato nella chirurgia della spalla presso la Casa di cura Villa Stuart di Roma.


TENDINITE DELLA CUFFIA DEI ROTATORI

La “cuffia dei rotatori” è composta da alcuni tendini che hanno il compito di mantenere la spalla al suo posto. Queste strutture si possono infiammare quando si verificano una o più condizioni: «Uno sforzo eccessivo e ripetuto che causa uno stress dell’articolazione, un trauma, la normale degenerazione collegata all’età, una postura scorretta», elenca Di Gennaro.

«Ovviamente è più a rischio tendinite chi svolge un lavoro che sollecita l’articolazione in modo costante, ma anche chi pratica attività come tennis, canottaggio, sollevamento pesi, basket e tutti gli sport di lancio. Ma si può anche essere predisposti al problema semplicemente per conformazione fisica», aggiunge il nostro esperto. «Il sintomo tipico è un dolore non sempre facile da localizzare quando si muove la spalla, a volte anche se la si tiene ferma, per esempio di notte».

All’ortopedico di solito basta una visita per riconoscere il problema: «Se per esempio fa male sollevare un braccio al di sopra della spalla mimando il gesto di un lancio, la diagnosi è chiara. Solo di rado si ricorre anche a un’ecografia o a una risonanza magnetica», precisa Di Gennaro.

Quando il problema è lieve, è sufficiente un periodo di riposo più una cura a base di farmaci antinfiammatori non steroidei: «Vi si associa sempre anche uno o più cicli di fisioterapia, a seconda dell’entità del problema e delle caratteristiche del paziente».

Alla chirurgia, che si effettua in artroscopia (cioè visualizzando l’articolazione attraverso un piccolo strumento inserito con un’incisione), si ricorre solo in casi limitati e gravi, se per esempio vi sono lesioni del tendine.


TENDINITE CALCIFICA

Superati i 30 anni, può accadere che all’interno dei tendini che tengono insieme la cuffia dei rotatori si formino dei depositi di calcio: «È la tendinite calcifica. Il suo sintomo più tipico è il dolore a una sola spalla. Compare soprattutto di notte, ma può essere anche costante e aumentare improvvisamente senza motivo», precisa il dottor Di Gennaro. «Il dolore dipende dalla pressione che i depositi di calcio esercitano all’interno del tendine. Così diventa difficile anche compiere gesti banali, come sollevare un braccio».

La diagnosi si basa sui sintomi, su una radiografia e un’ecografia per meglio localizzare il problema. E la terapia? «Anzitutto farmaci antinfiammatori per via orale associati a fisioterapia per mantenere mobile la spalla dolorante, che tende a irrigidirsi. Poi ci sono diverse alternative: l’ortopedico può valutare per esempio le onde d’urto, 4-6 applicazioni una volta la settimana. Oppure la tecnica del lavaggio ecoguidato: consiste nell’inserire un ago all’interno della calcificazione, per iniettare acqua calda fisiologica sterile, capace di sciogliere la maggior parte delle aggregazioni. Si esegue in day hospital, con anestesia loco-regionale», spiega Di Gennaro.

All’intervento chirurgico, che si effettua in artroscopia, si ricorre di solito quando i sintomi persistono nonostante la terapia e quando le calcificazioni sono di grandi dimensioni. I tempi di guarigione sono molto variabili: «Alcuni pazienti guariscono in 4-5 settimane, altri possono impiegare anche diversi mesi», osserva l’ortopedico.


INSTABILITÀ DELL’ARTICOLAZIONE

Mentre ti allunghi per prendere qualcosa sul sedile posteriore dell’auto o su uno scaffale alto della libreria, senti che la spalla va fuori posto. È il segnale tipico della cosiddetta instabilità dell’articolazione: «Quando non è ben salda al suo posto, la testa dell’omero può fuoriuscire del tutto o parzialmente dalla sua sede. E una volta che accade, è più facile che il problema si ripeta», spiega il dottor Di Gennaro. «Le cause più frequenti sono un trauma o la ripetizione continua di movimenti rotatori dell’articolazione: accade per esempio in chi pratica in modo intensivo sport come il tennis o la pallavolo».

I segnali principali sono il dolore quando si solleva il braccio o lo si sposta verso l’esterno. «La diagnosi si fonda anzitutto sull’esame clinico: il medico ruota il braccio del paziente in tutte le direzioni per valutare la situazione. In base all’esito della visita, lo specialista può prescrivere una radiografia o una risonanza magnetica».

La terapia di solito è conservativa: «L’obiettivo è restituire alla spalla stabilità, forza e controllo. Per questo si ricorre alla fisioterapia mirata soprattutto al potenziamento della cuffia dei rotatori. Se non ci sono risultati, cioè persiste il dolore e la spalla continua a uscire dalla sua sede naturale, l’ortopedico può prendere in considerazione l’eventuale l’intervento chirurgico», considera l’esperto.


ARTROSI DELLA SPALLA

È una delle cause più comuni di dolore alla spalla intorno ai 50-60 anni: nasce da una progressiva erosione della cartilagine, che può portare allo sfregamento delle ossa che compongono l’articolazione scapolo-omerale. «A volte l’artrosi è congenita, in altri casi compare perché c’è una predisposizione al disturbo, in seguito a traumi (per esempio una frattura), a malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide o perché l’articolazione comincia a lavorare in modo non corretto», elenca il dottor Di Gennaro.

I suoi sintomi principali sono il dolore quando si muove la spalla, che si attenua con il riposo; una rigidità temporanea, soprattutto al mattino; una sempre maggiore difficoltà a compiere movimenti. L’esame più importante per diagnosticare il problema è la radiografia.

«La terapia può variare molto, a seconda dell’età del paziente, delle sue condizioni di salute, del livello di attività e della gravità dei sintomi. Si punta comunque ad alleviare il dolore con farmaci analgesici, ad aumentare la lubrificazione dell’articolazione con infiltrazioni di acido ialuronico e a migliorare la funzionalità della spalla con tecarterapia e fisioterapia. Fondamentale evitare carichi e movimenti che possano accelerare l’usura», avverte l’esperto. «Solo in casi molto limitati e seri, si ricorre alla chirurgia con l’inserimento di una protesi».


GLI ESERCIZI UTILI

Per prevenire i problemi, l’unica strada è potenziare tutta l’articolazione della spalla. Ecco allora tre esercizi per allungare e rinforzare i muscoli e i tendini che la compongono.

Li suggerisce il dottor Salvatore Marinelli, terapista della riabilitazione a Milano.

1. Intreccia le dita

In piedi, busto eretto, sguardo davanti a te, alza le braccia (parallele e tese) fino a incrociarle dietro la testa. Intreccia le dita facendo passare una mano attorno all’altra. Ora spingi in su: raggiunta la massima estensione, resta in posizione per 10 secondi, poi rilascia. Ripeti 3 volte.

2. Solleva un pesetto

In piedi, gambe divaricate, busto eretto. Impugna due pesetti da 1 kg (vanno bene anche le bottiglie d’acqua) allarga le braccia e fletti i gomiti in modo che formino un angolo di 90°. Da questa posizione distendi un braccio portando il pesetto sopra la testa. Effettua 6-8 ripetizioni per lato (alternando).

3. Inclinati di lato

Appoggia sulle spalle il manico di una scopa. Ora sollevalo verso l’alto più che puoi. Quindi, mantenendo il busto e la testa eretti, inclina il bastone verso destra, allungando il lato sinistro del corpo. Conta fino a 10, torna nella posizione di partenza. Fai 8 ripetizioni per lato.



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Articolo pubblicato sul n. 23 di Starbene in edicola dal 22/05/2018

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