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Esami invasivi, è ora di dire stop

Spesso sono prescritte gastroscopie e colonscopie inutili. Scopri quali sono i veri campanelli d’allarme che le giustificano

Credits: ANSA/Foto



di Ida Macchi

Gastroscopie e colonscopie: in Italia se ne fanno troppe - 1,7 milioni ogni anno - e il 25-30% è inutile. L’allarme, lanciato dalla Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige), punta i riflettori sulla necessità di maggior cautela nella loro prescrizione, sfatando la convinzione che la miglior prevenzione si faccia con periodici esami strumentali anche quando non ci sono campanelli d’allarme, e che ogni anomalia del nostro apparato gastroenterico meriti una diagnosi “in diretta”. Non è così.


PRIMA SI PROVA CON I FARMACI

«Inutile effettuare una gastroscopia se si ha una digestione difficile o bruciori di stomaco ricorrenti, soprattutto se si è giovani e in perfetta salute», spiega Antonio Craxì, presidente della Sige. «Sono disturbi frequenti e spesso dipendono da un’infezione da Helicobacter pylori, che può essere eliminata con antibiotici mirati.

In prima battuta, meglio adottare la strategia “test-and-treat”: effettuare un esame non invasivo come il breath test, che rileva la presenza del batterio, e poi, se l’esito è positivo, passare ai farmaci. Solo se i disturbi non scompaiono è il caso di esaminare in diretta lo stomaco. Stessa strategia in caso di reflusso gastroesofageo: il primo step è assumere farmaci per annientare i rigurgiti acidi. Se questi non funzionano si ricorre all’esame endoscopico».


IN QUESTI CASI CONVIENE PROCEDERE

La gastroscopia va effettuata con prontezza quando ci sono reali segni d’allarme: «Bruciori nellaparte più alta delle vie digestive che non scompaiono con gli antiacidi, o quando ai disturbi si associa un dimagrimento o un’anemia», spiega Craxì.

E la colonscopia? «Va prenotata in caso di stipsi improvvisa o tracce di sangue nelle feci. I sanguinamenti non vanno mai sottovalutati: possono essere spie della presenza di polipi e di lesioni precancerose del colon retto. Questo esame è comunque consigliato a tutti per la prevenzione del tumore intorno ai 60 anni, e intorno ai 50 se in famiglia si sono già registrati casi». 


COLONSCOPIA VIRTUALE: UN'ALTERNATIVA DAVVERO VALIDA?

Accanto alla colonscopia tradizionale oggi c’è anche quella virtuale, versione più soft che si effettua senza inserire sonde nell’intestino. Ma è un alternativa valida? «Lo sconsiglio», risponde Antonio Craxì. «L’Fda americana ha eliminato qualsiasi forma di rimborso per questo esame perché soggetto a falsi esiti negativi e positivi.

Quando è necessario effettuare il controllo, raccomando di affidarsi alla colonscopia tradizionale: la preparazione per i due esami è identica (accurata pulizia dell’intestino), ma se si sceglie il sondino endoscopico e ci sono dei polipi, questi vengono subito rimossi e poi analizzati per identificarne la natura. In pratica, da diagnostico l’esame diventa operativo».


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Articolo pubblicato sul n. 12 di Starbene in edicola dal 07/03/2017

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