di Chicca Belloni
Una buona notizia per i tre milioni di donne italiane che soffrono di endometriosi, malattia ginecologica cronica estrogeno-dipendente, in cui l’endometrio, la mucosa che riveste la cavità uterina, attraverso le tube di Fallopio durante la mestruazione migra al di fuori dell'utero, impiantandosi sulle ovaie, le tube di Falloppio, e più raramente sulla vescica, l’intestino o altri organi addominali, scatenando una grave infiammazione cronica.
Da pochi mesi il Sistema Sanitario Nazionale rimborsa un nuovo farmaco in grado di trattare i sintomi della malattia, in primo luogo il dolore mestruale, presenza fissa durante il ciclo. Un dolore che a volte è molto intenso, che può essere onnipresente per il periodo che va dall'adolescenza alla menopausa, con un forte impatto sulla qualità della vita, famigliare, sociale e lavorativa.
Endometriosi, il punto sulle cure
«In genere alle donne con endometriosi si prescrivono contraccettivi estroprotestinici o progestinici. Tra i preparati progestinici più efficaci e meglio tollerati per questa malattia, c'è il Dienogest, che inibisce l’azione delle gonadotropine e di conseguenza la produzione di estrogeni», spiega il professor Michele Vignali, ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’ Università degli studi di Milano.
«Ma un terzo delle pazienti non risponde a questa terapia, detta di prima linea. Il nuovo farmaco serve proprio a loro».
Come funziona il nuovo farmaco contro l'endometriosi
«Il farmaco di cui è appena stato approvato il rimborso contiene Relugolix, un antagonista dell’ormone GnRH, che funziona come i vecchi agonisti del GnRH, rimedi che si utilizzavano diversi anni fa, in grado di agire sull'ipofisi e bloccare la produzione di gonadotropine che a loro volta spingono l'ovaio a produrre estrogeni», continua l'esperto.
«Il Relugolix, che è un antagonista del GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine), inibisce la produzione di estrogeni con lo stesso meccanismo degli agonisti. Se questi ultimi dovevano essere iniettati, il nuovo rimedio è sotto forma di compresse che contengono anche una terapia ormonale sostitutiva (estradiolo e noretisterone acetato), capace di ridurre gli effetti collaterali generati dal calo degli estrogeni, come le vampate di calore, la cefalea, la perdita della massa ossea».
I benefici del nuovo farmaco contro l'endometriosi
Preso tutti i giorni, una compressa al giorno, il nuovo farmaco riduce il dolore mestruale nell’85% delle donne che soffrono di endometriosi, effetto che si mantiene anche dopo due anni di cura. In più attenua del 59% il dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia profonda).
Il fatto che il farmaco sia sotto forma di compresse è un vantaggio perché permette di modulare la terapia in base alle reazioni individuali. La cura può essere sospesa in qualsiasi momento, con la sicurezza che gli effetti scompaiano. A differenza di quanto avveniva con i "vecchi" agonisti, dai quali si differenzia per il rapido abbassamento del livello di gonadotropine e, di conseguenza, degli estrogeni. In più, agisce anche come contraccettivo.
Oltre la terapia: lo stile di vita
Anche lo stile di vita può aiutare a gestire la malattia. «Per esempio l'alimentazione, una dieta antinfiammatoria aiuta: evitare la carne rossa, gli alcolici e lo zucchero, che intensifica l'infiammazione. Attenzione inoltre all'aumento di peso».
Un passo avanti per le donne
«L’inserimento del nuovo farmaco nell’elenco di quelli rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale rappresenta sicuramente un passo importante per le donne con endometriosi», spiega Annalisa Frassineti, presidente di A.P.E. (Associazione Progetto Endometriosi). «Fino a oggi molte pazienti si sono trovate a dover sostenere spese significative per poter accedere a questa terapia. La rimborsabilità elimina una barriera economica e permette a più donne di valutare questa opzione con il proprio specialista».
«Il riconoscimento da parte del SSN è anche un segnale istituzionale», continua Frassineti. «Significa che la patologia viene presa sul serio e che le terapie innovative devono essere garantite a tutte, non solo a chi può permettersele. Ogni donna con endometriosi ha una storia clinica diversa, e non esiste un farmaco “unico” valido per tutte. La disponibilità di più alternative terapeutiche è fondamentale, perché consente al medico e alla paziente di scegliere la strategia più adatta in base ai sintomi, agli effetti collaterali e alle aspettative di vita quotidiana»
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