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Coronavirus: 9 domande per fare chiarezza

Il timore che il Coronavirus cinese si diffonda a livello globale è alto. Facciamo il punto con il virologo per capire come reagire e controllare questa emergenza

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I NUMERI VERDI DELLE REGIONI ITALIANE PER CHIEDERE INFORMAZIONI


Sale il bilancio ufficiale delle vittime del Coronavirus cinese. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha alzato il livello di allerta, parlando di “rischio globale elevato“ nel suo ultimo rapporto. A fare chiarezza sul nuovo Coronavirus è il professor Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia e ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica presso l’Università di Brescia.


Professore, perché questo virus fa così paura? 

Principalmente per la rapidità con cui si diffonde e per la sua aggressività. Siccome è probabile l’origine animale, significa che questo microrganismo ha già fatto il “salto di specie”, cioè ha compiuto una serie di passaggi per adattarsi all’organismo umano. La capacità di propagarsi per via aerea, come fanno i virus della comune influenza, rendono questo nuovo Coronavirus temibile a livello mondiale.


In realtà, gira voce che possa essere fuoriuscito da un laboratorio militare…

Si tratta di un’ipotesi senza riscontri, ma anche poco verosimile. Se qualcuno volesse creare un microrganismo per scopi bellici non userebbe un Coronavirus, troppo fragile e facilmente degradabile da detergenti e disinfettanti. L’ipotesi più plausibile è che l’epidemia sia scoppiata in un mercato di animali a Wuhan.


Quali sono i sintomi?

Quelli più comuni includono febbre, tosse e difficoltà respiratorie, ma nei casi più gravi l’infezione può causare polmonite, insufficienza renale e provocare persino la morte. Ci sono anche casi asintomatici: persone infette, che possono trasmettere il virus senza manifestare alcun segno di malattia.


E allora come si fa?

Esistono dei kit per la diagnosi precoce su base molecolare, ma sarebbe impossibile effettuare questo test a tappeto sull’intera popolazione.


Chi rischia di più?

Non lo sappiamo. Stando ai primi dati, la metà delle vittime è rappresentata da soggetti vulnerabili e con sistema immunitario compromesso a causa di patologie croniche, mentre l’altra metà non presentava problemi di salute evidenti. Al momento, è impossibile fare previsioni.


Non sappiamo neppure quanto è fatale?

Rispetto ai casi di contagio finora accertati, la percentuale di morti si attesta intorno al 2,7%. Teniamo conto che l’ultimo virus influenzale pandemico è risultato mortale in circa lo 0,6% dei pazienti ricoverati; quindi, il 2019-nCoV è certamente più aggressivo. Ma se rivediamo le casistiche dei due Coronavirus che lo hanno preceduto, e mi riferisco a SARS e MERS, con mortalità pari rispettivamente al 10% e al 37%, questo nuovo Coronavirus è il meno aggressivo dei tre


Quanto tempo occorre per avere un vaccino o una cura efficace?

Lo sviluppo di un vaccino richiede tempi lunghi, alcuni anni. Al momento, i pazienti con forme gravi dell’infezione saranno trattati con farmaci antivirali attualmente in uso per bloccare la replicazione di altri virus. Non resta che attendere i risultati dei trattamenti in corso per poter essere più ottimisti.


Nel frattempo, cosa possiamo fare per proteggerci?

Usare le stesse raccomandazioni utili per evitare l’influenza: non frequentare luoghi troppo affollati, lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche, sottrarsi al contatto ravvicinato con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti. 


C’è da avere paura?

No. I primi casi registrati in Europa, precisamente in Francia e Germania, sono apparsi trattabili. Di certo, i problemi riguardano soprattutto le nazioni dove la sanità è meno forte e strutturata. Per fortuna, non è il nostro caso.


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