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Coronavirus e testicoli: perché gli uomini muoiono di più

La notizia secondo cui il Covid 19 contagi di più gli uomini, perché entra nell’organismo tramite i testicoli, ha scatenato i commenti sui social. Il virologo Fabrizio Pregliasco: per ora è solo un’ipotesi 

Foto: iStock



I dati ci dicono che il Coronavirus colpisca maggiormente gli uomini ed è di queste ore la notizia che il virus si anniderebbe nei testicoli. L'ipotesi arriva da un recente studio americano e indiano, firmato dal Montefiore Health System e dall’Albert Einstein College of Medicine, in collaborazione con l’Ospedale di malattie infettive di Mumbai. Secondo gli studiosi, il Covid 19 si legherebbe al recettore Ace2, presente nei testicoli, usandolo come una delle porte di ingresso per attaccare le cellule umane. L’Ace2 si trova anche anche nei polmoni, nel cuore e nell’intestino e in misura molto inferiore nel tessuto ovarico rispetto ai testicoli.

La notizia ha fatto già nascere una ridda di ipotesi. Spiegherebbe anche la maggiore vulnerabilità degli uomini all'infezione e renderebbe i rapporti sessuali a rischio contagio. «È l’ultima delle ipotesi scientifiche arrivate ma che hanno bisogno di molti altri riscontri», commenta Fabrizio Pregliasco, virologo da tempo in prima linea nella lotta contro il Coronavirus, ricercatore all’Università di Milano, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi e presidente Anpas, Associazione nazionale pubbliche assistenze.

In effetti, lo studio non è stato ancora valutato dalla comunità scientifica attraverso la peer review, cioè la revisione alla pari dei superesperti che decidono l’idoneità per la pubblicazione sulle riviste scientifiche. «Sappiamo che questo virus si trasmette per via aerea. Può arrivare ai testicoli e alle ovaie? Non mi risulta che sia mai stato isolato nello sperma o nelle secrezioni vaginali», aggiunge Pregliasco.

«Le tesi più accreditate sul perché gli uomini si ammalino di più delle donne sono due: queste ultime hanno un sistema immunitario più forte, perché devono passare gli anticorpi ai figli. Gli uomini che sono deceduti, invece, in maggioranza facevano parte di generazioni di grandi fumatori cronici, con situazioni polmonari già compromesse all’arrivo del virus». Dunque, ipotesi per il momento, certezze nessuna.

articolo pubblicato il 21 aprile 2020

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