Perché è importante avere pronto un piano B

In questi tempi così incerti e fluttuanti, pensare a un’alternativa di vita si rivela un’ancora di salvezza se qualcosa va storto. Come insegna un nuovo manuale



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Pensa, credi, sogna, osa
. Sono quattro le parole chiave di Piano B, il libro di Lucia Emilia Stipari e Gianluca Bavagnoli che ci spiega come trovare il disegno alternativo, lasciandoci alle spalle batoste e momenti di difficoltà (Piano B - Come trasformare le difficoltà in opportunità e
le sconfitte in successi, Centauria, 17,90 €).

«È una frase di Walt Disney, insegna a usare la testa e il cuore, a tirare fuori tutte le risorse intellettuali ed emotive che abbiamo a disposizione quando qualcosa va storto, quando falliamo, a buttarci senza paura ma non in maniera avventata, e ad avere fiducia in noi stessi e nei nostri sogni. Gli obiettivi possono essere sempre raggiunti», ci racconta l’autrice.

Tutti, proprio tutti, abbiamo bisogno del piano B, quando la vita rema contro. Ritrovarsi improvvisamente soli per esempio, dopo una vita passata in coppia, e dover imparare ad andare avanti. Un destino sempre più comune soprattutto tra i 55 e i 64 anni, secondo gli ultimi dati Istat: fra il 1991 e il 2018 i matrimoni finiti sono più che quadruplicati, passando da 376mila a oltre un milione 672mila.

O se la crisi economica ci fa perdere il lavoro (e ai giovani non ne permette nemmeno l’accesso al mercato): il tasso di disoccupazione in Italia, dicono gli ultimi dati Eurostat, è al 10,2% per cento, il terzo più alto dell’Unione Europea. Quella giovanile è schizzata a oltre il 31%.

Ma demoralizzarsi, piazzarsi sul divano a guardare il soffitto, o deprimersi, non è la soluzione. «Piuttosto serve attivarsi, anche prima del tempo, per mettere nel cassetto il programma di riserva e tirarlo fuori quando è necessario», suggerisce Stipari.



Fare emergere le passioni

«Abbiamo raccontato le grandi storie di 24 personaggi che hanno saputo trovare il piano B e usato le loro citazioni per motivare, curare, consolare: dopo grandi sconfitte, rifiuti, si sono rialzati trovando la strada verso il successo».

Lady Gaga, per esempio: bullizzata da adolescente, rifiutata e violentata, a 15 anni tira fuori l’asso dalla manica, la musica. «Per provare a colmare il vuoto, durante il liceo suona dove e come può, alternando freneticamente studio e canto. Poi, dopo una breve esperienza universitaria, molla tutto e si getta a capofitto nella musica, un piano B decisamente vincente», commenta l’autrice.

J.K Rowiling, creatrice di Harry Potter, ha trovato la sua opzione B nella scrittura, sua passione sin da bambina. «Sola, depressa e disoccupata, divorziata e con una figlia da crescere, ha iniziato a scrivere in un pub di Edimburgo con la piccola Jessica al fianco: quegli appunti sono diventati un successo mondiale».

Non mancano maestri e maestre italiane di piani B. «Guardate alla forza e al coraggio di Bebe Vio o Alex Zanardi: nonostante la disabilità, hanno trovato la via del successo e del benessere. Hanno mantenuto la barra dritta in direzione degli obiettivi, con tenacia e creatività, a dispetto dei problemi», conclude Stipari.



Accettare gli sbagli

Certo che imparare dalle sventure o da momenti infelici, come dagli errori, è più facile a dirsi che a farsi. Avere un’idea alternativa, appunto un piano B, lo è ancora di più.

«Succede perché viviamo in un mondo che ci vuole performanti, ma la verità è che l’errore è fonte di consapevolezza e ci indica sempre nuove, spesso migliori, possibilità», spiega Marzia Cikada, psicologa e psicoterapeuta. «E invece è proprio vero che sbagliando si impara. L’unico vero sbaglio è pensare di non commetterne».



Accogliere la vulnerabilità

Ma in che modo un flop si può trasformare in opportunità? «Moltissime storie vincenti nascono da errori che si trasformano. Nel fallimento esiste un potenziale creativo che possiamo fare nostro», spiega l’esperta.

E così un insuccesso può essere una cartina di tornasole di quello che non andava bene, in attesa della prossima occasione, che arriverà e ci troverà migliori.

«Gli ingredienti per trasformare in fortuna anche i momenti difficili non hanno a che fare con la magia, ma ne hanno gli effetti. Serve una buona autostima, rinforzare la resilienza, pensare in maniera divergente. Ma, prima di tutto, smettere di vivere come se fossimo perfetti. Goderci la nostra vulnerabilità, anche perché ci insegna a non caricare di ansia le nostre scelte e questo, incredibilmente, ci fa fare meglio tutto», garantisce Cikada.



Prevedere l’alternativa

Dunque, sediamoci, riflettiamo e pianifichiamo il nostro piano B, per rialzarci al meglio dopo una disavventura. Perché l’alternativa si può, anzi si deve, preparare.

«Quando facciamo una scelta importante, familiare o lavorativa, pensiamo sempre, a prescindere, a una possibilità alternativa. Non crediamo mai che ci sia un’unica strada possibile».



Guardare la realtà con altri occhi

La vita, assicura la psicoterapeuta, ci offre sempre una seconda chance.

«Anche una terza, se sappiamo cercarla e non l’attendiamo passivamente. Chiaramente dobbiamo essere bravi ad accettarla. Facciamo un esempio in ambito lavorativo: inseguite una promozione nella vostra azienda, ma vi viene offerta la possibilità di diventare capo di un’altra o di cambiare del tutto lavoro seguendo una passione che avete sempre messo da parte. Bisogna imparare ad arrivare preparati, senza sottovalutare le mille possibilità e i piani B che si possono presentare».

È la prospettiva, quindi, che deve cambiare: «È facendo le cose diversamente, guardando la realtà con altri occhi che scopriamo l’altra vita che possiamo costruirci. Il pensare in maniera creativa è la soluzione vincente, ci impedisce di restare con lo sguardo incollato al muro davanti, permettendoci di vedere la distesa di possibilità che abbiamo intorno».



Amare noi stessi

Nelle relazioni, però, la questione si fa più delicata. Scegliamo la persona da amare, credendo che sia quella giusta per sempre.

«Il piano B, in questo caso specifico, siamo noi stessi. Dobbiamo avere la forza, comunque vada, di amarci e rispettarci, anche se in quel momento ci sentiamo falliti. Il dolore sarà inevitabile, ma non darà spazio alla disperazione. E l’asso nella manica possono essere le amicizie, le passioni, la creatività, fonte di benessere. Un consiglio: siate ottimisti, perché il piano di riserva può essere proprio quello di cercare, e trovare, la persona giusta», conclude la psicoterapeuta.



Come s’accende il cambiamento

Uno studio pubblicato da ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca con l’università di Princeton, l’università Humboldt e il centro Bernstein di neuroscienza computazionale a Berlino ha analizzato i meccanismi cerebrali che permettono di trovare le soluzioni migliori nell’esecuzione di una certa attività.

Per farlo, sono stati coinvolti 36 volontari ai quali è stato chiesto di partecipare a un “gioco”, mentre l’attività del loro cervello era monitorata con risonanza magnetica funzionale. Dopo 10 minuti, i ricercatori hanno introdotto una piccola modifica del gioco che, se notata, poteva permettere ai partecipanti di cambiare strategia risolvendo il compito in modo più semplice e veloce.

A distanza di un’ora, il 31% dei volontari era ricorso al piano B: nel loro cervello è stata osservata una particolare attivazione della corteccia prefrontale mediale, che si attivava già alcuni minuti prima del reale cambio di strategia.




Si comincia da piccoli

«La capacità di trovare alternative s’impara da bambini», assicura Francesca Valla, autrice di Libera i talenti del tuo bambino (Sperling & Kupfer, 16 €). Ecco quattro frasi da ripetere ai nostri figli per aiutarli a cercare sempre nuovi stimoli e opzioni.

  • «Annoiati, osserva, crea»
    La noia e la creatività sono due alleate nella ricerca dei talenti: possono generare ciò che ancora non esiste.

  • «Non sei sbagliato»
    Aiutiamo un figlio a scoprire che l’errore fa parte di ogni percorso valido.

  • «Sii curioso, spingiti oltre»
    La curiosità stimola un bambino a cercare ciò che è e ciò che vuole diventare.

  • «Diventa ciò che vuoi essere»
    È il miglior modo per rispettare il valore e i talenti che si nascondono dentro nostro figlio.



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Articolo pubblicato sul n. 30 di Starbene in edicola dall'8 luglio 2019



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