OVERDOSE(abuso di stupefacenti)

È sempre di notevole attualità l’allarme lanciato dalle famiglie e da osservatori epidemiologici di Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri e SERT in tema di abuso da parte dei giovani di sostanze stupefacenti. Non bisognerebbe però dimenticare un’insidia per la salute mai sufficientemente temuta sia per pericolosità sia per dimensioni del problema: l’abuso alcolico da solo […]



È sempre di notevole attualità l’allarme lanciato dalle famiglie e da osservatori epidemiologici di Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri e SERT in tema di abuso da parte dei giovani di sostanze stupefacenti. Non bisognerebbe però dimenticare un’insidia per la salute mai sufficientemente temuta sia per pericolosità sia per dimensioni del problema: l’abuso alcolico da solo o in associazione a droghe. Quando tali sostanze vengono assunte si creano modificazioni comportamentali ed effetti di benessere ed euforia tali da indurne l’assunzione in quantità sempre maggiori, per cui si può passare da uso sporadico ad abuso e alla vera e propria dipendenza.La dipendenza che si crea è fondamentalmente di due tipi, descritti di seguito.

Dipendenza fisica È la necessità di assumere la droga nel momento in cui, a causa di una brusca sospensione della sua assunzione, la sua mancanza determina nell’organismo uno stato di malessere fisico e psichico, noto come sindrome da astinenza. Questa crea un desiderio spasmodico (detto craving) e una ricerca compulsiva e incessante della sostanza che provoca gravi conflittualità personali, familiari e sociali stravolgendo l’esistenza del soggetto. I sintomi della sindrome da astinenza nascono dalla mancanza che si viene a creare a livello del sistema nervoso centrale (SNC) della sostanza da cui si è dipendenti.

Dipendenza psichica È una sensazione di instabilità psichica e di insicurezza che rendono emotivamente difficile il distacco dalla sostanza d’abuso. Per tolleranza si intende la progressiva riduzione dell’effetto della sostanza da abuso dopo la somministrazione ripetuta della stessa dose: a causa di questo fenomeno il paziente per ottenere il medesimo effetto è spinto ad aumentare la dose della sostanza.


Oppiacei

Appartengono a questo gruppo di sostanze l’oppio, la morfina, l’eroina (origine vegetale); il metadone e la pentazocina (molecole prodotte in laboratorio). Sul mercato sono vendute in vario grado di purezza in base all’associazione con “sostanze da taglio” che possono essere inerti dal punto di vista farmacologico (glucosio, lattosio, bicarbonato di sodio) o adulteranti, che ne modificano quindi anche l’effetto (caffeina, lidocaina). È nota come speedball l’associazione cocaina-eroina.


Kobrett (o Cobret)

Consiste in eroina di scarto, tagliata con amfetamine o simili e assunta mediante inalazione. L’overdose si manifesta con depressione respiratoria, cardiocircolatoria e del SNC con sonnolenza fino al coma e miosi (pupille puntiformi). Il paziente che versa in tali condizioni deve essere prontamente ospedalizzato in modo da ricevere adeguata assistenza ventilatoria e rapida somministrazione dell’antidoto specifico (Naloxone).

Come riconoscere un’astinenza da oppiacei I segni dell’astinenza da oppiacei sono: lacrimazione, sudorazione, tremori, anoressia, midriasi, febbre, insonnia, respiro superficiale e frequente, vomito, diarrea e pilo-erezione con brividi di freddo. L’eroina produce, con maggiore evidenza rispetto a qualunque droga d’abuso, tolleranza oltre a dipendenza fisica e psichica, astinenza e craving.

Cocaina

Nasce da una pianta che si trova in Sud-america e Asia. Le persone che la trasportano (“i corrieri”) talvolta ingeriscono grosse quantità di ovuli contenenti la sostanza e in questo modo possono mettere a repentaglio la propria vita nel caso di rottura accidentale di tali contenitori (con conseguente massivo assorbimento sistemico). La cocaina grezza viene trattata in modo da poter essere “sniffata”, somministrata per via endovenosa o inalata (crack è la cocaina che viene fumata insieme al tabacco di sigaretta). Gli effetti possono essere diversi in base alla tipologia di somministrazione della cocaina; infatti solo la somministrazione endovenosa produce il “flash” definito come una “sensazione esplosiva” che è alla base di comportamenti violenti e aggressivi. La cocaina produce una stimolazione globale del sistema nervoso centrale e autonomo con manifestazione di agitazione, loquacità, disinibizione, aumento dell’attività muscolare e riduzione del senso di fatica, potenziamento dell’attività mentale, tachicardia e aritmie cardiache, aumento della pressione arteriosa, della temperatura corporea e midriasi (pupille dilatate) fino a generare ansia, confusione mentale e allucinazioni; può inoltre insorgere angina o infarto del miocardio, dolori muscolari fino alla rabdomiolisi (danno muscolare con liberazione di enzimi del muscolo) e conseguente insufficienza renale acuta.

Come sospettare l’abuso di cocaina

Si può sospettare l’abuso di cocaina in presenza di modificazioni del carattere in senso eccessivamente estroverso, scatti d’ira immotivati, inoltre la presenza di pupille dilatate può dare un’ulteriore indicazione. La conferma avviene mediante il dosaggio urinario di un metabolita della cocaina. Nei pazienti in overdose è indicata l’ospedalizzazione, in modo da fornire supporto alle funzioni vitali.


Amfetamine

Utilizzate circa 30-40 anni fa come anoressizzanti e stimolanti il tono dell’umore, sono state in seguito tolte dal commercio e vietate per gli importanti effetti collaterali e le potenzialità di impiego come sostanze d’abuso. Sono sostanze sintetiche che aumentano la stimolazione cerebrale, con una durata di azione maggiore rispetto alla cocaina, creando euforia, aumento dell’ideazione, aumento delle prestazioni e inibizione del senso di fatica; a ciò si aggiunge un effetto anoressizzante e dimagrante.

Come sospettare l’uso di amfetamine I pazienti che manifestano segni e sintomi d’abuso lamentano irrequietezza, allucinazioni e delirio, panico, tremori, insonnia e stordimento, nausea, vomito, diarrea; a volte possono sviluppare comportamenti molto violenti anche a scopo autolesionistico. Obiettivamente si possono evidenziare freddo intenso, sudorazione, cefalea, dolore al petto (anche come angina pectoris), tachicardia, sincope, dolori muscolari (fino alla rabdomiolisi e all’insufficienza renale acuta), ipertensione o grave ipotensione fino al collasso cardio-circolatorio.


Allucinogeni

Sono sostanze sia naturali (mescalina e funghi allucinogeni) sia sintetiche (LSD, fenciclidina o angel dust). La fenciclidina può essere ingerita, iniettata, inalata; ha caratteristiche simili alla ketamina per l’effetto analgesico-dissociativo e per lo stesso motivo (allucinazioni post-operatorie di lunga durata) non è più stata usata come farmaco anestetico. Gli allucinogeni danno un’esperienza psichica ed emozionale a volte sconvolgente a fronte di sintomatologia fisica scarsa, perciò il pericolo dell’assunzione di tali sostanze deriva dal fatto che creano uno stato di alterata percezione della realtà con conseguenti comportamenti pericolosi. Gli allucinogeni spesso possono slatentizzare disturbi psichici preesistenti (psicosi e schizofrenia) e a volte misconosciuti.


Ecstasy

Composto di sintesi analogo alle amfetamine (per gli effetti psicostimolanti) e alla mescalina (effetti allucinogeni). Sul mercato ne esistono diverse preparazioni: tutte determinano stimolazione del sistema nervoso centrale con sensazione di benessere, sensazione di grande e piacevole “condivisione” dell’ambiente circostante (empatia), assenza di sensazione di fame e fatica e leggero disorientamento. L’intossicazione acuta può dare quadri clinici anche di notevole gravità; tra essi agitazione, ipertermia, acidosi muscolare, clonie, aritmie, edema cerebrale e alterazioni della coagulazione con trombosi e sanguinamento. Anche in questo caso è fondamentale l’ospedalizzazione, per procedere a una terapia di supporto ed eventuale decontaminazione.


Cannabinoidi

Sostanze di origine vegetale, sono presenti in commercio sotto varie forme, diverse per quantità di principio attivo contenuto anche in relazione alla parte della pianta che viene utilizzata. Si suddividono in marijuana (foglie secche tritate di Cannabis), bhang (foglie secche e parti legnose dello stelo), ganjia (foglie e infiorescenza, con concentrazione di principio attivo tre volte superiore a quello della marijuana), hashish (materiale resinoso essiccato in panetti solidi, di potenza pari a 5-8 volte quello della marijuana), olio di hashish (ottenuto dalla trasudazione oleosa delle piante, in esso la concentrazione di principio attivo è pari a 50-80 volte quello della marijuana). I cannabinoidi possono essere consumati per inalazione o ingestione e creano essenzialmente dipendenza psichica.

Come sospettare l’uso di cannabinoidi L’ effetto creato dai cannabinoidi è di euforia, empatia, potenziamento della sensibilità visiva, tattile e acustica, tachicardia, a volte in coordinazione motoria, eloquio impastato, ipotensione ortostatica e atassia, alterazione della memoria a breve termine. In soggetti predisposti a patologia psichiatrica (anche non manifesta, quindi misconosciuta) si possono scatenare depersonalizzazione, allucinazioni e psicosi paranoide acuta. Il sospetto di uso di cannabinoidi può emergere da episodi di stato mentale alterato (alterazioni comportamentali anche non eclatanti ma inusuali per il soggetto), associati a congestione e iperemia congiuntivale ricorrente. Il dosaggio dei metaboliti urinari potrà accertare l’assunzione, anche se i dosaggi rimangono positivi fino a 3 settimane dopo l’uso. L’abuso di cannabinoidi da soli non costituisce una reale emergenza medica; ovviamente è diverso il discorso nelle poliassunzioni in relazione alle sostanze di cui si è fatto abuso.


Il grosso problema dell’alcol

Il fatto di essere di uso comune in quanto ampiamente accettato dalla società e dalla tradizione ha spesso diminuito di molto la percezione del pericolo rappresentato dall’uso/abuso degli alcolici. In realtà l’abuso della sostanza è pressoché ubiquitario in ogni fascia di età e classe sociale. Esso agisce creando depressione del sistema nervoso centrale, produce sedazione e sonno sebbene nella fase iniziale dell’assunzione (a basse dosi) sembra creare eccitazione, stimolazione e liberazione dai segnali inibitori sui comportamenti sociali con conseguente euforia, alterazione della coscienza, riduzione dei riflessi, lieve incoordinazione motoria e vasodilatazione. A dosaggi superiori si può arrivare a turbe neurosensoriali, vera e propria confusione mentale, vomito, riduzione della pressione arteriosa, della temperatura corporea, fino alla riduzione della frequenza cardiaca con depressione respiratoria e coma. I livelli di alcol nel sangue (alcolemia) diminuiscono molto lentamente nelle ore seguenti l’assunzione, seguendo la trasformazione dell’alcol da parte dell’organismo (metabolismo), e sono in equilibrio con l’aria espirata: su questo principio si basa il dosaggio fornito dall’ etilometro (tasso di alcolemia tollerato inferiore a 0,5 g/l). Un rischio aggiuntivo è dato dalla contemporanea assunzione di alcol e sostanze deprimenti il sistema nervoso centrale (barbiturici, benzodiazepine, antidepressivi e antipsicotici) in quanto la tossicità è potenziata.È importante inoltre ricordare la pericolosità della pratica del binge (o compulsive) drinking, che consiste nell’assumere (soprattutto da parte di giovani e giovanissimi) una quantità esagerata di alcol all’inizio di una festa per creare una sorta di stordimento che facilita le relazioni sociali e diminuisce la vigilanza sulla pericolosità di assunzione di ulteriori sostanze. [R.R.]