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Ventricolografia isotopica

Esame scintigrafico che studia l’efficacia e la qualità della contrazione dei ventricoli cardiaci.


Indicazioni e controindicazioni

La ventricolografia isotopica fornisce informazioni circa il grado di alterazione (globale o segmentaria) della pompa cardiaca, in particolare in caso di insufficienza coronarica, al fine di individuare la zona del muscolo cardiaco che ha perso la capacità di contrarsi, per esempio in seguito a un infarto del miocardio. Grazie alla sua grande precisione, all’eccellente riproducibilità e all’assenza di effetti secondari, la ventricolografia isotopica è la metodica ideale per valutare la possibilità che un paziente affetto da valvulopatia (malattia di una valvola cardiaca) o miocardiopatia (alterazione globale del muscolo cardiaco) sviluppi un’insufficienza cardiaca, oppure per verificare l’efficacia di alcuni farmaci (calcioantagonisti, vasodilatatori).

Questo esame è controindicato in gravidanza. Se la paziente sta allattando, l’allattamento deve essere interrotto nelle 24 ore successive all’esame.


Tecnica e svolgimento

La ventricolografia isotopica, eseguita nel reparto di medicina nucleare, dura da 1 ora a 1 ora e mezzo. Realizzata in genere a riposo, ma talora anche durante uno sforzo o in seguito all’assunzione di un farmaco (per esempio un cardiotonico), prevede in primo luogo l’iniezione nel sangue del soggetto di un tracciante (albumina o globuli rossi) marcato con tecnezio. Quindi il soggetto, generalmente sdraiato, viene posizionato davanti alla gammacamera, che registra la variazione di radioattività nei ventricoli nel corso del ciclo cardiaco. Questa operazione, associata alla registrazione elettrocardiografica, permette di calcolare la frazione di eiezione, ovvero la percentuale di volume sanguigno eiettato dal cuore a ogni contrazione (sistole). La realizzazione di immagini nelle fasi di contrazione e rilassamento dei ventricoli (sistole, diastole) permette di analizzare globalmente e localmente il grado di contrazione e riempimento dei due ventricoli.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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