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Tumori della prostata -Diagnosi

Tumori della prostata Cos’è il tumore alla prostata Cause Sintomi Accertamenti da eseguire per escludere un carcinoma prostatico Diagnosi Trattamento Prognosi

Qualora mediante la biopsia si riscontrino cellule tumorali nella prostata, il patologo assegnerà un “grado” (un punteggio) per indicare quanto le cellule della prostata si siano allontanate dalla normalità. I carcinomi della prostata di basso grado (cioè con cellule meno anormali) hanno una maggiore probabilità di crescere lentamente, mentre i tumori di alto grado (formati quindi da cellule molto anormali) solitamente mostrano una crescita più aggressiva e hanno una maggiore probabilità di svilupparsi fuori della prostata (cioè di dare metastasi). Il metodo oggi universalmente utilizzato per definire il grado del carcinoma prostatico è il cosiddetto punteggio di Gleason, che è basato su un punteggio che varia da un minimo di 4 (il più basso) a un massimo di 10 (il più grave). I tumori prostatici cui viene assegnato un punteggio di Gleason compreso tra 8 e 10 sono considerati di alto grado e quindi più pericolosi.

Allorché alla biopsia sia emerso un tumore della prostata, il medico dovrà cercare di stabilire quanto sia esteso questo tumore al fine di proporre al paziente la terapia più appropriata. Per far questo, in alcuni casi, vengono richiesti altri accertamenti quali una TAC dell’addome e una scintigrafia ossea. Una corretta “stadiazione” del tumore prostatico (cioè la determinazione di quanto il tumore si sia sviluppato) può risultare talvolta difficile. Di solito si utilizza il cosiddetto sistema TNM (dove T indica la dimensione del tumore, N la sua diffusione nei linfonodi e M indica le metastasi). La lettera T viene affiancata da un numero che esprime il livello di diffusione della malattia alla prostata: T1 e T2 vengono attribuiti a tumori ancora iniziali e quindi racchiusi all’interno della prostata, mentre tumori più avanzati, che hanno già sconfinato al di fuori della prostata, vengono classificati come stadio T3 e T4. Un tumore che non si è ancora esteso ai linfonodi verrà definito N0, e se non ha ancora dato metastasi ad altri organi verrà indicato con la sigla M0. Per semplificare, i tumori T1 e T2 che siano N0 e M0 hanno maggiori probabilità di essere guariti in modo definitivo con la terapia.

Per riassumere, il medico ha quindi a disposizione 3 parametri fondamentali che gli permettono di giudicare la gravità o meno di un carcinoma prostatico: il valore del PSA, il punteggio di Gleason, il sistema TNM.

Esistono oggi delle tabelle che consentono, combinando questi 3 elementi, di ricavare informazioni molto precise sulla prognosi della malattia e sulla probabilità di risposta alle diverse terapie, consentendo per esempio di valutare le probabilità di essere guariti in modo definitivo da un intervento chirurgico di prostatectomia radicale.

Il tumore (ma il termine più esatto è carcinoma) alla prostata si sviluppa nel momento in cui cellule tumorali a partenza dalle numerose piccole ghiandole di cui si compone questa struttura incominciano a crescere al suo interno. Il carcinoma è un tumore maligno e non deve essere confuso con l’adenoma, cioè l’aumento di volume della prostata, una condizione benigna dovuta alla crescita di cellule prostatiche assolutamente normali che si verifica nella maggior parte degli uomini dopo i 50 anni.

Alcuni carcinomi della prostata crescono così lentamente da non essere pericolosi per la vita del paziente. Altri invece, se non scoperti e curati in tempo, si sviluppano in modo rapido e possono dare metastasi soprattutto ai linfonodi e alle ossa.

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Dott. Maurizio Hanke

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