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Rebirthing

Rebirthing Quando ricorrere al rebirthing Per praticare il rebirthing con consapevolezza Quando e come praticare il rebirthing Rebirthing e attacchi di panico

Con il termine rebirthing si usa indicare una tecnica esperienziale basata su un particolare modello di respirazione consapevole, praticato in sedute della durata di 60-120 minuti, inizialmente sotto la guida di un istruttore esperto nella tecnica e, in seguito, anche in modo autonomo.

Il termine rebirthing è stato diffuso negli Stati Uniti negli anni settanta del Novecento, da Leonard Orr, che per primo lo ha utilizzato, ma le origini della tecnica sono molto antiche e collegate al Pranayama dello yoga Kundalini e ad antiche pratiche del taoismo.

In Italia si sono sviluppate diverse “scuole”, che pur mantenendo inalterato il nucleo centrale della tecnica, cioè il modello di respirazione consapevole, ne hanno diversamente valorizzato alcuni aspetti interpretativi e filosofici.

In particolare la scuola del Rebirthing ad approccio transpersonale, iniziata dallo psicologo Filippo Falzoni Gallerani, ha effettuato una sintesi tra l’interpretazione di questa tecnica alla luce delle antiche pratiche dello yoga e la moderna filosofia transpersonale. Questa scuola di pensiero, sviluppatasi verso gli anni sessanta, vede lo sviluppo individuale proseguire al di là dell’adattamento ai bisogni personali, verso una capacità di maggiore comprensione del senso più profondo dell’esistenza. Essa riconosce pienamente e incorpora le scoperte della moderna psichiatria, della psicanalisi, del comportamentismo e della psicologia evolutiva, ma aggiunge, quando necessario, le ulteriori intuizioni ed esperienze delle dimensioni esistenziali e spirituali dell’essere umano. È detta transpersonale perché indirizzata a qualcosa che va oltre l’Io e trascende l’atteggiamento egocentrico e l’identificazione esclusiva con la personalità e l’Io sociale: una psicologia, cioè, che non focalizza la sua attenzione esclusivamente sulla patologia, ma che riconosce la parte sana della mente e il suo potenziale attraverso i sentieri che conducono alla liberazione, alla felicità, alla realizzazione di sé, come esperienza cioè della sacralità e bellezza di una vita pienamente vissuta. Queste esperienze di “risveglio” sono caratteristiche delle tradizioni orientali dello yoga, dell’Advaita Vedanta, del buddhismo Mahayana e della filosofia zen, ma sono comuni a ogni cultura e sono state recentemente riscoperte e adattate dalla psicologia transpersonale all’uomo occidentale. L’individuo può liberarsi dal conflitto interiore e dal chiacchierio mentale che conduce a percezioni distorte e condizionate, e può riconoscere il suo Sé transpersonale e riunirsi alla propria natura profonda. Tale natura non è schiava delle fluttuazioni della mente e degli impulsi del corpo, ma può dirigere con saggezza e utilizzare al meglio mente e corpo: ciò porta a incomparabile lucidità, salute ed efficienza psicofisica. Gli psicologi transpersonali hanno constatato che, pur se ogni cultura ha creato religioni che mostrano profonde differenze nei loro aspetti esteriori, mitologici e rituali, nell’essenza di tutte ci sono fondamentali punti di contatto che rappresentano l’espressione del bisogno di conoscenza di più sottili dimensioni dell’essere. La ricerca interiore conduce alla conoscenza di sé e culmina con la liberazione dalla sofferenza e la “comprensione intuitiva della natura dell’Essere”. Questa parte “più profonda” delle religioni è stata definita filosofia perenne. In essa è fondamentale l’idea che l’essere umano vive una realtà che si manifesta su diversi livelli o piani, e che ciascun livello può essere integrato e trasceso.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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