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Melioidosi

Malattia infettiva dovuta al bacillo di Whitmore, o Burkholderia pseudomallei (in passato detta Pseudomonas pseudomallei).

La melioidosi interessa soprattutto le zone del Sud-Est asiatico e dell’Africa meridionale e colpisce in genere gli animali, occasionalmente l’uomo. Le tipiche fonti di contaminazione sono il letame, l’acqua stagnante e il fango esposto al sole. L’uomo può infettarsi per ingestione di acqua contaminata o nel momento in cui una ferita entra in contatto con fango che contiene le feci di roditori colpiti dalla malattia.


Sintomi e segni

Esistono diversi quadri clinici di melioidosi, che vanno dalla forma setticemica fulminante agli ascessi ossei, sottocutanei, polmonari o epatici, diffusi e multipli, a lenta evoluzione.

La localizzazione polmonare della malattia, la più frequente, si manifesta con una polmonite acuta (febbre che può raggiungere i 40 °C, brividi, dolori diffusi, tosse con espettorato).


Diagnosi e trattamento

La diagnosi si basa sull’esame batteriologico dei prelievi (saliva, pus, sangue). La sierodiagnosi e l’inoculazione intradermica degli estratti batterici permettono di individuare anche i soggetti infetti nei quali le manifestazioni cliniche della melioidosi restano discrete. Gli antibiotici, somministrati per parecchi mesi, sono in genere efficaci. La convalescenza è lunga, ma se la malattia è trattata correttamente la prognosi è favorevole.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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