Megaesofago
Dilatazione dell’esofago, solitamente dovuta ad acalasia esofagea (disturbo della motilità dei muscoli dell’esofago). Nell’America meridionale, in particolare in Brasile, la patologia è presente allo stato endemico e dovuta a un protozoo, il Trypanosoma cruzi (malattia di Chagas).
Megaesofago idiopatico
Dilatazione dell’esofago conseguente a un’alterazione della motilità del suo segmento inferiore. Nel megaesofago idiopatico, la cui causa è sconosciuta, il ristagno di alimenti nell’esofago provoca una sua dilatazione a monte.
Il megaesofago si manifesta con difficoltà a deglutire, sensazioni dolorose di ripienezza gastrica, soprattutto dorsali, e rigurgiti spontanei, fenomeni che determinano perdita di peso.
La diagnosi si basa sulla radiografia, sull’endoscopia digestiva e sulla manometria, che permette di evidenziare anomalie della motilità digestiva. Questi esami consentono anche di scartare l’ipotesi di megaesofago secondario (per esempio provocato da una lesione organica del cardias). Il trattamento implica in genere due possibilità: l’esecuzione di dilatazioni pneumatiche sotto controllo endoscopico (introduzione temporanea, nella parte inferiore dell’esofago, di un palloncino pieno d’aria) oppure la miotomia extramucosa secondo Heller (intervento chirurgico consistente nell’incidere lo strato muscolare dell’esofago sino alla mucosa), associata a un intervento che impedisca il reflusso gastroesofageo.
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