Larva migrans viscerale
Malattia parassitaria detta anche nematodiasi ostruita e provocata dall’infestazione da larve di ascaride (verme parassita dell’intestino tenue) trasmesse dal cane o dal gatto. Dopo che l’uovo si è schiuso nell’intestino, la larva migra verso fegato, polmoni, talvolta cervello e occhi. Sopravvive dai 18 mesi ai 2 anni, ma nell’uomo non può evolvere allo stadio adulto: infatti, i vermi adulti sopravvivono solo nell’intestino tenue di cani e gatti. La distribuzione geografica della malattia, che colpisce soprattutto le regioni a clima caldo-umido, è molto ampia.
Contaminazione
La larva migrans viscerale si contrae ingerendo uova di ascaridi che, presenti negli escrementi di animali, contaminano l’ambiente circostante: acqua (anche potabile) nei Paesi in via di sviluppo, frutta e legumi non lavati ecc.
Sintomi
La larva migrans viscerale colpisce più spesso il bambino che l’adulto. È caratterizzata da febbre, dispnea, tosse, asma, orticaria, diarrea, ingrossamento del fegato che provoca dolori diffusi e, talvolta, convulsioni. In via eccezionale, la larva si stabilisce nell’occhio, portando in rari casi alla cecità.
Diagnosi
La diagnosi si basa sulla conta delle cellule ematiche, che segnala la presenza di un numero elevatissimo di granulociti neutrofili (tipo di globuli bianchi), e sulla ricerca di anticorpi specifici nel siero del malato.
Trattamento
Poiché il trattamento ha scarsa efficacia, nella maggior parte dei casi i malati vengono seguiti regolarmente per 2 anni o più (infatti, possono sorgere problemi alla morte delle larve) e sono sottoposti ad alcuni esami, in particolare conta ematica e controllo degli occhi. Il trattamento, somministrato in ambito ospedaliero, si basa sulla somministrazione di dietilcarbamazina (una sostanza che, in certi casi, sembra arrestare la migrazione delle larve) o tiabendazolo. Quest’ultimo, mal tollerato dall’organismo, non può essere assunto per più di 2 giorni.
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