Trauma daImmersione
Complicanza organica legata alle variazioni di pressione che si verificano in caso di immersione in acqua. Esistono diverse modalità di immersione: in apnea (senza bombola, con sospensione della respirazione), con equipaggiamento subacqueo autonomo (tuta e bombole d’aria compressa), con bombole di ossigeno, a una profondità massima di 7 m. I traumi da immersione possono essere classificati in tre gruppi: barotraumi, effetti biochimici e traumi da decompressione.
Barotraumi Interessano le cavità dell’organismo che contengono aria.
Cause
I barotraumi sono dovuti alla differenza tra pressione atmosferica e subacquea, più elevata: sott’acqua, il volume dell’aria diminuisce con la profondità, ma la sua pressione aumenta. Nel corso della risalita, il volume dell’aria aumenta mentre la sua pressione diminuisce.
Sintomi e segni
I barotraumi possono riguardare diversi organi. Nel corso dell’immersione può essere colpito l’orecchio. Infatti, se la tuba di Eustachio non è permeabile, il volume d’aria contenuto nell’orecchio medio diminuisce durante la discesa e non compensa più la pressione esercitata dall’acqua. Questo fenomeno può provocare una rottura o un’alterazione del timpano, che si manifesta immediatamente con un dolore improvviso e corrisponde talvolta a un’ulteriore diminuzione della capacità uditiva. La differenza di pressione tra le due orecchie, in caso di coinvolgimento unilaterale, o l’infiltrazione di acqua nell’orecchio medio, in caso di rottura di un timpano, possono causare disturbi dell’equilibrio durante l’immersione e nelle ore immediatamente successive alla risalita in superficie. Anche le cavità sinusali possono essere danneggiate dalle variazioni del volume d’aria che contengono. Questa lesione si manifesta con dolori acuti, che in generale spariscono al momento della risalita senza provocare lesioni irreversibili. Otturazioni dentarie mal eseguite, su cui si esercita la pressione dell’aria, possono provocare violenti dolori delle radici e sensibilità del dente; talvolta possono anche rompersi. Il polmone può essere leso al momento della risalita in superficie: infatti l’aumento eccessivo del volume d’aria contenuto negli alveoli polmonari, definito come incidente da sovrapressione, può bloccare l’espirazione e, se il sacco alveolare è troppo disteso, provocare una lacerazione polmonare. Alla difficoltà respiratoria si aggiungono allora un’emorragia intrapolmonare (dovuta alla rottura degli alveoli) e un rischio di embolia, nel caso di incontro tra il sangue dei vasi e l’aria contenuta negli alveoli.
Il rischio di barotrauma è maggiore se il sommozzatore non espira sufficientemente durante la risalita. Questo incidente può essere mortale.
Prevenzione
Questi incidenti possono essere evitati se il sommozzatore rispetta le regole per una corretta immersione.
Trattamento
La cura dei barotraumi delle orecchie e dei seni nasali è basata soprattutto sulla somministrazione di decongestionanti e analgesici. Un incidente da iperpressione polmonare impone un trattamento d’urgenza presso un centro specializzato, dove si procede a rianimazione del soggetto; l’entità dell’intervento dipende dalla gravità del caso.
Effetti biochimici Sono dovuti alla presenza nell’organismo di un’eccessiva quantità di gas (azoto, anidride carbonica).
Cause
L’azoto contenuto nell’aria si scioglie progressivamente nel corso dell’immersione e diventa tossico a partire da una certa percentuale di soluzione, che di solito si raggiunge intorno ai 40 m di profondità. L’anidride carbonica viene prodotta in eccesso quando si compiono sforzi fisici, e la sua eliminazione tramite la respirazione può risultare insufficiente.
Sintomi e segni
L’azoto provoca, a grandi profondità, l’insorgenza di disturbi del comportamento, euforia e alterazione delle capacità di ragionamento (narcosi delle profondità). L’anidride carbonica, quando non eliminata a sufficienza, provoca affanno.
Trattamento
Disturbi di questo genere sono transitori e scompaiono al momento della risalita in superficie.
Incidenti da decompressione Gli incidenti da decompressione si verificano al momento della risalita in superficie.
Cause
Sono dovuti al mancato rispetto degli stadi di decompressione, variabili a seconda della profondità a cui è sceso il sommozzatore e della durata dell’immersione, oppure della velocità di risalita (10 m al minuto).
Sintomi e segni
Quando la risalita è troppo rapida, nei tessuti e nei vasi dell’organismo si formano bolle d’aria responsabili di diverse manifestazioni: enfisema (infiltrazione gassosa) sottocutaneo, prurito, violenti dolori articolari, disturbi del sistema nervoso.
Trattamento
Il trasferimento del soggetto in un centro specializzato, dove possa essere sottoposto a ricompressione in camera iperbarica, costituisce la terapia più frequente. In attesa dei soccorsi, il sommozzatore viene steso, liberato della tuta, riscaldato, reidratato e ossigenato.
Come evitare gli incidentida immersione
Occorre evitare di immergersi quando si è raffreddati. Inoltre, per un ottimale svolgimento dell’immersione, occorre osservare alcune precauzioni:
- seguire corsi di immersione per apprendere il codice di comunicazione tra sommozzatori, acquisire la conoscenza delle regole di sicurezza, imparare a nuotare con il materiale da immersione;
- sottoporsi a visite mediche regolari;
- evitare di immergersi da soli;
- effettuare le immersioni a debita distanza di tempo (al massimo due al giorno, con un intervallo di 6 ore tra l’una e l’altra);
- controllare il proprio ritmo respiratorio per evitare l’affanno durante l’immersione;
- al momento della risalita, espirare per evitare l’iperpressione polmonare, rispettare i livelli e non superare mai la velocità di 10 m al minuto; per vedere gli eventuali ostacoli, il sommozzatore deve risalire ruotando su se stesso e fissando la superficie dell’acqua;
- segnalare la propria presenza con una boa, in caso di immersione in apnea; con una bandiera detta di segnalazione, fissata sulla barca che accompagna i sommozzatori, in caso di immersione con bombole.
Anche l’immersione in apnea richiede appositi corsi in strutture specializzate ed esige da parte del sub una grande prudenza e una buona conoscenza delle proprie capacità e dei propri limiti. L’iperventilazione praticata da alcuni sub in apnea, consistente nel respirare profondamente più volte di seguito, è pericolosa, perché modifica le condizioni in cui scatta il riflesso respiratorio.
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