Cistite: cosa fare prima che arrivi il dolore

Per gestire la cistite dai primissimi sintomi per evitare dolore e recidive ci sono alcuni accorgimenti. Ce ne parla il dottor Ioannis Goumas, urologo presso Istituto Clinico Beato Matteo, di Vigevano, Gruppo San Donato



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Ogni donna sa che cos’è la cistite e che disagi provoca perché, ci insegna l’epidemiologia, tutte la sperimentano almeno una volta nella vita. «La vera sfida non è evitare il primo episodio, che è praticamente impossibile, ma impedire che si ripresenti o, peggio, che diventi un problema frequente», commenta il dottor Ioannis Goumas, Responsabile UO urologia Istituto Clinico Beato Matteo, Vigevano, Gruppo San Donato.


Dottor Goumas, come si fa a capire quando arriva una cistite prima di percepire dolore?

I segnali premonitori sono una sensazione di fastidio, di pesantezza al basso ventre, seguita dallo stimolo ad andare in bagno in modo più frequente e urgente. A volte anche l’odore delle urine cambia se la cistite, come avviene nella maggior parte dei casi, è di origine batterica. In questa fase basta bere di più e spesso per evitare il peggio


Che differenza c'è fra disinfettante delle vie urinarie, antibatterico e antibiotico?

Il disinfettante non è un antibiotico o un antibatterico (sono la stessa cosa), ma è un farmaco che si prescrive se la cistite non dà ancora sintomi o in abbinamento con l’antibiotico, se ci sono. Quest’ultimo è deputato a distruggere i batteri che la causano, mentre il disinfettante ha la funzione di rendere l’ambiente vescicale più ostile per gli aggressori; non a caso si può prescrivere a cicli anche per prevenire questa infiammazione. È importante non usare l’antibiotico senza fare prima un’urinocoltura per capire di che batterio si tratta: nell’attesa si può utilizzare il disinfettante e un antinfiammatorio della classe Fans.


Quando bisogna ricorrere alla chirurgia?

In caso di anomalie anatomiche della vescica per esempio conseguenti a un parto difficoltoso o a più parti, ma anche all’entrata in menopausa, che comporta un indebolimento del pavimento pelvico. In questi casi si crea un prolasso vescicale che, da una parte, provoca una ritenzione di urina e quindi un proliferare di batteri, dall’altra piega l’uretra rendendo lo svuotamento completo più difficile. Risultato: più infezioni. Per fortuna l’operazione, che di solito avviene senza tagli per via vaginale, corregge in modo risolutivo il prolasso.


Allo studio il vaccino

Ad oggi non esiste un vaccino che abbia dimostrato di avere un’efficacia importante, a lungo termine e tale da poter essere impiegato su larga scala, e non solo in casi particolari.

Il problema è che la cistite non è provocata da un solo tipo di batterio ma da diversi, come il Proteus o l’Escherichia coli. Stiamo studiando un vaccino ad azione locale e contro le forme più diffuse.


Guarda il video in cui abbiamo approfondito l'argomento intervistando il dottor Ioannis Goumas, Responsabile UO urologia Istituto Clinico Beato Matteo, Vigevano, Gruppo San Donato.


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