Dieta e chili di troppo: le differenze fra donne e uomini

Le donne mangiano troppo (o troppo poco) per lo stress, gli uomini abusano di alcol e cibo per spezzare la noia. I due sessi sono diversi anche a tavola



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Le differenze di genere si vedono anche quando ci si mette a dieta, e i medici ne devono tenere conto. Ma anche noi, quando affrontiamo i chili di troppo e un nuovo regime alimentare, dobbiamo avere consapevolezza dei punti di forza e di debolezza del nostro sesso. Compresi quelli di origine psicologica, che grande parte hanno nel successo delle diete ma anche nell’indurre disturbi dell’alimentazione: scoprirai così che esiste la stressoressia, una sindrome che, alimentata dallo stress, induce ad alimentarsi male. Ci conduce in questo viaggio di chiarimenti fra 6 domande chiave Giuseppe Rovera, coordinatore scientifico del Centro per i disturbi alimentari del Policlinico San Pietro, Gruppo San Donato.


Uomini e donne hanno un rapporto diverso con l’alimentazione?

Sì, e il loro approccio cambia a seconda delle fasi della vita, che nella donna sono ben quattro (mentre nell’uomo sostanzialmente due: prima e dopo i 50 anni, quando il metabolismo rallenta anche per lui). La prima fase fondamentale per le donne è quella adolescenziale: secondo gli studi, l’87% delle ragazze inizia la prima dieta proprio in questo periodo e il 36% di loro incorre in disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia. Il primo ciclo e l’impatto psicologico del gruppo dei pari rendono questo periodo cruciale anche per il futuro. La seconda fase è quella della prima maternità: aumenti di oltre i dieci chili del peso base vanno monitorati (insieme alla glicemia) e gestiti, ma senza colpevolizzare e stressare troppo le donne. La terza fase è quella in cui hanno l’impegno della famiglia da coniugare spesso col lavoro, che può produrre stress e conseguenti cambiamenti dei comportamenti alimentari. Infine la menopausa, con le sue tempeste ormonali e il rallentamento del metabolismo.


Ci sono differenze nella distribuzione del grasso corporeo?

Nell’uomo si accumula sulla pancia, ed è un tessuto adiposo viscerale, profondo e anche pericoloso, perché ha una spiccata attività infiammatoria e aggredisce organi come il cuore, il fegato e i reni. La donna invece vede i maggiori depositi di grasso sui glutei. Si tratta di un tessuto adiposo, quello femminile, meno pericoloso dal punto di vista della salute generale. Tutto cambia dopo la menopausa, quando la donna perde la protezione degli estrogeni e si verifica un aumento del grasso sulla pancia come negli uomini. Non a caso, è proprio dopo questa tappa della vita che i rischi di malattia come infarto o ictus si parificano fra generi. 


Quali sono i vantaggi e gli svantaggi metabolici per genere? Chi brucia di più e perché?

L’uomo brucia più calorie per costituzione fisica. Ha più massa muscolare e in media è più alto (più è vasta la superficie corporea più si brucia). Il momento più difficile per la donna è la fase della menopausa, perché il metabolismo rallenta molto: è il periodo in cui ci si accorge che mangiando la stessa quantità di cibo l'ago della bilancia sale. Occorre quindi associare alla dieta l'attività fisica per tenere reattivo il metabolismo. Gli uomini, poi, tendono a mangiare cibi più proteici, e le proteine aumentano il metabolismo, mentre i carboidrati, preferiti dalle donne, non hanno questo effetto. Inoltre, a parità di alimentazione, la termoregolazione, cioè la produzione di calore del corpo, è maggiore nell’uomo. Infine, per tutti, vale l'età: più è avanzata meno si brucia.


Quali sono le interferenze psicologiche per lei e per lui?

Nella fase intermedia della vita della donna può apparire quella che chiamiamo stressoressia: lo stress prodotto dall’essere impegnate su più fronti può portare ad alimentarsi sempre di meno, con dimagrimenti eccessivi. È una sorta di anoressia adulta, alimentata anche dal giudizio degli altri. I maschi invece, dai 30 ai 50 anni, sono più facilmente preda dell'ortoressia, l'ossessione di consumare cibi sani, che in sé va bene, se non diventa atteggiamento maniacale. Infine ci sono quelli che si sottopongono a sessioni estenuanti in palestra e finiscono per scegliere diete estreme: soffrono di vigoressia, l'ossessione di avere un fisico perfetto. 


Le cause di fallimento sono diverse? Quali sono le "trappole" principali?

Nella donna la prima causa di fallimento è la dieta troppo restrittiva (certe persone arrivano a consumare anche meno di 1000 calorie giornaliere), nell'uomo la monotonia di certi regimi alimentari, per esempio troppo proteici. In più le donne tendono a rispettare la dieta per tutto il giorno, ma poi cadono a fine serata, quando ricorrono al cosiddetto comfort food, e cioè il dolce, il cioccolatino, assumendo, tutto di un colpo e nella fase della giornata dove si brucia meno (quella preriposo), anche 400-500 calorie. Per lui la trappola in agguato è rappresentata dagli alcolici. Di solito molti sono abituati a consumarli a ogni pasto, ma anche il superalcolico dopo cena alza di molto l'asticella delle calorie. Per non parlare di certi aperitivi, una moda che non ha distinzioni di genere: ci sono cocktail che sono di gran lunga più calorici del bicchiere di vino. Però la donna riesce a limitare a questi momenti conviviali il consumo di alcol, l'uomo no.


Alcuni trucchi per dimagrire meglio?

Se decidiamo di mangiare di più scegliamo il pasto centrale: avremo il resto della giornata per bruciarlo. La cena è invece il momento peggiore. Inseriamo poi nella dieta proteine vegetali: sono sane e aiutano il metabolismo. Irrinunciabile l’attività fisica: è il maggiore aiuto per il metabolismo. Infine, mangiare 5 volte al giorno, mai di meno, spuntini compresi (non di sera). Negli adulti gli spuntini (frutta, frutta secca, yogurt greco ottimo per le proteine) sono più importanti della colazione, che va fatta anche divisa in due fasi, non tutta e solo appena svegli, anche alle 9,30.



Il centro specializzato per la cura dell'obesità

Al Policlinico San Pietro è attivo il Centro per i disturbi alimentari, un polo d’eccellenza per la cura dell’obesità del Gruppo San Donato. «Qui abbiamo adottato la formula della MAC riabilitativa, cioè l’attività macro-ambulatoriale», spiega Rovera. «È una specie di day hospital dove il paziente condivide tre ore con vari specialisti in 12 incontri (tre mesi) MAC, un giorno alla settimana. In queste sedute interagisce con tre figure riabilitative diverse: il medico, il dietologo e la dietista, lo psicologo. Sono previsti anche un’ora di palestra con attività fisica mirata dove si imparano degli esercizi da ripetere da soli a casa». È tutto in regime di SSN: si accede ai MAC con una ricetta che attesta la diagnosi di obesità da parte dell’endocrinologo. Naturalmente, fuori dall’obesità e per il sovrappeso è possibile seguire un percorso con specialisti a pagamento.

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