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Gentilezza, un valore da riscoprire: 4 consigli per allenarsi

Essere gentili è un vantaggio prima di tutto verso se stessi. Perché sorridere, rispondere cortesemente anche a chi ci è antipatico, fare un favore sono tutti antidoti alla depressione

credits: iStock




«La gentilezza è terribilmente potente: può risolvere ogni problema o, perlomeno, può aiutarci ad affrontarlo». Parole di Lady Gaga, pronunciate in un appello per aiutare chi soffre di depressione.

La star, capace di scioccare con i suoi look e le sue esibizioni, ha inneggiato a un valore che oggi appare non solo fuori moda, ma addirittura dimenticato. «È necessario che tutti mostrino maggiore amabilità nei confronti degli altri. Il mondo ne ha bisogno», ha affermato incitando alla condivisione e all’empatia. Per accorgersi di quanto la gentilezza sia diventata una materia prima prossima all’esaurimento, basta fare un giro sui social e notare l’aggressività e l’intolleranza che trapelano da alcuni post.

Dal virtuale al reale, le cose non vanno meglio. «Ci stiamo preparando a vivere in un mondo di persone disconnesse le une dalle altre e mosse unicamente da interessi personali ed egoistici», osserva nel suo nuovo saggio La forza nascosta della gentilezza (Sperling&Kupfer, 17,90 €) la psicologa Cristina Milano, fondatrice dell’associazione Gentletude Italia e vicepresidente del World Kindness Movement, due istituti che si propongono di divulgare e ridare dignità all’agire gentile.

Identificarlo con la buona educazione o con la cortesia, infatti, sarebbe riduttivo. E anche troppo comodo. Essere gentili è piuttosto un atteggiamento dell’anima, che ci porta a connetterci con gli altri, ad accogliere senza giudicare, a rispettare anche senza conoscersi.


Non è un segno di debolezza

«Oggi le nostre relazioni sono superficiali, basate sulla competizione e sull’antagonismo. Andiamo di corsa, non ci ascoltiamo e valutiamo la gentilezza come sinonimo di debolezza, anziché come un valore differenziale che attrae e porta al successo», ci spiega Terenzio Traisci, psicologo e coach, che punta il dito contro l’eccesso di stress. «Quando nella nostra vita c’è troppa tensione, accumuliamo cortisolo e produciamo meno ossitocina e serotonina. Questa condizione fisica ci rende poco disponibili all’ascolto, quindi meno empatici e più individualisti» spiega l’esperto. «Le relazioni si sgretolano e anche noi ci sentiremo meno felici». Ma la buona notizia è che la gentilezza si può allenare per riaccendere quella che anche Lady Gaga ha chiamato la “forza motrice” per un mondo migliore.


Allenati alla gentilezza in 4 mosse


  • 1. Rivedi lo stile di vita «Per praticare la gentilezza occorre innanzitutto essere gentili con se stessi», consiglia Traisci. «Occorre nutrire bene corpo e mente, ridurre lo stress e coltivare i pensieri positivi. Perché se sono scontento, affaticato o deluso, anche le mie relazioni ne risentiranno».


  • 2. Sorridi Questo gesto facilita i rapporti perché trasmette emozioni positive attraverso un linguaggio universale. E ci preserva dalle reazioni impulsive che ci fanno essere sgarbati con chi lo è stato con noi.


  • 3. Fai atti di gentilezza programmata «Stabilire in quali momenti della nostra giornata inserire atti cortesi ci aiuterà a coglierne tutta la loro forza e a misurare la felicità che scatenano», spiega Traisci. Potremmo decidere di scrivere una mail per salutare o ringraziare una persona. O dedicare del tempo a chi trattiamo un po\' superficialmente. Al lavoro, individuare un collega da aiutare. O pensare a una cosa carina da dire a qualcuno che ci è antipatico.


  • 4. Impara a discutere. Gentilezza significa affermare la nostra opinione senza aggredire l'interlocutore e bloccare il dialogo. «Ecco come possiamo esprimerci quando siamo in disaccordo con qualcuno: “Considera anche che...”, “Certo, ma aggiungerei che...”, “È anche vero che...”. Il risultato sarà incredibile», assicura Traisci.


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Articolo pubblicato sul n. 28 di Starbene in edicola dal 26 giugno 2018



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