hero image

Paddle tennis: che cos’è e perché piace sempre di più

Si impara velocemente, è dinamico e tonifica gambe e glutei. Ecco la ragione per cui piace sempre di più. Tanto da essere portato in tour anche nelle scuole

iStock




Dall’Argentina, dove è lo sport più praticato in assoluto, alle torri di CityLife, a Milano: è nel cuore del capoluogo lombardo che Demetrio Albertini, ex centrocampista di Milan e Barcellona, oggi esperto di marketing sportivo, ha appena inaugurato 4 nuovi campi da paddle.

La vecchia gloria rossonera pratica ormai da quindici anni questa disciplina, che all’epoca era quasi sconosciuta in Italia e che ora è seguita da un parterre dei vip molto affollato: Francesco Totti ha addirittura in casa il suo campo personale, dove si allena per sfidare, in partite amichevoli, campioni del calibro di Fernando Belasteguìn, una leggenda mondiale del paddle. Tra gli sportivi famosi spiccano anche i nomi di Roberto Mancini e Pierluigi Casiraghi, in compagnia di Zlatan Ibrahimovic che, proprio all’inizio di quest’anno ha inaugurato il suo Padel Zenter, a Stoccolma (Svezia).

Mentre la campionessa di tennis Sara Errani intervalla il suo training settimanale con un paio di partite di paddle di circa un’ora che, al pari di una corsa all’aperto o di una serie di ripetute sul tapis roulant, la aiutano a tenere allenato il fiato. Senza tralasciare volti dello spettacolo, della musica e della cultura, come Paolo Bonolis, Max Gazzé, Neri Marcorè e Fiorello.


Scatti e spinte che tonificano i muscoli

Il fenomeno paddle non è solo un’esclusiva maschile e delle atlete: non è raro, infatti, vedere intere famiglie giocare negli impianti. Il pubblico femminile, in generale, lo apprezza perché è un allenamento che alterna lavoro aerobico e anaerobico, tonifica i muscoli e fa sudare, mentre il tecnicismo conta poco.

«Anche se è praticato su un campo più piccolo rispetto a quello del tennis, il paddle richiede una certa dose di dinamismo, spinta di gambe e glutei, scatti esplosivi: la pallina sbatte, rimbalza e schizza sulle pareti che circondano la superficie di gioco e bisogna abituarsi ai cambi di direzioni improvvisi», spiega Alessandro Tinti, istruttore presso l’Eur Paddle Club a Roma.


Dal Lazio alla conquista dell’Italia

Oggi un terzo circa delle strutture in cui giocare si trova nel Lazio, dove la paddle-mania è sbocciata qualche anno fa, ma puoi metterti alla prova in ben 18 Regioni, da nord a sud dello Stivale. «Il trend si è diffuso a macchia d’olio, e adesso contiamo più di 650 impianti, 20 mila praticanti e oltre 5 mila tesserati agonisti», racconta Gianfranco Nirdaci, coordinatore nazionale del comitato dedicato al paddle della Federazione italiana tennis.

In tanti dicono che basta scoprirlo per poi non abbandonarlo più. Il perché? «Le regole sono semplici e si gioca due contro due. Così tendi a socializzare, tieni viva la competizione e stimoli sia la crescita tecnica, sia la motivazione. Ecco perché quasi nessuno smette dopo aver iniziato: è immediato, intuitivo e ci si diverte troppo sin dalle prime partite, senza affaticarsi in eccesso», puntualizza l’esperto. E i costi sono ridotti rispetto ad altri sport.


8 lezioni e si è pronti per scendere in campo

Un altro punto a favore per il paddle è che si impara presto a giocare: a un principiante assoluto bastano circa 8-10 lezioni da un’ora per mettersi alla prova in un match. Costano 25-30 € a persona, compreso il noleggio del campo, ma la cifra scende se ci si allena in gruppo (puoi scegliere il campo più vicino a te su superpadel.it).

«L’età media è da 25 anni in su, però è adatto anche agli over 50-60 e ai bambini, perché si tratta di mix perfetto di gioco e sport. Proprio sui più giovani la Federazione sta investendo molto ed è appena partito il progetto Racchette di classe, che durante l’anno scolastico 2018-2019 farà il giro delle scuole primarie d’Italia. A spiegare ai più piccoli cos’è il paddle saranno dei maestri federali che hanno seguito un percorso di formazione ad hoc», specifica Gianfranco Nirdaci.


La speranza? che diventi sport olimpionico

Un motivo in più per appassionarsi a questo sport? Sono vicinissimi i Mondiali, che si giocano ogni 2 anni (padelfip.com): è il momento per incitare la nazionale maschile, guidata dall’argentino Gustavo Spector (che arriva da un ottimo terzo posto agli Europei del 2017 in Portogallo), e quella femminile, con l’allenatrice Marcella Ferrari, anche lei argentina.

Gli atleti scenderanno in campo dal 29 ottobre al 3 novembre ad Asunción (Paraguay). Altro evento da non perdere sono le prequalificazioni del torneo nazionale Road to IBI, in programma da gennaio a maggio 2019, che si svolgerà nei circoli di tutt’Italia. I vincitori disputeranno le finali durante i prossimi Internazionali BNL d’Italia, dal 6 al 19 maggio al Foro Italico. E chissà che prima o poi il paddle non sbarchi anche alle Olimpiadi.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò (anche lui spesso in campo con l’ex capitano della Roma Francesco Totti) ha dichiarato che, insieme al calcio a 5, il paddle è lo sport più praticato nei circoli e non si sorprenderebbe di vederlo tra le discipline olimpioniche in un futuro non troppo lontano.


Si usa una racchetta forata

«Il paddle (come viene chiamato in Italia) o pàdel (termine utilizzato nel resto del mondo) è un gioco più dinamico e meno tecnico degli altri sport di racchetta», spiega l’istruttore Alessandro Tinti. «Il punteggio si calcola come nel tennis e le partite si svolgono al meglio dei 3 set».

Si pratica su un campo che misura 20 m di lunghezza per 10 di larghezza, ricoperto di materiale sintetico e diviso da una rete alta da 88 a 92 cm. La particolarità che salta all’occhio sono le pareti, alte 3 metri e, di solito, trasparenti (in plexiglass o vetro), sul fondo e, in parte, di lato, dove può rimbalzare la pallina.

«Per iniziare, bastano scarpe da running e una particolare racchetta (da circa 50 €): simile a quella per il beach tennis, ha il manico corto ed è priva di cordatura, sostituita da una serie di piccoli fori sul piatto che la rendono molto leggera, una vera e propria estensione della mano. Inoltre, le palline sono depressurizzate rispetto a quelle da tennis, così sono meno veloci nel rimbalzo», conclude l’esperto.


Occhio alle articolazioni

Chi soffre di problemi alla schiena o alla colonna vertebrale, tipo la scoliosi, prima di giocare a paddle dovrebbe confrontarsi col medico: «Come il tennis, impegna in modo asimmetrico la muscolatura di braccia e spalle, e potrebbe creare dei sovraccarichi a livello articolare e muscolare», spiega Chiara Vigo, medico dello sport a Paderno Dugnano (Milano). «Inoltre, affinché sia utile per migliorare la salute cardiovascolare e migliorare la prestazione in campo, occorre che sia sempre affiancato a un esercizio aerobico regolare, come camminata, bicicletta, nuoto oppure running».


Fai la tua domanda ai nostri esperti

Articolo pubblicato sul n. 43 di Starbene in edicola dal 9/10/2018

Leggi anche

Allenati come una ballerina: il workout che regala eleganza, buona postura e agili...

L'allenamento che fa bruciare e dimagrire: che cos'è il Punch e dove farlo

Palestra: la guida per scegliere il centro fitness giusto per te

Camminare: ecco il segreto per fare 10 mila passi al giorno

Spirit ride: lo spinning che fa bruciare i grassi