hero image

Bici sicura: come ridurre i rischi

Andare in bici è diventato così pericoloso? Ce lo chiediamo dopo gli incidenti fatali di alcuni big dello sport. In realtà il numero di morti è in calo, ma la sicurezza si deve migliorare

credits: iStock




La campionessa di Triathlon Julia Viellehner, il ciclista Michele Scarponi e il fuoriclasse del motociclismo Nicky Hayden ci hanno rimesso la vita. È andata meglio alla biatleta Anaïs Chevalier, che mentre si allenava in Provenza, pochi giorni fa, se l’è cavata con una frattura alla clavicola.

Nelle ultime settimane la passione per le pedalate ha dimostrato di poter costare molto. Ma è diventato davvero così pericoloso muoversi in bici? Secondo l’Istat, nel 2015 sono morti 251 ciclisti e ben 17 mila sono rimasti feriti: «Sono numeri altissimi, ma negli ultimi 10 anni gli incidenti fatali sono in progressiva diminuzione, nonostante il numero di appassionati sia notevolmente aumentato», precisa Giulietta Pagliaccio, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta.

Però si continua a rischiare grosso: «Colpa delle piste ciclabili. Sono costruite male, si interrompono improvvisamente o sono piene di ostacoli. Inoltre, la segnaletica è assente o poco visibile e il codice della strada vede ancora il ciclista come utente di serie B rispetto all’automobilista».


Le responsabilità di chi guida

«La verità è che fra ciclisti e automobilisti non corre buon sangue ed è facile che entrambe le categorie non si comportino bene alla guida. Per questo abbiamo realizzato un opuscolo, La Strana Coppia
(gratis su lanuovaguida.it)», precisa Ivana  Inella, delle autoscuole La Nuova Guida.

Come limitare i rischi? «In bici, anche se hai la precedenza, rallenta e cerca di guardare negli occhi chi è in auto, per verificare che si sia accorto che ci sei. 

Quindi, tieni sempre la destra ma non troppo vicino al marciapiede perché per evitare brecciolino, vetri e rifiuti potresti dover scartare bruscamente verso il centro della corsia, con il rischio di farti investire», consiglia Giulietta Pagliaccio.

In auto, invece, abituati a usare tutti gli specchietti: «È fondamentale per evitare i punti “ciechi”, che possono nascondere un ciclista. E quando apri la portiera del lato guida usa la mano destra: dovrai voltare la testa e sarà più facile notare un ciclista in arrivo», specifica Ivana Inella.


La tua città è bike friendly? Te lo dice l’app

L’app Wecity, dedicata alla mobilità sostenibile e usata da oltre 30.000 persone, ha rilasciato una funzione chiamata Bike Safe (maps.wecity.it). Questa permette agli utenti che usano la bicicletta di conoscere il livello di sicurezza dei centri abitati.

Grazie a un algoritmo che tiene conto di numero di recensioni, chilometri mappati e percentuale di copertura della città, è stato possibile ottenere una graduatoria dei centri più bike friendly. Risultato: per ora è in testa Reggio Emilia, seguita da Torino, Modena e Bologna (in questa città c’è addirittura una “Tangenziale delle bici”).

 

Fai la tua domanda ai nostri esperti

Articolo pubblicato sul n. 25 di Starbene in edicola dal 6/6/2017


Leggi anche

Bicicletta: quali benefici?

Mountain bike, come pedalare "off road"

Bici: i consigli per evitare dolori

Fitness: come allenarsi di sera