«Il 93% della mortalità totale in Italia – spiega Antonio Caretto, presidente dell’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) – è legata a malattie non trasmissibili fra cui diabete, patologie cardiovascolari e tumori, dove l’obesità svolge un ruolo fondamentale nel loro determinismo».
Purtroppo peraltro questa situazione non interessa solamente il territorio nazionale ma l’intera popolazione globale: secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti, ogni anno, circa 3,4 milioni di adulti muoiono per cause correlate all’eccesso ponderale, mentre il 44% dei casi di diabete, il 23% delle malattie ischemiche del cuore e tra il 7% e il 41% di alcune forme di cancro sono attribuibili all’eccesso di peso.
Se sovrappeso e obesità sono in buona parte dovuti all’adozione di un regime alimentare ipercalorico e sbilanciato, d’altro canto anche la sedentarietà contribuisce ad aggravare il problema.
Dai dati 2013 della sorveglianza Passi (il sistema di sorveglianza italiano sui comportamenti correlati con la salute della popolazione adulta, coordinato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità) emerge infatti come il 30% della popolazione di età compresa tra 18 e 69 anni possa essere considerata completamente sedentaria, il 36% parzialmente attiva, e solamente il 33% attiva, ovvero impegnata nello svolgimento di un’attività fisica in linea con le raccomandazioni OMS.
Proprio per promuovere uno stile di vita più attivo, utile ad ottenere e mantenere un buono stato di salute, il motto dell'Obesity day 2015, ovvero della giornata di sensibilizzazione e informazione sul tema obesità promossa tutti gli anni il 10 ottobre dall’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica (ADI) tramite la sua Fondazione, è “Camminiamo insieme”, un messaggio rivolto non solo alle persone in eccesso ponderale ma alla popolazione generale.
«È di fondamentale importanza favorire un’educazione e una cultura del movimento soprattutto nei giovani, ecco perché il giorno dopo l’Obesity day, l’11 ottobre promuoveremo anche una passeggiata nei parchi e nei centri storici di tutto il paese – afferma Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI – In Italia e in Europa, esistono già diversi programmi che, nati dalla collaborazione fra pubblico e privato, si stanno rivelando virtuose pratiche di educazione al movimento».
Basti pensare all’iniziativa EUROBIS (Epode Umbria Region Obesity Intervention Study), che ha visto l’Umbria come regione pilota in Italia impegnata nel combattere concretamente la tendenza al sovrappeso e dell’obesità dei bambini, o anche al programma internazionale BEAT THE STREET, nato con l’obiettivo di incoraggiare i bambini ad andare a scuola e tornare a casa a piedi, risultato particolarmente motivante, in quanto si è svolto come una competizione tra le diverse classi e scuole.
Ma proprio come nell’alimentazione, anche nel movimento è importante che ci sia il giusto equilibrio nel “dosaggio”, in modo da ottenere dei benefici effettivi senza nel contempo affaticare troppo il fisico: per questo motivo, come peraltro dimostrato da diversi studi scientifici, le linee guida internazionali suggeriscono di camminare a passo svelto per almeno 150 minuti a settimana, non solo una pratica attuabile dai più, ma anche un prezioso supporto nel trattamento delle persone in eccesso ponderale.
«Praticata due o tre volte a settimana, a una media intensità, l'attività fisica nei pazienti obesi o sovrappeso è un importante strumento terapeutico che influenza positivamente il calo ponderale, il mantenimento del peso perduto e migliora nei pazienti diabetici il compenso glicometabolico – aggiunge Fatati – Chiaramente, la persona obesa o in sovrappeso richiede un'attenta valutazione prima di iniziare un programma di esercizio fisico a causa delle frequenti patologie associate (cardiovascolari, respiratorie, osteo-articolari)».
«Insomma, la giornata di quest’anno intende lanciare un messaggio ben preciso che è quello di ‘Camminiamo insieme’, inteso non solo come stimolo al movimento e all’attività fisica ma anche come motivazione per tutte le persone che sono in sovrappeso o obese a non sentirsi sole nel combattere questa patologia – conclude quindi l’esperto – Camminare insieme però significa anche collaborazione e multidisciplinarità come quella messa in campo fra esperti in nutrizione e alimentazione, psicologi, mondo dello sport e delle istituzioni per proporre soluzioni e interventi strutturali e innovativi di politica sociale ed economica».