VENLAFAXINA RAN 10CPS 150MG RP -Interazioni
Inibitori delle monoamino–ossidasi (IMAO) IMAO irreversibili non selettivi La venlafaxina non deve essere usata in combinazione con IMAO irreversibili non selettivi. Non si deve iniziare l’uso di venlafaxina per almeno 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con un IMAO irreversibile non selettivo. Si deve interrompere il trattamento con la venlafaxina per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un IMAO irreversibile non selettivo (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Inibitore MAO–A selettivo reversibile (moclobemide)L’associazione di venlafaxina con un IMAO reversibile e selettivo, come la moclobemide, non è raccomandata, a causa del rischio di sindrome serotoninergica. Dopo il trattamento con un IMAO reversibile, si può attendere un periodo di astinenza inferiore a 14 giorni prima di iniziare il trattamento con venlafaxina. Si raccomanda di interrompere l’assunzione di venlafaxina per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un IMAO reversibile (vedere paragrafo 4.4). IMAO non selettivi reversibili (linezolid) L’antibiotico linezolid è un debole IMAO reversibile e non selettivo e non deve essere prescritto ai pazienti in trattamento con venlafaxina (vedere paragrafo 4.4). Gravi reazioni avverse sono state riferite in pazienti che avevano recentemente interrotto la terapia con IMAO e iniziato quella con venlafaxina o avevano recentemente interrotto la terapia con venlafaxina prima di iniziare quella con IMAO. Queste reazioni includevano tremore, mioclono, diaforesi, nausea, vomito, vampate, capogiro e ipertermia con manifestazioni simili a quelle della sindrome neurolettica maligna, attacchi epilettici e morte. Sindrome serotoninergica Come con altri medicinali serotoninergici, con la venlafaxina si può verificare la sindrome serotoninergica, soprattutto con l’uso concomitante di altri medicinali che possono modulare il sistema di neurotrasmissione serotoninergica (inclusi i triptani, gli SSRI, gli SNRI, il litio, la sibutramina, il tramadolo o l’Erba di San Giovanni [Hypericum perforatum], il fentanil e i suoi analoghi, il tramadolo, il destrometorfano, il tapentadolo, la petidina, il metadone e la pentazocina), con medicinali che interferiscono con la metabolizzazione della serotonina (come gli IMAO, ad esempio il blu di metilene), o con precursori della serotonina (come i supplementi di triptofano) o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina (vedere paragrafi 4.3 e 4.4) Se il trattamento concomitante di venlafaxina con un SSRI, un SNRI o con un agonista del recettore della serotonina (triptano) è clinicamente giustificato, si raccomanda un’attenta osservazione del paziente, soprattutto all’inizio del trattamento e agli incrementi della dose. Non si raccomanda l’uso concomitante di venlafaxina con i precursori della serotonina (come i supplementi del triptofano) (vedere paragrafo 4.4). Medicinali che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (SNC) Non è stato valutato in modo sistematico il rischio dell’uso di venlafaxina in associazione con altri medicinali che agiscono sull’SNC. Pertanto, si deve usare cautela quando la venlafaxina è assunta in combinazione con altri medicinali che agiscono sull’SNC. Etanolo È stato dimostrato che la venlafaxina non aumenta la compromissione delle capacità mentali e motorie causata dall’etanolo. Tuttavia, si deve raccomandare ai pazienti di evitare il consumo di alcool durante l’assunzione di venlafaxina, come con tutti gli altri medicinali attivi sull’SNC. Medicinali che prolungano l’intervallo QT Il rischio di prolungamento dell’intervallo QT e/o di aritmia ventricolare (ad esempio TdP) è aumentato con l’uso concomitante di altri medicinali che prolungano l’intervallo QT. Deve essere evitata la somministrazione concomitante di questi medicinali (vedere paragrafo 4.4). Le classi rilevanti includono: • Antiaritmici della classe Ia e III (ad esempio quinidina, amiodarone, sotalolo, dofetilide) • Alcuni antipsicotici (ad esempio tioridazina) • Alcuni macrolidi (ad esempio eritromicina) • Alcuni antibiotici chinolonici (ad esempio moxifloxacina). La lista sopra riportata non è esaustiva, pertanto, devono essere evitati altri medicinali noti per prolungare significativamente l’intervallo QT. Effetti della venlafaxina su altri medicinali metabolizzati da isoenzimi del citocromo P450 Gli studi in vivo indicano che la venlafaxina è un debole inibitore del CYP2D6. La venlafaxina non ha inibito il CYP3A4 (alprazolam e carbamazepina), il CYP1A2 (caffeina) e il CYP2C9 (tolbutamide) o il CYP2C19 (diazepam) in vivo. Effetti di altri medicinali sulla venlafaxina Ketoconazolo (inibitore del CYP3A4) Uno studio di farmacocinetica con il ketoconazolo in metabolizzatori forti (MI) e in metabolizzatori poveri (MP) del CYP2D6 ha fornito risultati di AUC più alte sia di venlafaxina (70% e 21% in soggetti MP e MI del CYP2D6, rispettivamente) che di O–desmetilvenlafaxina (33% e 23% in soggetti MP e MI del CYP2D6, rispettivamente) a seguito della somministrazione di ketoconazolo. L’uso concomitante di venlafaxina con inibitori del CYP3A4 (ad esempio: atazanavir, claritromicina, indinavir, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo, ketoconazolo, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina) può aumentare i livelli di venlafaxina e di O–desmetilvenlafaxina. Pertanto, si raccomanda cautela se la terapia del paziente comprende l’uso concomitante di venlafaxina e di un inibitore del CYP3A4. Effetto della venlafaxina su altri medicinali Litio La sindrome serotoninergica può verificarsi con l’uso concomitante di venlafaxina e litio (vedere Sindrome serotoninergica). Diazepam La venlafaxina non ha effetto sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica del diazepam e del suo metabolita attivo, il desmetildiazepam. Il diazepam sembra non influenzare la farmacocinetica né della venlafaxina né del suo metabolita attivo O–desmetilvenlafaxina. Non è noto se ci sia interazione di tipo farmacocinetico e/o farmacodinamico con altre benzodiazepine. Imipramina La venlafaxina non ha influenzato la farmacocinetica dell’imipramina e della 2–OH–imipramina. C’è stato un incremento dose–dipendente della AUC della 2–OH–desipramina da 2,5 a 4,5 volte quando la venlafaxina è stata somministrata giornalmente in dosi da 75 mg a 150 mg. L’imipramina non ha influenzato la farmacocinetica della venlafaxina e dell’O–desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non è noto. Si deve prestare cautela quando si somministrano contemporaneamente imipramina e venlafaxina. Aloperidolo Uno studio di farmacocinetica con l’aloperidolo ha mostrato una diminuzione del 42% della clearance orale totale, un incremento del 70% dell’AUC, un incremento del 88% della Cmax ma nessuna modifica dell’emivita dell’aloperidolo. Questo deve essere tenuto in considerazione in pazienti trattati contemporaneamente con aloperidolo e venlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non è noto. Risperidone La venlafaxina ha aumentato l’AUC del risperidone del 50%, ma non ha modificato in maniera significativa il profilo farmacocinetico della parte attiva totale (risperidone più 9–idrossirisperidone). Il significato clinico di questa interazione non è noto. Metoprololo La somministrazione concomitante di venlafaxina e metoprololo a volontari sani in uno studio di interazione farmacocinetica per entrambi i medicinali, ha comportato un aumento di circa il 30–40% delle concentrazioni plasmatiche del metoprololo, senza alcuna alterazione delle concentrazioni plasmatiche del suo metabolita attivo, l’α–idrossimetoprololo. Il significato clinico di questo dato nei pazienti ipertesi non è noto. Il metoprololo non ha alterato il profilo farmacocinetico della venlafaxina o del suo metabolita attivo, la O–desmetilvenlafaxina. La somministrazione concomitante di venlafaxina e metoprololo deve essere effettuata con cautela. Indinavir Uno studio di farmacocinetica con l’indinavir ha mostrato una riduzione del 28% della AUC e una riduzione del 36% della Cmax dell’indinavir. L’indinavir non ha modificato la farmacocinetica della venlafaxina e della O–desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non è noto. Contraccettivi orali Durante l’esperienza post–marketing sono stati segnalati casi di gravidanza non desiderata in soggetti che stavano assumendo contraccettivi orali in concomitanza alla venlafaxina. Non vi è una prova chiara che queste gravidanze siano state il risultato di un’interazione farmacologica con venlafaxina. Non sono stati eseguiti studi di interazione con contraccettivi ormonali.