QUINAPRIL EG 14CPR RIV 20MG -Avvertenze e precauzioni
Stenosi aortica e della valvola mitralica/cardiomiopatia ipertrofica Come per altri ACE-inibitori, il quinapril deve essere somministrato con cautela a pazienti con stenosi della valvola mitralica o nella cardiomiopatia ipertrofica. Quinapril deve essere usato con cautela nei pazienti selezionati affetti da stenosi aortica.Reazioni di sensibilità Reazioni di ipersensibilità possono verificarsi in pazienti con o senza una storia di allergia o asma bronchiale, ad esempio, porpora, fotosensibilità, orticaria, angioite necrotizzante, difficoltà respiratoria inclusa polmonite ed edema polmonare, reazioni anafilattiche. Ipotensione sintomatica L’ipotensione sintomatica è riscontrata raramente in pazienti ipertesi senza complicazioni. In pazienti ipertesi trattati con quinapril, è più probabile che l’ipotensione si verifichi se il paziente ha perso liquidi ad esempio attraverso una terapia con diuretici, restrizione di sale con la dieta, dialisi, diarrea o vomito, o ha una grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). In caso di ipotensione sintomatica, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, sottoposto ad infusione endovena di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce controindicazione a ulteriori dosi; tuttavia possono essere prese in considerazione dosi più basse di quinapril o qualsiasi altra terapia concomitante con diuretici. Nei pazienti con insufficienza cardiaca, con o senza insufficienza renale associata, è stata osservata ipotensione sintomatica. È molto probabile che questo accada in quei pazienti con gradi più severi di insufficienza cardiaca, come riflesso dell’uso di dosi elevate di diuretici dell’ansa, iponatremia o compromissione della funzionalità renale. Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, che sono a rischio di ipotensione eccessiva, la terapia con quinapril deve essere iniziata alla dose raccomandata sotto stretto controllo medico; questi pazienti devono essere seguiti attentamente per le prime due settimane di trattamento e ogni volta che il dosaggio di quinapril viene aumentato. Simili considerazioni si applicano ai pazienti con ischemia cardiaca o malattia cerebrovascolare per i quali un’eccessiva caduta della pressione sanguigna può dare luogo ad un infarto del miocardio o ad un accidente cerebrovascolare. Compromissione della funzionalità renale In pazienti con insufficienza renale, il monitoraggio della funzionalità renale durante la terapia deve essere effettuato in modo appropriato, anche se nella maggior parte dei casi la funzionalità renale non cambia né migliora. L’emivita di quinaprilato è prolungata poiché la clearance della creatinina diminuisce. Ai pazienti con una clearance della creatinina <60 ml/min non è necessario un dosaggio iniziale più basso di quinapril (vedere paragrafo 4.2). Il dosaggio per questi pazienti deve essere aumentato gradualmente in base alla risposta terapeutica, e la funzionalità renale deve essere attentamente monitorata, anche se gli studi iniziali non indicano che quinapril produce un ulteriore peggioramento della funzionalità renale. Come conseguenza dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, i cambiamenti nella funzionalità renale si possono prevedere in soggetti sensibili. In pazienti con insufficienza cardiaca grave la cui funzionalità renale può dipendere dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il trattamento con quinapril può essere associato a oliguria e/o progressiva azotemia e raramente a insufficienza renale acuta e/o morte. In studi clinici in pazienti ipertesi con stenosi unilaterale o bilaterale dell’arteria renale, sono stati osservati aumenti dell’urea e della creatinina sierica in alcuni pazienti sottoposti a terapia con ACE inibitori. Questi aumenti erano quasi sempre reversibili con la sospensione della terapia con ACE inibitori e/o una terapia diuretica. In tali pazienti, la funzionalità renale deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia. Se è presente anche ipertensione renovascolare, c’è un aumentato rischio di grave ipotensione ed insufficienza renale. In questi pazienti, il trattamento deve essere iniziato sotto stretto controllo medico con basse dosi e accurata titolazione della dose. Alcuni pazienti con ipertensione o insufficienza cardiaca senza apparente preesistente malattia renale hanno sviluppato aumenti (> 1,25 volte il limite superiore della norma) dell’urea e della creatinina sierica, di solito lievi e transitori, in particolare quando quinapril è stato somministrato in concomitanza a un diuretico. Sono stati osservati aumenti dell’azoto ureico nel sangue e della creatinina sierica nel 2% e 2% rispettivamente dei pazienti ipertesi in monoterapia con quinapril e nel 4% e 3% rispettivamente dei pazienti ipertesi in terapia con quinapril/idroclorotiazide. Questo è più probabile che si verifichi in pazienti con preesistente compromissione renale. Può essere richiesta una riduzione del dosaggio e/o una sospensione del diuretico e/o del quinapril. Non vi è sufficiente esperienza in pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina <10 ml/min). Il trattamento non è quindi raccomandato in questi pazienti. Trapianto del rene Non c’è esperienza clinica a riguardo della somministrazione di quinapril nei pazienti con un recente trapianto di rene. Il trattamento con quinapril non è, perciò, raccomandato. Angioedema Angioedema è stato segnalato in pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina. Se si verificano stridore laringeo o angioedema del viso, della lingua o della glottide, il trattamento deve essere interrotto immediatamente, il paziente trattato correttamente, nel rispetto delle cure mediche, e osservato attentamente finché il gonfiore non scompare. Nei casi in cui il gonfiore è limitato al viso e alle labbra, la condizione generalmente si risolve senza trattamento; gli antistaminici possono essere utili per alleviare i sintomi. L’angioedema associato con il coinvolgimento della laringe può essere fatale. Se vi è un interessamento della lingua, della glottide o della laringe che può causare ostruzione delle vie aeree, deve essere prontamente intrapresa una terapia appropriata, per esempio una soluzione di adrenalina per via sottocutanea 1:1000 (da 0,3 a 0,5 ml). Pazienti con una storia di angioedema non correlato alla terapia con ACE-inibitori possono trovarsi a maggior rischio di angioedema mentre ricevono un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.3). Ipersensibilità/angioedema: Uso concomitante di inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) I pazienti che assumono una terapia concomitante con inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) possono essere esposti a un rischio maggiore di angioedema (ad es., gonfiore delle vie aeree o della lingua, con o senza compromissione respiratoria) (vedere paragrafo 4.5). Angioedema intestinale Angioedema intestinale è stato segnalato in pazienti trattati con ACE-inibitori. Questi pazienti hanno presentato dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non vi era nessuna precedente storia di angioedema facciale ed i livelli di C-1 esterasi erano normali. L’angioedema è stato diagnosticato dagli esami compresi TAC addominale o ultrasuoni, o in chirurgia, e i sintomi si sono risolti dopo l’interruzione della terapia con ACE-inibitore. Angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE-inibitori che presentano dolore addominale. Differenze etniche È stato segnalato che pazienti neri che sono in terapia con ACE-inibitori hanno una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai pazienti non neri. Va inoltre segnalato che in studi clinici controllati, gli ACE inibitori hanno un effetto sulla pressione arteriosa minore nei pazienti neri rispetto ai non neri. Neutropenia/Agranulocitosi ACE-inibitori sono stati raramente associati a agranulocitosi e depressione del midollo osseo in pazienti con ipertensione non complicata ma più frequentemente nei pazienti con insufficienza renale, soprattutto se hanno anche una malattia vascolare del collagene. È stata riportata raramente agranulocitosi durante il trattamento con quinapril. Deve essere valutato il monitoraggio della conta dei globuli bianchi nei pazienti con malattie vascolari del collagene e/o con malattia renale. Il quinapril deve essere usato con estrema cautela nei pazienti con malattia vascolare del collagene, terapia di immunosoppressione, trattamento con allopurinolo o procainamide o una combinazione di questi fattori complicanti, particolarmente se in presenza di una preesistente funzionalità renale compromessa. Alcuni di questi pazienti svilupparono gravi infezioni che in alcuni casi non risposero a terapia antibiotica intensiva. Se il quinapril è usato in tali pazienti, si consiglia il monitoraggio periodico della conta leucocitaria e i pazienti devono essere istruiti a riferire qualsiasi segno d’infezione. Desensibilizzazione Pazienti che ricevevano ACE-inibitori durante trattamento di desensibilizzazione con veleno d’imenotteri hanno manifestato reazioni anafilattoidi pericolose per la vita. Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate, quando gli ACE-inibitori sono stati temporaneamente interrotti ma esse sono riapparse dopo involontaria ripresa della terapia. Emodialisi e LDL aferesi In pazienti emodializzati con membrane ad alto flusso di poliacrilonitrile (’AN69’) è altamente probabile che si verifichino reazioni anafilattoidi se sono trattati con ACE-inibitori. Questa combinazione deve pertanto essere evitata, sia mediante l’uso di farmaci antiipertensivi alternativi sia mediante membrane alternative per emodialisi. Reazioni simili sono state osservate durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità con destrano-solfato. Questo metodo non deve quindi essere usato in pazienti trattati con ACE-inibitori. Compromissione della funzionalità epatica Quinapril in combinazione con un diuretico deve essere usato con cautela nei pazienti con funzionalità epatica compromessa o epatopatia progressiva, poiché alterazioni minori del fluido e dell’equilibrio elettrolitico possono causare coma epatico. Il metabolismo di quinapril a quinaprilato dipende normalmente dalle esterasi epatiche. Le concentrazioni di quinaprilato sono ridotte nei pazienti con cirrosi alcolica a causa della de-esterificazione ridotta di quinapril. Raramente, gli ACE-inibitori sono stati associati a una sindrome che inizia con itterizia colestatica e progredisce a una necrosi epatica fulminante (in alcuni casi fatale). Pazienti che in trattamento con ACEinibitori sviluppano ittero o enzimi epatici visibilmente elevati devono cessare l’assunzione di quinapril e devono ricevere un adatto follow-up medico. Tosse È stata osservata tosse con l’uso di ACE-inibitori. Caratteristicamente, la tosse è non-produttiva, persistente e scompare dopo interruzione della terapia. La tosse indotta da ACE-inibitori deve essere considerata come parte della diagnosi differenziale della tosse. Chirurgia/Anestesia Nei pazienti che subiscono un’operazione chirurgica maggiore o durante l’anestesia con agenti che producono ipotensione, il quinapril può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria a rilascio compensatorio di renina. Se si verifica ipotensione e si considera che sia dovuta a questo meccanismo, si può correggere mediante espansione di volume (vedere paragrafo 4.5). Iperkaliemia e diuretici risparmiatori di potassio L’iperkaliemia può manifestarsi durante il trattamento con un inibitore di ACE. I pazienti a rischio di manifestare iperkaliemia includono quelli con insufficienza renale, diabete mellito, ipoaldosteronismo o quelli che fanno uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti salini contenenti potassio; oppure pazienti che assumono altre sostanze attive associate ad aumenti nei livelli sierici di potassio (ad es. eparina, cotrimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo). Qualora l’uso concomitante degli agenti summenzionati venga considerato appropriato, si raccomanda un regolare monitoraggio del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5). Pazienti diabetici In pazienti diabetici gli ACE-inibitori possono accrescere la sensibilità all’insulina e sono stati associati a ipoglicemia nei pazienti trattati con agenti antidiabetici orali o insulina. Si deve attentamente monitorare il controllo glicemico in particolare nel primo mese di trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.5). Gravidanza Gli ACE inibitori non devono essere iniziati durante la gravidanza. A meno che la continuazione della terapia con l’ACE inibitore sia ritenuta necessaria, alle pazienti che pianificano una gravidanza il trattamento deve essere cambiato con un antiipertensivo alternativo che abbia un profilo di sicurezza dimostrato per l’utilizzo in gravidanza. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con gli ACE inibitori deve essere immediatamente sospeso e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6). Litio La combinazione di litio e quinapril generalmente non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.