PENTACARINAT IM EV AEROS 300MG -Avvertenze e precauzioni
La pentamidina isetionato va usata con particolare cautela nei pazienti epatopatici e/o nefropatici, con ipertensione o ipotensione, con iperglicemia o ipoglicemia, leucopenia, trombocitopenia o anemia. Sono stati riportati casi gravi, talora fatali dovuti a grave ipotensione, ipoglicemia, pancreatite acuta e aritmia cardiaca in pazienti trattati con pentamidina isetionato sia per via intramuscolare che endovenosa. I valori di pressione arteriosa devono essere determinati al basale e le iniezioni devono essere praticate a paziente in clinostatismo. La pressione arteriosa deve essere controllata attentamente e ad intervalli regolari nel corso della somministrazione, fino al termine del trattamento. Pertanto anche i pazienti trattati con pentamidina per via inalatoria devono essere monitorati attentamente per lo sviluppo di gravi reazioni avverse. Pentamidina isetionato può causare un prolungamento dell’intervallo QT. Con la somministrazione di pentamidina isetionato sono state riportate, in casi isolati, aritmie cardiache indicative dell’allungamento del QT quali torsioni di punta. Pertanto il farmaco deve essere usato con cautela nei pazienti affetti da cardiopatie coronariche, con storia di aritmie ventricolari, con ipokaliemia o ipomagnesemia non corrette, con bradicardia (<50 bpm) o durante la somministrazione concomitante di pentamidina con farmaci che allungano l’intervallo QT. È necessaria particolare cautela se l’intervallo QTc supera i 500 msec nel corso della somministrazione di pentamidina isetionato, ed in questo caso si deve considerare il monitoraggio cardiaco continuo. Se il QTc dovesse superare i 550 msec si deve prendere in considerazione una terapia alternativa. Controlli di laboratorio: i seguenti esami devono essere eseguiti prima, durante e dopo la terapia: 1) azotemia e creatininemia quotidianamente in corso di terapia; 2) emocromo e conta piastrinica quotidianamente in corso di terapia; 3) glicemia a digiuno quotidianamente in corso di terapia e a intervalli regolari dopo il termine del trattamento. Iperglicemia e diabete mellito, con o senza precedente ipoglicemia, sono comparsi anche parecchi mesi dopo la fine del trattamento; 4) test di funzionalità epatica comprendenti: bilirubina, fosfatasi alcalina, aspartato-amino transferasi (AST/SGOT) e alanina amino transferasi (ALT/SGPT). Se i valori basali sono e permangono nella norma in corso di terapia, effettuare il test settimanalmente. Se i valori basali risultano elevati e/o aumentano in corso di terapia, proseguire il controllo settimanale, a meno che il paziente non sia contemporaneamente in trattamento con altri farmaci epatotossici, nel qual caso effettuare il controllo ogni 3-5 giorni; 5) calcemia ogni settimana; magnesemia due volte alla settimana; 6) analisi delle urine e degli elettroliti sierici quotidianamente in corso di terapia; 7) elettrocardiogramma a intervalli regolari. Soluzione da nebulizzare Il beneficio della terapia con pentamidina per via inalatoria nei pazienti ad elevato rischio di pneumotorace deve essere valutato considerando le conseguenze cliniche di tale evento. I pazienti sottoposti a profilassi con Pentacarinat possono comunque sviluppare episodi acuti di PCP. Pertanto pazienti che presentino sintomi di infezione polmonare come dispnea, febbre, tosse ed altri, dovrebbero essere sottoposti ad accurata visita medica ed a idonei test diagnostici per la conferma della possibile PCP in fase acuta o la presenza di altri agenti patogeni opportunisti e non. L’uso di Pentacarinat può alterare il quadro clinico e radiografico della PCP presentando un quadro atipico che può far pensare ad una malattia lieve o ad un’infezione focale. Prima di iniziare la profilassi con Pentacarinat occorre accertare che i pazienti non siano affetti da PCP. Infatti la dose raccomandata di Pentacarinat per la prevenzione della PCP è insufficiente per il suo trattamento in fase acuta. L’inalazione di pentamidina isetionato può provocare tosse e/o broncospasmo, soprattutto nei pazienti asmatici o fumatori. In questo caso é necessario interrompere momentaneamente la aerosolizzazione e somministrare un broncodilatatore spray. Dopo 10 minuti l’inalazione può essere ripresa. È opportuno che in questi pazienti le successive sedute d’aerosolterapia vengano sistematicamente precedute, 10 minuti prima del loro inizio, dalla premedicazione con un broncodilatatore. Non è ancora noto se vi siano, e quali possano essere le conseguenze di un accumulo di pentamidina a seguito di una prolungata somministrazione per via topica bronchiale. Pertanto occorre usare cautela in pazienti con disfunzioni respiratorie, con tendenza alla broncocostrizione, ipo- o iperglicemia, disfunzioni renali o epatiche, leucopenia, trombocitopenia o anemia. Tali pazienti in particolare, ed in genere tutti quelli in trattamento, andranno tenuti sotto stretto controllo medico al fine di rilevare tempestivamente un eventuale peggioramento delle suddette preesistenti patologie o l’insorgenza di altri rilevanti effetti collaterali segnalati a seguito della somministrazione parenterale di pentamidina. Infezioni extrapolmonari da Pneumocystis carinii sono state segnalate raramente e quasi sempre riferite a pazienti che avevano una storia di PCP. Quando si visitano pazienti che presentano segni e sintomi non spiegabili dovrebbe essere considerata la possibilità di pneumocistosi extrapolmonare. Rischi ambientali ed occupazionali: occorre usare cautela per evitare la dispersione di pentamidina nell’ambiente. Un’adeguata ventilazione ambientale può aiutare nel ridurre i rischi di sensibilizzazione da parte del personale sanitario. Il nebulizzatore dovrebbe essere spento quando la mascherina viene allontanata dal viso durante il trattamento. Inoltre è bene aerare abbondantemente l’ambiente di terapia per minimizzare il rischio di trasmissione di altri agenti patogeni respiratori, quali il Mycobacterium tubercolosis ed il Mycobacterium avium-intracellulare, che possono essere emessi da casuali colpi di tosse durante il trattamento. La pentamidina isetionato può indurre il prolungamento dell’intervallo QT e sono stati osservati rari casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmie cardiache comprendenti la torsione di punta. Quindi, la pentamidina isetionato deve essere usata con cautela in pazienti con cardiopatie coronariche, anamnesi di aritmie ventricolari, ipopotassiemia non trattata e/o ipomagnesemia, bradicardia (frequenza <50 bpm) e durante il trattamento concomitante con farmaci che possono aumentare l’intervallo QT.